“Sulla manovra, il governo deve capire che va mandata alle Camere nei tempi previsti, questa situazione non è tollerabile. Con la presidente del Senato Casellati vogliamo far rispettare le prerogative dei parlamentari”. La ramanzina del presidente della Camera Fico arriva nel pomeriggio di ieri, quando la Commissione Bilancio del Senato doveva ancora riunirsi per esaminare il secondo pacchetto degli emendamenti dei relatori (depositato all’ora dell’aperitivo) di una manovra i cui tempi diventano sempre più stretti. “Sarebbe stato meglio fare le due letture parlamentari, non sono contento”, ha ammesso il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, spiegando che “il governo s’è insediato tardi (il 5 settembre, ndr)”.
Quest’anno la manovra approderà per la prima volta all’esame di un’aula parlamentare, il Senato, solo il 12 dicembre; il primo voto in Aula è fissato per venerdì 13. A quel punto resteranno 19 giorni, Natale e Santo Stefano compresi, per portare la legge di Bilancio blindata a Montecitorio per approvarla con una doppia fiducia, evitando l’esercizio provvisorio con l’assenza pressoché totale della fase parlamentare. Con gli attacchi delle opposizioni, capeggiate dalle Lega, che minacciano di ricorrere alla Consulta. La legge di Bilancio del governo giallorosa diventerà così la quarta nella storia repubblicana a essere approvata con la doppia fiducia, dopo sole due letture. Ma i precedenti sono tutti per casi eccezionali: la caduta di un governo. Il caso più recente è del 2016: il premier Renzi si dimette dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre. Il testo viene modificato dalla sola Camera, blindandolo al Senato che lo licenzia il 7 dicembre. Nel 2011 a causare l’iter abbreviato è la caduta del governo Berlusconi. Il testo viene approvato dalla Camera il 12 novembre dopo il disco verde del Senato. Mentre nel 2010 è la rottura tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi a far approvare la manovra prima dalla Camera e poi (blindata) al Senato che la licenzia il 7 dicembre.
Insomma, una corsa contro il tempo per l’approvazione della manovra la cui timeline è segnata: oggi, entro l’ora di pranzo, verranno presentati altri sub emendamenti alla manovra, che si andranno ad aggiungere ai circa 250 presentati dai relatori nella tarda serata di ieri. Ma si tratta di norme micro-settoriali e che, comunque, non sono espressione di un dibattito parlamentare con la mancanza di revisione dell’Aula che ha portato gli emendamenti ad essere riscritti da parte del governo per garantirne la blindatura in fase di voto di fiducia.
Tra emendamenti e subemendamenti del governo con le correzioni decise nel tavolo di Palazzo Chigi della scorsa settimana, sono arrivate, tra le altre cose, le modifiche alla plastic e sugar tax, l’aumento della tassa sulla fortuna, maggiori risorse al fondo per la non autosufficienza (30 milioni), il Documento unico di circolazione Aci, l’aumento delle accise sui carburanti, le assunzioni degli insegnanti di sostegno e il ripristino della totale detrazione delle spese sanitarie senza limiti di reddito. Ma ci sono anche 1 milione per il prossimo triennio per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e 400 mila euro per festeggiare il centenario del Partito comunista nel 2021.
Per gli assalti alla diligenza, intanto, toccherà aspettare ancora: il Milleproroghe, presentato dal governo come emendamento alla manovra, non è stato più inserito . Ci sarà qualche giorno di più per discuterne e per riscriverlo.