“Questo non è il pianeta Terra” disse Cone alla compagna. “Questo è l’inferno”. Ma non lo era. Era soltanto Odessa. (…) Nel 1982, grazie ai trentasette morti ammazzati nella contea di Ector, Odessa si conquistò l’invidiabile primato di città con il più alto tasso di omicidi del paese. (…) Un anno più tardi Odessa salì di nuovo agli onori della cronaca quando qualcuno commise il madornale errore di accusare Leamon Ray Price, un evaso dell’Alabama, di aver barato durante una partita a poker. Price, offeso dall’accusa, se ne andò in bagno e ricomparve poco dopo sparando all’impazzata con la sua trentotto. Si barricò dietro una libreria. (…) Quando giunse sul luogo, l’ispettore Jerry Smith si trovò di fronte una scena da Far West (…). Price si diede alla fuga lasciandosi dietro due morti e due feriti. Commise l’errore fatale quando tentò di intrufolarsi in una casa dall’altro lato della strada. Il proprietario, spaventato dal rumore, fece ciò che ritenne più appropriato: estrasse la sua pistola e lo freddò.
È una pagina di Friday Night Lights (Una città, una squadra, un sogno) di H.G. Bissinger. La copertina (tre giocatori di Football statunitense si tengono per mano), il titolo, l’epoca e il titolo allontanano dalla realtà: quello di Bissinger è un grandissimo saggio, o un articolo di grande cronaca lungo 400 e oltre pagine, crudo nella sua essenza, giocato su tonalità bianche e nere senza dover ricorrere al “colore” per stupire.
Pochi gli aggettivi. Poche le metafore. Poche le concessioni al lettore, non esistono alterazioni per sedurre, ma solo la rara capacità del narratore di scovare un epicentro, anzi l’epicentro, per poi affondare in tutte le stratificazioni della società e tornare al probabile punto in cui tutto ebbe inizio, o il “c’era una volta” rovesciato. Per questo, nel 1989, Bissinger è andato a vivere, per un anno intero, in una piccola città sperduta al centro del Texas, la famigerata Odessa, circa 100 mila abitanti e un tasso di criminalità spaventoso.
A Odessa c’è morte, povertà, razzismo, crisi, solitudine, droga, alcool già da minorenni, ma un unico momento di unione: la squadra liceale di football, l’orgoglio trasversale, o come spiegano gli stessi abitanti, “l’unica ragione di vita”, tanto da raggruppare migliaia e migliaia di persone per ogni match, da catalizzare l’intera settimana in attesa del venerdì sera: due ore di sospensione, di endorfine fondamentali per l’esistenza, in cui si incrociano le speranze dei ragazzi, dei genitori versi i figli, le frustrazioni per chi ha fallito, le recriminazioni, le giustificazioni rivolte a se stessi e alla società intera. E Bissinger affonda nella loro realtà, analizza Odessa, ma parla degli Stati Uniti nella loro complessità, utilizza lo sport come vetrina, alterna la tensione dello spogliatoio con l’azzeramento mentale fuori dallo stesso. In parte è come J.R. Moehringer quando ha scritto il capolavoro su Agassi (Open). Moehringer ha nel curriculum un Premio Pulitzer; anche Bissinger ne ha vinto uno: per il giornalismo investigativo. E con questo libro si capisce il perché.
Friday Night Lights. H.G. Bissinger, Pagine: 407, Prezzo: 20, Editore 66thand2nd