In Italia – Il caldo anomalo non si ferma e con un mese d’anticipo i primi albicocchi fioriscono al Nord. Durante il foehn di martedì scorso pareva maggio, con temperature massime fino a 25 °C a Termoli (record per febbraio), e il vento impetuoso legato alla tempesta Sabine in Europa centrale (Ciara secondo la nomenclatura del Metoffice) ha abbattuto alberi e scoperchiato tetti (121 km/h a Urbino; una vittima a Traona, Sondrio). Sotto correnti da Ponente ogni tanto la pioggia arriva tra Liguria e Toscana (82 mm sulle Alpi Apuane giovedì notte), mentre nelle valli valdesi del Piemonte dato il pericolo di incendi stasera non si terranno gli storici falò delle libertà.
Nel mondo – Seguendo uno schema che si ripete da inizio inverno il Nord Atlantico continua a partorire burrasche di inconsueta intensità. Pur senza raggiungere la violenza di Lothar (dicembre 1999) o Burglind (gennaio 2018), Ciara ha spazzato mezzo continente tra domenica 9 e martedì 11 febbraio: otto vittime dal Regno Unito alla Slovenia, caos nel traffico aereo, stradale e marittimo, allagamenti, danni e black-out specie in Inghilterra, 180 mm di pioggia in 24 ore nel Lake District e vento a 156 km/h sull’isola di Wight; a Francoforte una gru è crollata guastando il tetto della cattedrale. Raffiche ancora più furiose in Corsica (219 km/h sul Capo), e nuovo record invernale di caldo per tutta l’isola, 27,8 °C ad Alistro (foehn). Venerdì incredibili venti fino a 256 km/h anche in riva al mare in Islanda, e ieri la nuova tempesta “Dennis”, tra le più profonde mai viste in Nord Europa con pressione di circa 920 ettopascal, ha causato altri danni sulle isole britanniche. Poche zone al mondo sono state più fredde del solito a inizio febbraio, tra cui Alaska e Medioriente: mortali valanghe in Turchia (41 vittime tra cui molti soccorritori), e 4 cm di neve martedì 11 a Baghdad (precedenti solo nel 1914 e 2008). Gelo intenso ma breve in quello che per ora resta l’inverno più mite dal 1895 negli Usa, -37 °C giovedì nel Minnesota. Intanto, dopo l’anteprima del programma Copernicus, la Noaa conferma il gennaio 2020 come il più caldo nel mondo con 1,14 °C sopra la media del XX secolo! Qualora validati dall’Organizzazione meteorologica mondiale, i 20,7 °C di domenica 9 febbraio alla base Marambio costituirebbero un nuovo record di tepore per tutta l’Antartide (isole comprese), a pochi giorni dal primato continentale di 18,3 °C alla base Esperanza. Ulteriore segnale preoccupante da una regione che determinerà il destino delle città costiere, da New York a Mumbai: la più aggiornata valutazione del ruolo della fusione dei ghiacciai antartici nell’aumento dei livelli marini, coordinata da Anders Levermann del Postdam Institute for Climate Impact Research (Projecting Antarctica’s contribution to future sea level rise, su Earth System Dynamics), prevede fino a +58 cm già in questo secolo nello scenario “business-as-usual”, a cui si aggiungerà la dilatazione termica dell’acqua più calda e la fusione nei restanti ghiacciai del mondo. Come la Mer de Glace, il più grande della Francia, sul Monte Bianco, la cui lingua perde circa 5 metri di spessore all’anno: giovedì Emmanuel Macron l’ha visitato – guidato dal glaciologo Luc Moreau e dal climatologo Jean Jouzel – per rendersi conto del riscaldamento globale e sancire, speriamo, il suo impegno ambientale. Invito i presidenti Mattarella e Conte a fare altrettanto: mi offro di accompagnarli al capezzale dei ghiacciai sul versante italiano. A 79 anni è mancato Rajendra Pachauri, ingegnere ed economista indiano che dal 2002 al 2015 guidò l’Ipcc in un periodo cruciale per i negoziati sul clima: nel 2007 sotto la sua direzione l’organo Onu ricevette insieme ad Al Gore il premio Nobel per la pace.