Oltre cento perquisizioni, quartieri chiusi a cintura, palazzi blindati da elicotteri in volo: tre arresti e il sequestro di una bomba carta dal peso di tre chili e mezzo. “Grazie alla magistratura di Bari e Foggia e alle centinaia di donne e uomini delle Forze di polizia è stata data una risposta immediata ai recenti episodi delittuosi che hanno colpito quel territorio”, ha dichiarato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dopo il blitz dell’altra notte in città e provincia. Dall’inizio del 2020 ci sono stati due attentati incendiari compiuti la notte di San Silvestro ai danni di bar e l’esplosione dell’auto, con una bomba, di un testimone. In prima fila contro questa preoccupante escalation di violenza ci sono, in particolare, due uomini: Giuseppe Volpe, procuratore della Dda di Bari e Ludovico Vaccaro, procuratore capo di Foggia. Lavorano insieme, con un obiettivo comune. “È il metodo del noi, non ci sono singoli ma un gruppo che opera d’intesa, un protocollo innovativo fortemente voluto fin dal primo giorno che sono arrivato qua – spiega Volpe – le grosse operazioni ai danni della criminalità organizzata sono il risultato di questo lavoro, i risultati se si lavora insieme arrivano, i diversi attori di polizia giudiziaria sanno che devono informare prontamente entrambi, poi dopo a seconda dell’episodio e della competenza si decide, ma le informazioni vanno condivise”.
In un territorio ampio come questo il punto è essenziale. L’ambito della Procura di Foggia e del circondario limitrofo è di circa 7.200 chilometri quadrati. Per fare un esempio, la regione Liguria è in tutto 5.400 chilometri quadrati e ha quattro procure e quattro squadre mobili. Il Molise, meno della metà come estensione territoriale e abitanti, ha tre procure e altrettanti tribunali. La vastità, e la ricchezza, dell’area spiega anche perché esistano tre diverse organizzazioni criminali, forse anche quattro.
“Rispetto alle mafie storiche come ’ndrangheta e camorra le organizzazioni criminali di Foggia sono diverse, più recenti , non hanno quel substrato storico della mafia napoletana o calabrese. Risalgono alla metà degli Anni 80, ma non per questo la loro violenza va sottovalutata, anzi. – sottolinea Vaccaro – Sono violenti e sanguinari, molto rudimentali e grezzi ma con una forza distruttiva economica devastante. La Società Foggiana è l’unica che abbia un nome, agisce con l’estorsione in città e anche nella zona di San Severo. Almeno fino a poco tempo fa, abbiamo notato una certa autonomia negli ultimi mesi che ci fa pensare che si possa costituire un’altra ‘batteria’ su San Severo. La mafia cerignolana, del Basso tavoliere, si è specializzata in rapine ai danni di furgoni portavalori anche in altre parti d’Italia e di spaccio di cocaina. Infine c’è la garganica che si dedica alla droga leggera che arriva dai paesi dell’Est”.
Per entrambi i magistrati quello che potrebbe fare la differenza è un aumento dei colleghi pm con interventi strutturali. “Oggi la vera necessità è implementare il numero dei magistrati, senza si allungano i tempi di risposta della Giustizia, un danno enorme se un arresto si ritarda di qualche mese” spiega Volpe. In linea con il collega di Foggia Vaccaro: “Mancano pm, giudici e aule, a volte non possiamo fare le udienze per mancanze di personale e sembra che la risposta della Stato tardi ad arrivare o manchi. Non è così ma ci serve più personale, assolutamente”. Soprattutto in un momento come questo in cui i primi cittadini decidono, con coraggio, di denunciare. “Penso che gli episodi di questi ultimi giorni siano il segno di una difficoltà delle organizzazioni criminali dopo i colpi inferti, qualcuno comincia a parlare e non piace alla mafia. Ci sono alcuni commercianti che hanno iniziato a indicarci i nomi di chi li ha ricattati, è il momento del coraggio, Foggia non può essere una saracinesca chiusa per paura o divelta dalle bombe” chiude Vaccaro.