Di Pietro sembra Iago e il Movimento 5S Desdemona
Sul Fatto si è parlato sovente del grande errore compiuto dal M5S a proposito del caso della nave Diciotti. È su questo punto che si dovrebbe indirizzare la critica a Di Maio. Invece, in maniera trasversale, ora lo si attacca facendo credere che il caso della Diciotti sia uguale a quello della Gregoretti. Lo ha fatto anche Di Pietro per il gusto di dare dell’ipocrita a Di Maio che “non poteva non sapere”. Cosa dovrebbe fare ora il capo politico del M5S, sbagliare di nuovo per essere coerente? Con i Cinque Stelle sembra che Di Pietro abbia deciso di vestire il ruolo shakespeariano di Iago: mi pare legittimo sospettare che sia l’invidia e il rancore a ispirarlo. Non tanto per le critiche che sono sempre legittime, e i Cinque Stelle spesso le meritano, ma per la sua velenosità. Nel panorama politico, con l’ampia scelta di obiettivi da colpire, mi sembra che prendersela, in maniera spesso pretestuosa, con i Cinque Stelle sia come sparare sulla Croce rossa. Sono fin troppi (meglio dire quasi tutti) quelli che vorrebbero “strangolare” questa Desdemona.
Enza Ferro
Sanità, gli scandali purtroppo sono anche in Lombardia
C’è da rimanere basiti alle pretese della Lega di parlare di scandali nella sanità. Vivo in provincia di Monza e debbo constatare che la sanità in Lombardia è fra le migliori d’Italia come del resto alcuni parenti che vivono in Emilia dicono la stessa cosa della loro Regione. Il problema è che in Italia sono carenti o mancano del tutto i controlli e di conseguenza, visto che a dirigere questo importante e costoso settore vanno spesso i politici, si scoprono scandali e sperequazioni in ogni settore. Sugli scandali sanitari lombardi basterebbe aver letto Barbacetto, Dalla Chiesa e altri giornalisti del Fatto per avere materiale sufficiente per una biblioteca. In Emilia Romagna, dove sono nati i miei figli, le cose funzionano bene, ma a Bibbiano qualcosa è andato storto: in Italia i partiti stentano a riconoscere questi scandali mentre sono occhiuti se le malefatte sono sotto la giurisdizione di altre forze politiche.
Franco Novembrini
I talk show televisivi si sono trasformati in “bar sport”
Seguire un talk show politico è avvilente. Il conduttore introduce il tema della riforma del processo penale e sono chiamati a dibattere: un magistrato, un’esperta del fuorigioco, un giornalista tv e uno della carta stampata, entrambi sedicenti “garantisti”, in realtà amanti della giustizia censitaria. Il conduttore si cala nei panni dell’arbitro del rubabandiera. Non si permette di contraddire gli ospiti: il dovere di ospitalità prevale sull’amore per la verità. Lo studio si trasforma nel bar del comico Cacioppo, dove si può dire di tutto. La latitanza diventa esilio, la sentenza di prescrizione diventa assoluzione, la tangente si trasforma in liberalità. L’aspetto deprimente è l’alibi del “pluralismo” per giustificare le grida sguaiate di persone “ubriache”.
Carmelo Sant’Angelo
Le ricadute della politica sul voto in Emilia-Romagna
La presidente del Senato Casellati ha votato insieme al centrodestra confermando la data di domani per decidere l’autorizzazione a procedere o meno nei confronti di Salvini: sono d’accordo col Pd nel sostenere che la Casellati, avendo violato l’imparzialità, abbia l’obbligo di dimettersi. Intanto il premier Conte ha annunciato la riduzione del costo del lavoro e una riforma dell’Irpef più equa. Altra buona notizia è quella della Corte costituzionale che ha respinto la richiesta di referendum, avanzata dalla Lega, per l’abolizione della quota proporzionale nella legge elettorale. Vedremo come questo inciderà sul voto in Emilia-Romagna.
Luigi Ferlazzo Natoli
Diritto di replica
Gentile redazione, in merito all’articolo pubblicato ieri sul Fatto dal titolo “Il gasolio, lo sconto e la Lega. Rubligate minuto per minuto”, ci preme ribadire ancora una volta che la lettera di referenze citata, assolutamente anomala nel suo utilizzo rispetto alle procedure interne a Eni, è firmata dal sig. Des Dorides, licenziato dalla società per violazione delle procedure interne e dell’obbligo di riservatezza in relazione a un’operazione di acquisto di polietilene, ed era già stata utilizzata nel 2017 con soggetti terzi che nulla avevano a che fare con le vicende in questione. Non si comprende per quel motivo il Fatto continui a mettere in relazione agli eventi tale lettera di referenze, omettendo di specificare come questa sia stata prodotta 18 mesi prima delle circostanze in questione, a iniziativa personale di un ex dipendente di Ets (ora licenziato e denunciato da tempo per altri motivi), e già utilizzata nel 2017 da Euro-ib con una controparte diversa da fornitori russi e nel corso di un tentativo commerciale assolutamente diverso e mai concluso. Spiegheranno Euro-ib, l’avv. Meranda e ogni altro terzo coinvolto (rispetto ai quali l’Eni si è riservata di agire) su quali basi essi abbiano ipotizzato di poterne fare l’uso descritto negli articoli di stampa. Il continuo e costante riferimento a tale lettera genera deliberatamente confusione nel lettore e rappresenta in modo non corretto la realtà pacifica sopra descritta.
Ufficio stampa Eni