Chi di noi non ha mai comprato o ricevuto uno Smartbox, il cofanetto regalo che promette soggiorni meravigliosi da scegliere fra centinaia di località? È pratico, economico, simpatico. Report, in vista del Natale, è partito da alcune recensioni negative sul web per andare a vedere cosa c’è davvero dentro (e dietro) i cofanetti regalo e ha scoperto quello che non ti aspetti. Che il cliente Smartbox è trattato come “un cliente di Serie B” e comprando i cofanetti si finisce per finanziare, in Francia, una sorta di progetto politico a metà tra l’ultradestra conservatrice e la privatizzazione del welfare. Il quasi monopolista del settore è monsieur Pierre Edouard Sterin, imprenditore di successo che ha acquistato tra l’altro la veronese Wish Days e il marchio “Emozioni al cubo”, mandando a casa i lavoratori. Ha fatto lo stesso con alti 90, nel suo Paese, quando ha trasferito tutto in Irlanda per pagare meno tasse come fanno altri alti giganti del web e non solo. Fattura attorno ai 500 milioni di euro l’anno.
La trasmissione di Sigfrido Ranucci lo racconta stasera alle 21.30 su Raitre nel servizio di Giuliano Marrucci, che ha mobilitato tutta la famiglia per fare la prova. Tanto per cominciare con Smartbox è difficile trovare posto, Marrucci ha chiamato 26 strutture ricettive e ben 19 gli hanno risposto che erano al completo: il 75 per cento. A volte però il posto c’è con Booking o chiamando direttamente alberghi e bed and breakfast. Quando poi si trova posto, a volte, trovi la moquette usurata, i materassi macchiati, il frigobar vuoto. E magari la stanza del vicino è più bella. Perché? Spiega un albergatore: “È a nostra discrezione accettare o rifiutare. Ognuno ha la sua politica. Noi mettiamo a disposizione una camera, questa. Più di una non la mettiamo. Denunciatemi, fate quel che volete. Il cliente Smartbox è di serie B, perché di questi 60 euro, quello che voi pagate, levata la luce, l’acqua, le coperte, la commissione eccetera, a noi rimangono 2 euro”. La commissione di Smartbox, secondo l’albergatore, è del 30 per cento, mentre le altre piattaforme di prenotazione, dice lui, prendono “massimo il 18”, magari il 20.
Marrucci è andato a chiedere a monsieur Sterin, uno che ha “il desiderio di diventare un santo” e lo dice. Nel merito risponde che “non è normale”, che a lui “risulta che solo il 15% dei nostri partner non rispetta le regole e la prima regola è che il cliente Smartbox è come tutti gli altri. Se lo tratti come cliente di serie B, ti sbattiamo fuori” Promette che in futuro saranno “più esigenti”. I soldi che risparmia sulle tasse, spiega, li dà in beneficenza. Così a esempio finanzia “La nuit du bien commun”, una serata per raccogliere fondi per le ragazze madri e contro la pornografia. Tra gli organizzatori, racconta Marrucci, c’è anche “Stanislas Billot De Lochner, figlio di François Billot de Lochner, tra i principali animatori del movimento Manif pour Tous, nato per opporsi alla legge che introduceva il matrimonio tra persone dello stesso sesso in Francia. Oppure Xavier Caïtucoli, storico dirigente del Mouvement national républicain, piccolo partito di estrema destra alleato della Le Pen”. Il nemico, per Sterin, è l’alta burocrazia di Stato: “In Francia i funzionari sono una dinastia, figli di funzionari pubblici, nipoti di altri funzionari pubblici. Non sanno niente dell’economia privata, e vogliono solo rafforzare il monopolio dello stato in più ambiti possibili. Noi invece sappiamo quanto lo stato abbia dimostrato di essere poco efficiente; il nostro obiettivo è rompere il monopolio dello Stato: dalla sanità, all’istruzione”.