Da Casa degli Scienziati a quella per i “senza tetto” della ricerca: la manovra di Bilancio e il mondo della ricerca provano a mettere in discussione il finanziamento ventennale (140 milioni di euro all’anno assicurati) che il governo Renzi ha assegnato, nel 2017, allo Human Technopole (Ht), il centro di ricerca che sta sorgendo nell’area Expo di Milano.
Un emendamento attualmente in discussione — a firma, tra molti altri, di Laura Granaro (M5S), dei Senatori a vita Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Liliana Segre – propone che almeno la metà dell’investimento sia vincolata alla creazione e al mantenimento, dentro Human Technopole, di laboratori e strutture aperte all’intera comunità scientifica nazionale, con una procedura trasparente , competitiva e meritocratica di selezione dei progetti. insomma, università, enti pubblici e ospedali di eccellenza con finalità di ricerca (gli Ircss) potrebbero così concorrere. E il mondo scientifico è pronto a sostenerlo.
“Sono previste risorse certe e ingenti per un unico ente di ricerca, assegnate senza competizione o confronto con il resto del mondo scientifico nazionale – si legge in un appello inviato al Fatto Quotidiano a firma di cinque tra professori ordinari e ricercatori —. Walter Ricciardi (ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità da cui si è dimesso nel gennaio 2019, e a novembre ha accettato la nomina di coordinatore del Consiglio Scientifico di HT) ha dichiarato alla stampa che ‘HT è la casa degli scienziati’. Quel che si vede è una nuova, bellissima casa per alcuni scienziati. Quel che non si vede è che le sue ricerche sono finanziate in modo privilegiato, mentre fuori tentano di sopravvivere gli homeless della ricerca”. In sostanza, spiegano gli studiosi, di Human Technopole, si postula a priori l’eccellenza, “mentre nelle nostre aule insegniamo che per essere definiti eccellenti si debba essere valutati da altri”. La ricerca italiana ha già tante eccellenze diffuse in tutto il paese e competitive con il resto del mondo. “Tutto questo nonostante i fondi scarsi e incerti e le difficoltà burocratiche che lo stesso Ricciardi ritiene incompatibili con una ricerca di qualità, nonostante la ricerca pubblica italiana da anni sia lasciata agonizzare”.
Ecco perché chiedono che “Human Technopole assuma il ruolo di epicentro di facilities e tecnologie” al servizio delle “migliori idee della ricerca nazionale, valutate per merito e in modo trasparente” pur rispettando la missione originaria. In tal modo, il nuovo centro non sovrapporrebbe le proprie ricerche interne a quelle già sviluppate con successo nel resto d’Italia. Col rischio, vista la sproporzione di mezzi, di fagocitarle. “Alla politica, oggi, sta questa scelta” concludono, “se mantenere zone franche” che godano del privilegio di ingenti risorse sottratte a qualsiasi controllo e sulla base di generici principi di fiducia che troppo spesso hanno sconfinato nell’arbitrio, e che porterebbero al collasso del sistema. O se stabilire, una volta per tutte, un principio di selezione competitiva, trasparente e condivisa. Sarebbe una dimostrazione a lungo attesa, di lungimiranza ed equità”.