Nessuna “omologazione”: i 5S sono rimasti fedeli a loro stessi
Gentile Direttore, è deprimente dover accettare che una forza politica come il Movimento 5 Stelle fondato per dare potere alle realtà territoriali, senza la figura di un capo politico, i cui parlamentari sarebbero stati tassativamente solo dei portavoce, che ogni decisione importante sarebbe stata sottoposta al voto online degli iscritti, una volta al potere abbia abbandonato i principi fondanti, compreso quello che non avrebbe fatto alleanze di governo. L’omologazione con la vecchia politica, che tutta definiva il M5S antipolitica, è stata rapidissima e si sono create le condizioni per cui si è cominciato a parlare di “capo politico”, di “carisma” con nomine calate dall’alto. La punizione per l’abbandono delle regole fondanti è subito arrivata dalle urne, ma con le dimissioni Di Maio non ha chiarito le cause di questo declino, se non riferendosi a “traditori” interni. Immaginiamo, senza schemi fissi in testa, uno scenario possibile dopo i risultati delle ultime elezioni politiche, che dettero il 33% al M5S (primo partito in Italia), in cui si doveva mantenere per prima cosa la promessa elettorale di non fare alleanze di governo e, in mancanza di governabilità, chiedere una nuova legge elettorale che la consentisse (proporzionale con premio di maggioranza e divieto di presentarsi in coalizione). Sono sicurissimo che, in quella situazione politica, in piena vittoria elettorale, il traguardo di una nuova legge elettorale sarebbe stato raggiunto e con esso un governo capace di attuare il proprio programma. Il peccato originale è quello di non mantenere la parola e la politica in questo è campione del mondo, ma se lo fa chi propone trasparenza, onestà, coerenza, rispetto del programma politico, il tonfo è assicurato.
Paolo De Gregorio
Mi scusi, Paolo, ma a me risulta che senza un leader nessuna forza politica, per legge, può presentarsi alle elezioni. Quanto all’“omologazione”, non riesco a vederla, visto che molte bandiere dei 5 Stelle sono diventate leggie con l’ostilità di tutti gli altri partiti. Gli errori dei 5 Stelle sono ben altri.
M. Trav.
Elezioni regionali, Sardine: una boccata d’aria fresca
Alcune riflessioni sulle votazioni: l’uscita di Renzi dal Pd ha fatto un gran bene al Pd medesimo. Il voto in Calabria è meno chiaro. Complessivamente mi sembra che non abbia vinto nessuno, ma si siano solo evitati alcuni gravi rischi.
Il crollo dei 5 Stelle va letto, come per tutti gli altri partiti o movimenti, nella perdita di identità che è penalizzante sempre. Hanno sbagliato prima ad assecondare la Lega, adesso devono fare attenzione a non assecondare troppo il Pd. Quota 100 va difesa a oltranza e rinnovata alla scadenza. La legge Fornero va abolita. Il sistema pensionistico va rivisto. I No Tav hanno ragione e andavano difesi. Non credo che la gente volesse il taglio dei parlamentari. Quello che molti di noi vorrebbero è l’eliminazione dei privilegi e la riduzione dei compensi che sono veramente esagerati, la concessione ad Autostrade va tolta, mancherebbe altro. Le Sardine hanno portato un vento di freschezza, benvenute!
Sono riuscite a dare a molti uno scossone, convincendoli anche ad andare a votare, il che è servito a evitare danni peggiori.
Grazie Sardine!
Albarosa Raimondi
Piombino, rischiano gli operai ma anche il territorio
Vorrei esprimere tramite il vostro giornale tutta la mia solidarietà, da cittadino di questo territorio di Piombino, per l’iniziativa di un gruppo di lavoratori ex acciaierie: tre giorni di sciopero della fame con un presidio nella piazza principale della mia città. Chiedono al governo di smuovere la situazione di questo storico stabilimento, il secondo in Italia dopo Taranto. La situazione comincia a preoccupare su varie prospettive lavorative, bonifiche, e di sviluppo per Piombino.
Massimo Aurioso
Il messaggio di Gratteri sarebbe utile nelle scuole
Caro direttore, ho avuto modo di vedere il video della conferenza-denuncia del Procuratore Gratteri, dando il via all’arresto di quasi 350 persone. Credo che sarebbe utilissimo proiettare quel video in tutte le scuole del Paese.
Pasquale Mirante
Emilia-Romagna, bisogna ringraziare chi ha votato
Parto da un dato: finché le persone decidono di scendere in piazza per dimostrare civilmente i propri sentimenti e le proprie aspettative, per denunciare gli errori di chi ci governa e per sfidare chi ritiene negativo, la società civile mantiene accesa la speranza che la politica faccia ciò che deve. Quindi ben vengano le Sardine, i giovani che si organizzano sono il futuro. Pazienza se De André ha sempre temuto gli uomini che si organizzano, per questa volta mi permetto di essere in disaccordo con lui. Arrivare a ringraziarle per l’esito del voto emiliano-romagnolo, però, mi sembra troppo. Non perché non sia vera la riconoscenza politica che il Pd deve loro, ma perché ringraziarli e basta nasconde il nocciolo della questione: se a qualunque chiamata elettorale almeno il 67% degli aventi diritto andasse a votare, forse le Sardine sarebbero persino solo un contorno.
Barbara Tronch