Caro Sherlock, leggo con molto interesse le vostre inchieste. Così anche per il viaggio nel “pianeta nuove droghe”. Per essere onesto, come genitore oltreché come lettore, molte delle cose che avete scritto su queste nuove sostanze le ignoravo del tutto. E mi sembra chiaro che bisogna attrezzarsi, perché abbiamo davanti un fenomeno estremamente preoccupante e incontrollato. Se basta acquistare online, e poi ricevere il tutto per posta, come è possibile contrastare queste nuove droghe? È un mercato che attrae soprattutto i giovani, che non sempre hanno la maturità per comprenderne la pericolosità. Che fare dunque?
Marco B., vostro lettore e padre preoccupato
Gentile Marco, dal punto di vista del suo essere genitore non vi è dubbio che informarsi e informare i propri figli sugli effetti dirompenti di queste sostanze è la prima cosa. In Italia sono in aumento i ricoveri per intossicazioni da droghe sintetiche. In molti casi l’età dei pazienti non supera i 16 anni. Questo vale per buona parte delle nuove droghe, dai cannabinoidi sintetici fino alla pericolosissima ketamina, sostanza medica che ha effetti dissociativi molto rischiosi. Di certo la battaglia non è semplice, visto che anche i sequestri di queste sostanze sono in netto aumento rispetto al solo 2018. Il che significa più droghe a disposizione, e più consumatori. Un fronte questo tenuto oggi in grande considerazione dalle nostre forze dell’ordine. Il primo baluardo è bloccare l’arrivo in Italia di queste droghe. Non è facile perché sono piccole e inodore. Per questo la Direzione centrale per i servizi antidroga ha da pochissimo iniziato la sperimentazione del progetto Hermas. Si tratta di un piano in due fasi. La prima è quella di costituire un grande database o centrale di rischio dove far confluire tutti i dati sensibili (nuove sostanze, paesi di origine, rotte) da mettere a disposizione delle forze dell’ordine. La seconda fase è quella di dotare chi deve controllare i pacchi in arrivo di speciali scanner con terminali digitali in grado di riconoscere la presenza della sostanza anche se contenuta in una busta e in dosi millesimali. È la nuova frontiera del contrasto che si giocherà nei prossimi mesi soprattutto negli aeroporti italiani. Il resto sta in un’opera di informazione nelle scuole per illustrare gli effetti devastanti di queste sostanze. Grande interprete di questa opera di divulgazione è certamente Carlo Locatelli, direttore del Centro nazionale di informazione tossicologica presso gli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia.
Davide Milosa