Washington accusa Pechino di scarsa trasparenza nella gestione dell’epidemia di Covid-19. Poche ore dopo che le autorità cinesi hanno annunciato i nuovi criteri utilizzati nel conteggio dei contagi, il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha portato l’affondo: “Il presidente Xi aveva promesso al presidente Trump che la Cina sarebbe stata aperta alla cooperazione, anche con l’Onu e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che avrebbe accettato il nostro aiuto. Ma non lo stanno facendo”, ha detto l’esponente dell’amministrazione Usa. Che ha aggiunto: “Non è questione di Pil, ma di cosa sta accadendo alla salute del popolo cinese”.
Poche ore prima le autorità della provincia dello Hubei, epicentro dell’epidemia, avevano comunicato che in un solo giorno il coronavirus ha ucciso 242 persone, portando a 1.350 i decessi in Cina, dove i contagi salgono a quota “48.206”. Nello stesso aggiornamento, la commissione sanitaria ha confermato altri 14.840 nuovi casi. L’impennata è dovuta a una modifica dei criteri utilizzati nella definizione di “caso” decisa dalle autorità sanitarie. A partire dal 12 febbraio, ha confermato l’Oms, lo Hubei include tra i casi confermati anche quelli diagnosticati clinicamente. “Il cambiamento nella definizione è stato fatto per includere pazienti che presentano i sintomi della malattia, che ovviamente sono molti di più – spiega al Fatto Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene e Medicina preventiva dell’università di Pisa – Sono quelli che si trovano nei focolai epidemici, hanno febbre, tosse e polmonite ma non hanno ancora avuto la conferma di laboratorio”. “Ora nella provincia dello Hubeiun medico può classificare un caso sospetto di Covid-19 come caso clinicamente confermato sulla base di lastre del torace – prosegue il docente – Per questo il numero è aumentato. Lo scopo è includere nei programmi più gente possibile e sottoporla al più presto alle cure. Inoltre in questo modo la stima diventa un po’ più attendibile”, conclude Lopalco. Dei 14.840 casi aggiunti, si calcola, 13.332 sono dovuti alla nuova classificazione, mentre 1.508 sono realmente nuovi contagi.
Se gli Usa esprimono dubbi, Sergio Mattarella ha rinnovato il sostegno di Roma a Pechino: “Abbiamo un nemico comune nell’epidemia in corso e come ha scritto il presidente Xi Jinping nel messaggio che mi ha inviato, le difficoltà sono temporanee, le amicizie imperiture”, ha detto il presidente della Repubblica parlando al Quirinale in occasione dei 50 anni delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. “L’Italia – ha aggiunto – esprime fiducia e sostegno alla Cina nell’emergenza contro l’epidemia e nell’impegno per assicurare la sicurezza sanitaria internazionale”.
Da ieri il timore delCovid-19 serpeggia anche tra le pieghe delle previsioni sul futuro dell’economia europea che arrivano da Palazzo Berlaymont e nell’analisi che ne viene fatta negli uffici di via XX Settembre. Le stime per l’Ue a 27 e la Zona Euro restano invariate, ha comunicato la Commissione europea: nel 2020-2021 cresceranno rispettivamente di 1,2% e 1,4%, come previsto a novembre. “La crescita prosegue con passo costante e moderato”, scrive Bruxelles, che mette in guardia dai “nuovi rischi” come il Coronavirus che la lasciano le prospettive “ancorate al ribasso”. Per ora si vedono effetti globali “limitati”, ma “più a lungo dura e più essi impatteranno su sentimento economico e condizioni globali di finanziamento”.
Nel club dei Paesi Ue, prevede l’esecutivo comunitario, l’Italia è il fanalino di coda: Roma crescerà appena dello 0,3% nel 2020, dopo essere aumentato dello 0,2% nel 2019, per poi espandersi dello 0,6% nel 2021. Solo tre mesi fa la crescita prevista era dello 0,4% per quest’anno e dello 0,7% per il prossimo. Nel commentare i dati il ministero dell’Economia italiano ha sottolineato il “fattore di rischio per la crescita globale” costituito dal Coronavirus, “che impatterà anche sull’economia italiana per almeno due-tre mesi ma i cui effetti non possono ancora essere quantificati”.
Paolo Gentiloni inquadra addirittura l’epidemia come “primo rischio” per le prospettive dell’economia dell’Ue. L’impatto della malattia sulla “salute pubblica, sulle vite umane e sull’attività economica resta incerto”, dato che, ribadisce il commissario europeo all’Economia, “dipenderà molto dalla durata dell’epidemia e dalle misure di contenimento dispiegate e da quelle adottate dalla Cina”.