Mediaset, holding olandese a residenza fiscale italiana
A pagina 12 dell’edizione di ieri del Fatto Quotidiano è stata pubblicata la lettera di un lettore male informato. Non corrisponde infatti a verità l’affermazione secondo cui Mediaset intenderebbe trasferire la propria sede legale in Olanda “perché in quel Paese si pagano meno tasse”. Come noto, il progetto Mediaset prevede che la nuova holding olandese Mfe abbia residenza fiscale in Italia e quindi tutte le imposte versate da Mediaset Italia continuerebbero a restare interamente nel nostro Paese.
Direzione Comunicazione Mediaset
Le sentenze della Consulta non sono appellabili. Purtroppo
Gentile Direttore, le scrivo in merito al suo editoriale del 13 febbraio “E ora, tutti fuori”, per chiederle un approfondimento su tale argomento e se il governo o chi per esso ha effettuato un ricorso verso questa sentenza, che come lei ha scritto sarebbe addirittura incostituzionale perché verrebbe applicata solo a certi tipi di reati e non ad altri. Nella sempre più vasta confusione che regna indisturbata anche nei piani alti delle varie Corti e Consulte un po’ più di coerenza e Costituzione non guasterebbe. Un caloroso saluto a tutta la redazione del Fatto.
Emiliano Teobaldelli
Caro Emiliano, le sentenze della Consulta non sono appellabili. E, almeno in questo caso (vedi il commento del giudice Esposito a pag.13 del Fatto di mercoledì 18 febbraio), aggiungo: purtroppo.
M. Trav.
È nell’interesse comune rispettare la normativa dell’Ue
Egregio Direttore, noi facciamo parte da molti anni dell’Unione Europea e dobbiamo quindi accettare, seguire e rispettare la normativa europea in tutti i campi, il che, secondo me, va molto nel nostro interesse e nella nostra convenienza. Se però vogliamo uscire dall’Unione europea allora facciamo un referendum come è stato fatto in Gran Bretagna e decidiamo in merito ma fino a quel momento noi facciamo parte dell’Unione europea e secondo me a conti fatti penso che a noi convenga restare nell’Unione Europea.
Franco Rinaldin
Sfratti Aler a Milano, l’umanità è morta
Sono un’assidua lettrice del Fatto e voglio portare alla vostra conoscenza questa mia emblematica esperienza. Ho assistito il 19 febbraio 2020 a uno sfratto Aler a una donna sola in situazione di grande difficoltà. Sono entrata nell’appartamento svuotato della donna sfrattata e ho potuto verificare la sconvolgente situazione di degrado in cui la stessa si adattava a vivere: un solo calorifero funzionante in tutta la casa, muffa in ogni angolo e sul soffitto. Eppure per questo appartamento l’Aler aveva rifiutato l’accordo per un piano di rientro del debito, e alle richieste di spiegazione aveva proceduto con risposte arroganti, espresse in neanche tanto fine burocratese. Non sono mancate le richieste di aiuto agli enti pubblici che si occupano del problema casa a Milano: tante parole, a volte affettuose, ma mercoledì scorso, la donna era sola; anche l’assistente sociale di zona a cui si era rivolta perché la sostenesse con la sua presenza, ha risposto che le avrebbe fatto sapere. Ora, io sono solo una persona che non sa girarsi dall’altra parte, ma mi pare che questa diffusa situazione a Milano sia, ormai, esplosiva: gli affitti sono così alti che una persona sola che ha la fortuna di avere uno stipendio normale non può farcela, e se non ce la fa deve essere aiutata. Le mie tasse servono anche a questo! Milano non è solo una vetrina della moda delle fiere, del turismo, Milano deve essere una città per gente normale che ha diritto a vivere dignitosamente. In quel momento cruciale non c’era nessuno a denunciare lo scandalo all’ispettore Aler che, probabilmente, seppure con scarsa sensibilità, eseguiva solo il suo lavoro. Aler va controllata anche nelle singole situazioni segnalate. E mi viene il dubbio che in questo sistema milanese ci sia qualcosa di malato, perchè il consumo di suolo pubblico è sotto gli occhi di tutti, si costruisce in ogni angolo, allora perché gli affitti e le condizioni di ingresso sono così spaventosamente esosi? Occorre un sistema di controllo efficace, un piano strutturale alla portata delle condizioni di un cittadino medio e di un piano di assistenza per chi non ce la fa.
Marianna Saraceno
Renzi gira il mondo, ma resta fisso al 4% dei consensi
Spero che, al più presto, qualcuno che vuole bene all’ex premier Matteo Renzi gli spieghi che lui e il suo partito personale (Italia Viva) hanno, secondo i sondaggi più favorevoli, al massimo il 4.2% di consensi. Con una così miserrima percentuale sarebbe il caso, se non vuol cadere nel ridicolo, la smettesse di atteggiarsi a Deus ex Machina della politica italiana.
Mauro Chiostri
I nostri errori
Nell’intervista all’avvocato Genchi, per una svista gli ho attribuito un’inesattezza: la lettera inviata al procuratore Tinebra, dopo il suo allontanamento dalle indagini sulle stragi, venne firmata dai magistrati Ilda Boccassini e Fausto Cardella (e non Sajeva). Dell’errore mi scuso con gli interessati e con i lettori.
g.l.b.