Matteo Salvini è pronto a sbarcare in Puglia il prossimo 19 febbraio, ma ad attenderlo, a Taranto, ci saranno ancora una volta le Sardine. “Siamo una città di mare e siamo una terra accogliente, non si viene a speculare sulla nostra terra, abbiamo chiesto alle Sardine emiliano-romagnole di fare rotta al Sud perché sapevamo che Salvini dopo la sconfitta avrebbe puntato sulle comunità più deboli, come la nostra”, spiega MariaStella Baglioni, Sardina tarantina. “L’ipotesi che qualcuno possa venire a fare campagna elettorale cercando di dividere i malati dagli operai qua non è accettabile, ogni famiglia sa bene cosa vuol dire avere un malato e un operaio, siamo una città piagata e piegata che sta tentando in tutti i modi di alzarsi, non ci serve un suo ennesimo colpo a effetto”.
È la cronaca a offrire al leader del Carroccio un’occasione su cui ritiene doveroso fiondarsi: lo sbarco a Taranto di poco più di 400 immigrati, di cui almeno 130 minori e 12 donne incinte, provenienti dalle zone sub-sahariane. Il tweet in merito ha scatenato la reazione delle Sardine pugliesi: “Andranno per il momento al Cara di Bari e molti di loro saranno ricollocati in base al programma della ripartizione europea in altri Stati membri, è già accaduto, nessuno dei migranti salvati in mare e sbarcati a Taranto, poi passati per il centro di identificazione dell’hot spot del porto ionico, è rimasto in questa città. Lui è stato ministro dell’Interno e queste cose dovrebbe saperle”. Sul posto e l’orario del fish-mob i tarantini stanno ancora valutando il da farsi, così come i “colleghi” liguri alla prese con l’organizzazione del primo e unico Sardina express.
L’idea è nata a Genova dopo una partecipata assemblea: un treno intero, ogni vagone un tema come l’ambiente, la sicurezza sul lavoro o l’educazione alla non violenza, in viaggio da Levante a Ponente fino al confine con la Francia. Un convoglio di partecipazione e arte, una sorta di favola contemporanea. Poi però è subentrata la dura realtà. Prendere un treno intero costa sui 50mila euro, una cifra irraggiungibile per le Sardine genovesi che hanno provato a contattare varie personalità per chiedere aiuto ma senza, finora, particolare successo.
Il crowdfunding bolognese è stato un successo, ma per ripetere la raccolta di fondi online servirebbe più tempo: si sta pensando infatti se rispetto alla data lanciata del 1º marzo non convenga posticipare. Altra soluzione possibile è quella di invitare tutte le sardine a munirsi autonomamente di biglietto ferroviario e percorrere la tratta prescelta tra Ventimiglia e Sarzana. “Vorremmo portare chi vorrà partecipare, lungo tutta la costa ligure, per giungere magari oltre il confine francese. Avremo bisogno dell’aiuto di tanti, si tratta di un progetto di inclusione di respiro europeo, un viaggio rappresentativo della memoria e delle migrazioni, un viaggio tra le bellezze della nostra Liguria e la bellezza della Costituzione e della carta di Nizza. Un viaggio per ricordarci la ferocia delle frontiere e il diritto delle persone a spostarsi, un viaggio di resistenza, consapevolezza e speranza” sottolinea la Sardina Roberto Revelli. Da Taranto a Genova passando per New York: martedì sera oltre 50 persone si sono incontrate per mangiare una pizza a Manhattan nella pizzeria Gino Sorbillo. I migranti italici hanno discusso delle recenti elezioni in Emilia-Romagna e Calabria, di Italia e di come muoversi nei prossimi mesi.
Le Sardine atlantiche, la cui portavoce è Simona Giunta, tra un bicchiere e una fetta di pizza hanno individuato le priorità per il futuro del movimento. “Organizzeremo appuntamenti culturali in tutta la città di New York senza tralasciare le periferie, vogliamo dire un chiaro no al razzismo, vogliamo costituire un gruppo attivo sui social per contrastare la propaganda delle destre e dei populismi”. Il presidente Donald Trump è avvisato, mai sottovalutare una Sardina.