Alessandro Aleotti non ci gira intorno, va dritto al punto: “Sono reale perché vivo in un quartiere normale di Milano e sono anche Re Ale perché sono il king del rap in Italia”. Alla presentazione del suo nuovo disco – in arrivo alle 24 di stanotte – ReAle, J-Ax decide di far parlare i suoi collaboratori attraverso un video: Max Pezzali (“Per me gli Articolo 31 sono stati fondamentali”), Jake La Furia (“J-Ax è il 50 per cento dei motivi per cui faccio questo mestiere”), Paola Turci (“Ho scritto solo per lui il mio primo pezzo per altri”), Boombadash (“È stato il primo a credere in noi”), Enrico Ruggeri (“Il suo valore aggiunto è la curiosità”).
ReAle è un album “impegnato e cazzone” per ammissione dell’artista, pieno di spunti e legami con l’attualità, raccontata come fiction. E qui parte la prima polemica: “Se hai bisogno del rap, il genere che tira da dieci anni, e lo porti a Sanremo devi sapere che ha i suoi canoni. Eminem è stato strapagato per fare l’ospite al Festival eppure lui raccontava di come una bambina aveva ammazzato la madre. Quindi tutto questo casino intorno ai testi è una roba da poveretti: una canzone è una canzone, un film è un film. Io non ho mai usato certi cliché del rap, non ho mai spacciato, ma le canzoni non sempre si scrivono in prima persona, le mie spesso sono il frutto della ricerca su un tema o su un fatto di cronaca. E prima di Junior Cally il vespaio era su Sfera Ebbasta: il rap va accettato nella sua totalità”.
Mainstream (La scala sociale del rap), è “una lettura ironica della parabola sull’artista 2.0, quello che nasce sui social. Io oggi, per citare il testo, mi sento un artista a tutto tondo, il popolo ti ama ma la gente più alla moda ti dà contro”. Il brano più controverso è senza dubbio Beretta, una presa di posizione contro ogni tipo di femminicidio: “Quando una donna subisce abusi fisici e psicologici la legittima difesa ci sta. Ho preso la storia da fatti di cronaca, io giustifico la donna che uccide il suo aguzzino. Così adesso Matteo Salvini smetterà di dire che sto col Pd. Io sono un libertario”. Pericoloso prosegue il filo dell’attualità sulla radicalizzazione della guerra dei sessi sui social, Quando piove diluvia è autobiografica e stigmatizza i periodi difficili di J-Ax: nel testo anche un riferimento a Fedez e alla settimana successiva l’abbandono del connubio artistico (“Se volete sapere cosa è successo basta fare due domande agli addetti ai lavori, io non ne parlerò mai più”).
C’è Il Pagante che aiuta J-Ax in Per sempre nell’83 a raffigurare i luoghi comuni della borghesia milanese, ancorata agli anni 80: “La ricchezza di Milano è portata da fuori, da chi sta nell’hinterland e crede nella città. Chi ha le spalle coperte non si è evoluto”. I sentimenti sono espressi in Cristoforo Colombo, dedicata “alla donna di cui si innamora” mentre in Siamesi si parla di razzismo in tutte le sue declinazioni. Il terzo Spritz è la canzone più divertente, nella quale lo “zio” J-Ax prende un po’ per i fondelli i pischelli (“magari non sono più quel pugile sul ring, certo non sono più quello che scopa le bitch, sono ancora in mezzo ai ragazzini vestiti Supreme”) ma subito dopo torna serio e affronta temi sentiti dagli adolescenti, come in A me mi: “Come quando andavo a scuola a disagio nel mio corpo, come nell’ora di ginnastica me ne vergogno”. J-Ax farà un mini tour negli store presentando un live unplugged da domani.