Lunghe crepe, piloni lesionati, fuoruscite dei ferri d’armatura, ossidazione delle parti in acciaio, staffe rotte, travi ammalorate. Immagini raccapriccianti di infrastrutture che cadono a pezzi per mancanza di manutenzione. E come se non bastasse, in un caso, è in corso una frana del terreno sottostante.
Le foto che pubblichiamo in esclusiva dei tre viadotti gestiti da Autostrade per l’Italia e finiti nei giorni scorsi nei provvedimenti di sequestro della magistratura di Avellino, parlano da sole. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Si trovano in un tratto della provincia di Benevento lungo l’autostrada A16, la Napoli-Canosa. Si tratta dei viadotti “Serra dei Lupi”, “Flumeri” e “Agrifoglio”, tra le uscite di Grottaminarda e Vallata. Per i quali il Gip Fabrizio Ciccone, su richiesta del procuratore capo Rosario Cantelmo e del pm Cecilia Annechini, ha disposto il sequestro delle barriere bordo ponte, la chiusura al traffico delle corsie di marcia contigue al margine dei new jersey, limiti di velocità di 40 km/h per i mezzi pesanti e di 60 km/h per quelli leggeri. Inoltre, per i primi due viadotti il gip ha ordinato il divieto di transito sulla carreggiata est e, per i trasporti eccezionali, su entrambe le carreggiate. Per il terzo, l’Agrifoglio, oltre alla inibizione dei trasporti eccezionali, si fissano divieti più particolareggiati: inibizione della circolazione sulla corsia di sorpasso della carreggiata est e regolamentazione per il resto del traffico pesante, “fino a una massa di 44 tonnellate, con divieto di sorpasso e interdistanza di almeno 50 metri tra i veicoli pesanti”.
Misure urgenti e necessarie per non sovraccaricare i tre viadotti ormai allo stremo. Decise all’esito dei sopralluoghi dell’Ufficio Ispettivo Territoriale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si sono svolti tra il 13 e il 14 febbraio e vi hanno partecipato l’ingegnere Placido Migliorino per l’Uit, l’ingegnere Costantino Ivoi, direttore del sesto tronco autostradale di Cassino, e i tecnici della Spea Engineering spa, la società di Aspi che si occupa dei lavori di manutenzione della rete autostradale.
Il rapporto dell’Uit del 17 febbraio, inviato per conoscenza ai pm, ha evidenziato “carenze manutentive che congiuntamente agli incrementi dei carichi di servizio, possono non garantire i necessari standard di sicurezza della circolazione autostradale e della pubblica incolumità”. Quattro giorni dopo l’ingegnere Migliorino ha integrato la relazione con un report fotografico dei viadotti di cui le foto pubblicate oggi sono solo una piccola parte. Immagini che secondo il giudice “bene rappresentano la condizione diffusa di degrado delle loro strutture portanti… che rendono tali viadotti assolutamente pericolosi per la circolazione stradale”.
Il “Serra dei Lupi” presenta un ulteriore problema: il terreno si cui è appoggiato “è oggetto di un fenomeno gravitazionale che negli ultimi due anni ha determinato uno spostamento dell’inclinometro SL1 di circa 16 cm a una profondità di circa 4 metri”. Una frana. E il sistema di monitoraggio di Aspi, al momento, “non fornisce alcuna informazione sullo stato di sollecitazione che tale movimento franoso è in grado di generare sulle sottofondazioni del viadotto”.
Il Gip ritiene che il sequestro sia l’unico modo per muovere lo “stallo operativo” tra i rappresentanti di Aspi e quelli del Mit che di fatto blocca gli interventi di riqualificazione delle barriere bordo ponte lungo l’intera rete autostradale. Stallo che si protrae nonostante i numerosi sequestri dei mesi scorsi e ancora in corso. “Né può sperarsi – si legge – che Aspi provveda autonomamente… alla luce del reiterato atteggiamento inerte e/o scarsamente collaborativo mostrato nella risoluzione della problematica dei viadotti autostradali, il quale induce questo giudice a esprimere un forte scetticismo circa la spontanea attuazione di quelle attività di riqualifica e sostituzione che, di regola, la società concessionaria dovrebbe intraprendere a prescindere dall’intervento dell’autorità giudiziaria”.