Instancabile e solitario. Nel giro di un mese Matteo Salvini ha partecipato a una quarantina di eventi in Emilia-Romagna, il doppio della candidata a governare quel territorio, Lucia Borgonzoni: 42 a 23, questi i dati aggiornati dal primo dicembre all’11 gennaio inclusi. Il leader leghista segue un copione apertamente dichiarato a Bologna lo scorso 29 dicembre allo Starhotel Excelsior: “Io e Lucia ci vedremo poco, facciamo iniziative diverse, lei incontrerà le categorie e le imprese, io da segretario della Lega incontrerò la gente”.
Detto, fatto. Il “Capitano” dai primi giorni di dicembre non perde occasione per girare l’ex regione rossa: da solo o al massimo accompagnato da qualche eletto del territorio. Lucia lontana, spesso dalla parte opposta della Regione. È possibile che l’aspirante presidente stia facendo anche molti incontri privati o comunque non pubblicizzati sui social, ma a colpire è il confronto con la massiccia presenza di Salvini, concentrato negli stessi giorni anche sulla Calabria dove pure si voterà il 26 gennaio.
Solo cinque gli incontri politici o eventi pubblici tenuti dai due senatori insieme: l’ultimo in ordine temporale il 9 gennaio scorso. Si sono visti a pranzo in un ristorante in provincia di Reggio Emilia. Un break tra “colleghi” e poi via di nuovo separati.
Un’altra differenza che balza agli occhi è che Borgonzoni ha concentrato, almeno finora, gran parte dei suoi appuntamenti a Bologna e comuni limitrofi, lasciando la provincia emiliano-romagnola a Salvini. Casa per casa, molto spesso senza nemmeno un palco, con le immancabili dirette su Facebook: Langhirano nel parmense, Vigarano Mainarda nel ferrarese, Fiumalbo nel modenese solo per citarne alcune.
Una strategia ben precisa, come rivelato da un fuori onda di Open. “Dov’è che si gioca la partita in Emilia-Romagna?” chiede un militante alla Borgonzoni. La senatrice, ignara di essere ripresa, disegna la mappa delle città che voteranno per lei e quelle dove bisogna spingere. È il 21 dicembre, e a Milano all’Hotel Da Vinci si sta svolgendo il congresso federale della Lega. Mentre nella sala congressi si consuma l’addio avvelenato dell’ex Senatùr Umberto Bossi, fuori al bar Borgonzoni chiacchiera dell’Emilia-Romagna con due delegati leghisti. “In Appennino siamo avanti, stra-avanti ma l’Appennino è solo il 17% del corpo elettorale. A Piacenza, Parma e Modena andiamo in compensazione tra il centro città, che è del Partito Democratico, e la provincia che è con noi”. Borgonzoni poi prosegue il ragionamento: “Abbiamo anche i territori intorno a Bologna, come i comuni di Casalecchio e San Lazzaro ma la partita si gioca a Reggio Emilia, bisogna spingere lì”.
Reggio Emilia uguale Bibbiano, il paese dove quest’estate è esplosa l’inchiesta del procuratore Marco Mescolini sul presunto malaffare nella gestione degli affidi di bambini. Dalla maglietta “parlateci di Bibbiano” sfoggiata dalla candidata in Senato ai consigli di marketing per gli aspiranti consiglieri regionali, “usate Bibbiano come una clava”, la provincia reggiana sembra essere il nodo delle prossime elezioni.
“Questa è una regione grande, c’è bisogno di tutti dappertuttto” ha spiegato Salvini a quei, pochi, sostenitori che l’hanno raggiunto in piazza Prampolini a Reggio Emilia per motivare l’assenza della candidata del Carroccio. “Con Lucia ci becchiamo una volta ogni due, tre giorni per fare il punto. Da fine dicembre ho fatto già 30 incontri sul territorio, è importante perché dopo 50 anni ogni singolo voto può fare la differenza e per questo mi auguro anche che ci sia un’affluenza al voto fortissima”.
Cinque anni fa gli elettori che si recarono alle urne furono solo il 37,71% contro il 68% delle precedenti elezioni. L’allora sfidante leghista del centro destra, Alan Fabbri, attuale sindaco di Ferrara, raccolse 374.736 voti, Bonaccini 615. 723.
Il 18 gennaio, finalmente, Matteo e Lucia saranno insieme a Maranello in provincia di Modena. Ad annunciare l’evento è stato lo stesso Salvini caricandolo come immagine social: su uno sfondo rosso acceso si legge “L’Emilia-Romagna che sogna, che corre, che vince!”