Sono circa 600. Sono tornati negli ultimi 14 giorni dalle aree della Cina colpite dall’epidemia di Coronavirus o lo stanno facendo in queste ore. E quindi, secondo il monitoraggio del ministero dell’Istruzione, sono interessati dalle due circolari con cui il dicastero della Salute ha dettato le regole per gestire il loro rientro in Italia.
L’aggiornamento dell’8 febbraio “è chiaro – spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli – e invita le famiglie a contattare il preside se sono tornate dalle regioni della Cina colpite dal contagio da meno di 14 giorni. Il dirigente scolastico poi avvisa la Asl”. Per costoro il documento prevede un monitoraggio con “permanenza volontaria a casa” per la “puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV”. “In Italia ci sono tre ricoverati – prosegue Giannelli –, se le cose cambiassero e ci trovassimo di fronte a una pandemia, le misure potrebbero essere modificate anche in modo drastico. Al momento la circolare è proporzionata”.
Il Miur prepara una circolare con cui risolvere il problema delle assenze. “L’intento – spiegano dagli uffici di viale Trastevere – è fare in modo che chi resta a casa nell’ambito delle misure di contrasto al virus sia giustificato”. Al momento l’orientamento è quello di considerare “lecite” le assenze degli alunni tornati dalla Cina e quelle dei loro compagni di classe.
Sull’asse Roma-Pechino, intanto, si consuma un nuovo scambio sul blocco dei voli diretti deciso dalle autorità italiane, contro il quale la Cina protesta da giorni. “Speriamo che l’Italia possa valutare la situazione in un modo obiettivo, razionale e basato sulla scienza, rispetti le raccomandazioni autorevoli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e si astenga dal prendere misure eccessive”, è l’auspicio espresso ieri dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang. “Noi abbiamo preso la decisione sulla scorta di quelle che erano indicazioni del ministero della Salute, che non ha agito in maniera politica – il commento del ministro degli Esteri Luigi Di Maio –, gli esperti e gli scienziati hanno detto quali erano i rischi”.
I contagi aumentano in Europa e nel resto del mondo. Secondo l’Oms sono 40.235 i casi confermati in Cina e 909 i decessi. Al di fuori sono saliti a quota 319 in 24 Paesi, con una vittima nelle Filippine. “La rilevazione di un piccolo numero di casi potrebbe indicare una più estesa trasmissione in altri Paesi – ha detto ieri il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus –. In breve, potremmo soltanto aver visto la punta dell’iceberg”. Secondo cui sono 40.235 i casi confermati in Cina e 909 i decessi. “La diffusione dalla Cina sembra rallentare ora, ma potrebbe accelerare”, ha proseguito Ghebreyesus annunciando la prossima riunione di 400 esperti mondiali nella sede dell’Oms e la partenza di una missione internazionale alla volta di Pechino.