Da una parte si parla già di “rottura nei fatti”. Dall’altra un esponente di peso del Pd toscano prova a minimizzare: “Solo un piccolo intoppo di percorso, il dialogo va avanti”.
Fatto sta che a sei mesi dalle elezioni regionali, con la Lega di Matteo Salvini che incombe, il centrosinistra in Toscana è sempre più vicino alla spaccatura. Giovedì sera, dopo un mese di riunioni sul programma, le 18 sigle del centrosinistra (tra cui la new entry Toscana in Azione di Carlo Calenda) avrebbero dovuto mettere la parola fine sul candidato unitario in grado di difendere l’(ex) regione più rossa d’Italia dall’avanzata leghista e invece la decisione è stata rinviata di una settimana. Da tempo infatti è in corso una guerra intestina tutta al centrosinistra per il candidato: il Pd e Italia Viva hanno già lanciato il renzianissimo Eugenio Giani, mentre le forze più a sinistra della coalizione vedono male il presidente del consiglio regionale perché troppo compromesso con il passato.
Per questo, al tavolo delle trattative con i dem guidati dalla segretaria regionale Simona Bonafè, hanno lanciato un aut aut: “No a Giani o corriamo da soli”. Verdi e “2020 a Sinistra” che riunisce Sinistra Italiana e Mdp, propongono primarie di coalizione per far scegliere agli elettori il miglior candidato da contrapporre al centrodestra leghista e per questo giovedì sera hanno lanciato due nomi pesanti: per i Verdi l’ex ministro della Sanità e parlamentare del Pd Rosy Bindi (nata a Sinalunga, in provincia di Siena) mentre “2020 a Sinistra” ha proposto l’ex ministro dell’Istruzione del governo Letta, Maria Chiara Carrozza, nata a Pisa. Sono loro le due anti-Giani lanciate dagli alleati di centrosinistra per le primarie che si potrebbero tenere il 12 o il 19 gennaio. Uno dei presenti alla riunione racconta che i toni sono stati “veramente accesi” e che in molti, soprattutto tra i renziani, siano rimasti a bocca aperta quando gli alleati hanno messo sul tavolo i nomi delle due donne, entrambe molto conosciute in Toscana.
Eppure, sia + Europa di Federico Eligi sia le renziane Stefania Saccardi e Titti Meucci hanno subito risposto picche: “Per noi c’è solo Giani”. Il Pd, per l’ennesima volta, prova a mediare anche se Simona Bonafè e il suo vice Valerio Fabiani vorrebbero evitare ad ogni costo le primarie di coalizione che rischiano di portare a effetti indesiderati (la vittoria di una tra Bindi e Carrozza) e di spaccare il popolo del centrosinistra.
Non solo: i dem sono terrorizzati da un sondaggio commissionato due settimane fa dal Pd nazionale secondo cui in Toscana il centrosinistra vincerebbe solo alleandosi con il M5S (che non esclude un voto disgiunto a favore del candidato di centrosinistra) o con gli alleati che valgono circa il 6/7%, mentre soccomberebbe in caso di coalizione “stretta” solo con Italia Viva. “La spaccatura è più vicina di quanto raccontino i giornali e i dem” riferisce al Fatto uno dei negoziatori. Tra una settimana la decisione finale.
Chi tra Giani, Bindi e Carrozza?