Il Conte bis è arrivato a Natale nonostante le bizze di Renzi
Una volta si diceva di una squadra che non stava giocando bene in campionato, che forse il suo allenatore non avrebbe “mangiato il panettone”, perché sarebbe stato esonerato prima di Natale. Mi pare che non si possa dire altrettanto di Conte e del suo governo, perché senza ombra di dubbio il panettone lo mangeranno. Poi si vedrà. Insomma, i 4 alleati – o meglio i 3, se si esclude LeU che ha manifestato serietà e responsabilità con il suo leader Speranza – non fanno che trovare effimeri accordi sui singoli temi in discussione, per passare poi a brusche rotture. Basti pensare alla banderuola Renzi, leader di Italia Viva, che vive (mi si scusi il bisticcio) alla giornata, seguendo la propria utilità contingente.
E anche per quanto riguarda i 5S e il Pd si passa da momentanee convergenze a brusche giravolte. Al momento si ha l’intesa sul sì all’autorizzazione a procedere nei confronti del gigione Salvini, con qualche esitazione da parte di Renzi per la sua affinità elettiva con l’altro Matteo. A questo punto non si capisce perché il gradasso leghista – che si dichiara innocente – faccia il diavolo a quattro perché venga respinta l’autorizzazione a procedere richiesta nei suoi confronti dal Tribunale di Catania.
Luigi Ferlazzo Natoli
Nessun ministro ha il diritto di lasciare i profughi al largo
Sul caso della nave Gregoretti, come fu anche per la Diciotti, tutti a pontificare se sia stata una scelta collegiale dell’intero governo o, altrimenti, del solo ministro dell’Interno Salvini. Nessuno che entri nel merito della questione: le due navi, lasciate in mare per giorni e giorni, erano cariche di esseri umani. Ripeto, persone in carne e ossa, uomini, donne e bambini tenuti a “bagnomaria” senza colpe. Che sia Salvini o tutto il governo ad aver deciso tali mostruosità, in ogni caso si dovrebbe andare a giudizio: ci sono leggi che si devono rispettare, e le devono rispettare tutti, anche i membri dell’esecutivo. Lo scandalo delle immunità con cui la casta difende se stessa dovrebbe finire.
Mauro Chiostri
DIRITTO DI REPLICA
Egregio direttore, in relazione al vostro articolo “Zero trasparenza, tanti soldi. I peccati di ieri (e di oggi) dello Human Technopole” (Laura Margottini, 18 dicembre) ci preme respingere i dubbi rispetto all’asserita mancanza di trasparenza della Fondazione Human Technopole. Lo Statuto della Fondazione prevede, infatti, una serie di presidi finalizzati a garantire che l’attività sia soggetta all’indirizzo e al controllo pubblico, in un rapporto di completa trasparenza con le amministrazioni che esercitano la vigilanza; in particolare: i) l’articolo 2 sottopone la Fondazione alla vigilanza del ministero dell’Economia e delle finanze, del ministero della Salute e del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, i quali in ogni momento possono chiedere relazioni su specifici aspetti dell’attività, e comunque ricevono una relazione annuale sull’attività nel suo insieme, oltre al bilancio; ii) un magistrato della Corte dei conti assiste alle riunioni del Comitato di gestione, del Consiglio di sorveglianza e di un Collegio dei revisori, composto da soggetti designati dai ministeri vigilanti iii) quest’ultimo organo svolge il controllo della regolarità dell’amministrazione e della contabilità della Fondazione, predispone le relazioni ai bilanci consuntivi, ne riferisce al Comitato di gestione, effettua le verifiche di cassa e redige la relazione al bilancio permettendone l’approvazione. Infine, ci domandiamo perché siano state chieste spiegazioni e chiarimenti alla Fondazione Human Technopole in merito a una vicenda la cui paternità, secondo quanto si legge nell’articolo stesso, sarebbe riconducibile all’Istituto superiore di sanità e al consorzio Cnccs – Collezione nazionale di composti chimici e centro screening – e a cui la Fondazione è totalmente estranea. Confermiamo la nostra disponibilità e apertura al dialogo e al confronto per condividere l’attività svolta dalla Fondazione con chiunque fosse interessato ad approfondire.
Fondazione Human Technopole
L’articolo solleva dubbi e mette in evidenza criticità rispetto alle modalità di finanziamento e alla gestione del centro di ricerca Human Technopole, alcune delle quali già rilevate dalla senatrice Elena Cattaneo e altri esponenti della comunità scientifica e della politica. È proprio perché fino a ora a HT sono stati applicati gli standard internazionali che regolano il finanziamento alla ricerca pubblica e garantiscono la libera competizione tra progetti scientifici che i senatori a vita Cattaneo, Carlo Rubbia e Liliana Segre, tra gli altri, hanno sottoscritto e proposto l’emendamento oggetto dell’articolo, approvato in Commissione bilancio al Senato il 10 dicembre. Prendiamo atto dei chiarimenti forniti dalla Fondazione HT, che però non rispondono né confutano le criticità sollevate. Come ad esempio quelle relative alla mancata applicazione, in taluni casi, delle regole previste dallo stesso Statuto della Fondazione HT.
Laura Margottini
I NOSTRI ERRORI
Nell’intervista alla senatrice a vita Elena Cattaneo “Troppi fondi ai poli selezionati” pubblicata il 18 dicembre abbiamo scritto erroneamente che è del Pd. La professoressa non fa parte né è mai stata iscritta al gruppo del Pd. Ce ne scusiamo con l’interessata e i lettori.
FQ