Quando si tratta di non capire nulla del Paese reale e dell’assoluta necessità di comprendere quanto il tema “Bibbiano” vada trattato con lucidità e rigore, Matteo Renzi e Nicola Zingaretti tornano a essere allineati e compatti. Al sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, coinvolto nell’indagine “Angeli e demoni”, la Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora, dopo che il 20 settembre gli erano stati revocati gli arresti domiciliari. Le motivazioni non sono ancora note, ma si presume che non vi sia pericolo di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Probabilmente la misura cautelare non era necessaria, si vedrà. Fatto sta che Pd e Italia Viva, in uno stato confusionale di esultanza degno di Chiocciolina98 su twitter, hanno festeggiato scrivendo cose a caso, leggendo le quali un lettore disinformato o sprovveduto deduce che oggi Carletti sia in Giamaica a svernare in attesa che la Corte europea dei diritti dell’uomo prenda a cuore il suo caso di cittadino perseguitato dalla giustizia italiana.
Fiano, Morani, Ceccanti, Orfini, Biti hanno esultato parlando di sentenze e speculazioni. Zingaretti ha scritto: “La campagna indecente contro il Pd e il sindaco di Bibbiano non si dimentica. Chi chiederà scusa ad Andrea Carletti? A chi ha utilizzato una storia di cronaca giudiziaria per organizzarci una campagna politica dico: vergognatevi!”. A parte il fatto che le scuse al limite dovrebbe chiederle al suo alleato di governo Di Maio via sms (“Col partito di Bibbiano non voglio avere a che fare”, disse) anziché a entità sconosciute su Twitter, c’è da dire che peggio di lui riesce a fare solo Matteo Renzi. Dopo anni passati a spiegare a tutti cosa sia il garantismo, va spiegato a lui che garantismo non è quella cosa che se ti revocano una misura cautelare sei San Severino martire. Ha scritto infatti: “Vi ricordate la storia di Bibbiano? Le pagliacciate in Parlamento e sui social con lo slogan Parlateci di Bibbiano? Bene. Ieri la Cassazione ha detto che quel sindaco NON doveva essere arrestato. Una montagna di fango vergognosa. In attesa che qualcuno chieda scusa, un abbraccio a quel Sindaco”. Ora, non si capisce dove Renzi abbia letto, testuale, che Carletti “NON doveva essere arrestato” visto che le motivazioni non son state depositate. Comunque, se fosse stato arrestato ingiustamente, Renzi dovrebbe prendersela eventualmente con i giudici.
Non è però questo il punto. Il punto è che a Carletti è stato revocato l’obbligo di dimora e la “sentenza” riguarda questo passaggio, le eventuali esigenze cautelari, non certo le sue responsabilità riguardo i fatti di Bibbiano. Le accuse di abuso d’ufficio e falso ideologico restano in piedi e a breve rischia di doversi difendere in un processo che non è certo una passeggiata nel bosco. Che poi ci siano state strumentalizzazioni indecenti da parte della Lega è indiscutibile. Ma i tempi per i festeggiamenti, per la richiesta spavalda di scuse a Carletti, per i trenini di Carnevale del Pd, sono un po’ prematuri. E strumentali tanto quanto i cartelli di Salvini o la t-shirt della Borgonzoni. Tanto la Lega approfitta della mancanza di informazione sul tema suggerendo “accusa uguale colpevolezza”, quanto il Pd approfitta della mancanza di informazione suggerendo “revoca dell’obbligo di dimora uguale innocenza”. E invece va ribadito una volta ancora che Carletti non è accusato di avere speculato su bambini, ma neppure di aver prestato il garage comunale a una cugina dello psicologo Claudio Foti. Andrea Carletti è accusato di aver ceduto gratuitamente uno spazio del comune per consentire a Foti e ai suoi colleghi di Hansel e Gretel di svolgere psicoterapia pagata e rimborsata dal Comune, quando poteva affidare il compito agli psicologi della Asl, senza spese.
Si è difeso, per ora, auto-accusandosi di ingenuità. Viene da domandarsi dove fosse Carletti quando mezzo paese leggeva le carte dell’agghiacciante inchiesta “Veleno”, quando sulla sua Onlus preferita si insinuavano sospetti terribili che riguardavano proprio le modalità della psicoterapia e del lavoro degli psicologi di Hansel e Gretel, oltre che il sistema degli affidi. Un disastro umano e giuridico avvenuto a pochi chilometri da Bibbiano, che a Carletti non ha suggerito alcuna prudenza, ma anzi corsie preferenziali per Foti &C.. E no, non è certo Carletti l’unico legame tra Bibbiano e il Pd, ma un sistema più complesso, radicato da anni in quel territorio, in cui i politici locali si sono convinti che “Hansel e Gretel” fosse l’eccellenza nel settore e avere l’eccellenza nel settore delle politiche sociali, e desse lustro a sindaci e partito.
Le prime parole di Carletti sono state sulla gogna subìta: “La mia pagina Facebook era sommersa da insulti e minacce di morte, dopo pochi giorni la sentenza di condanna era già stata emessa. I vili barbari del web chiedevano in nome del popolo il pubblico linciaggio degli indagati…”. Comprensibile. Carletti però dovrebbe provare a immaginare la gogna subita da padri e madri innocenti, accusati negli anni da psicologi inadeguati e fanatici di abusi inesistenti. Padri e madri che sono stati in carcere ingiustamente, si sono suicidati, non hanno mai più visto i figli. Tante di queste vicende note, impossibili da ignorare, hanno visto coinvolta la Onlus a cui lui concedeva spazi e gloria. Su questo, mai un tweet di Renzi o Zingaretti, mai una riflessione sul perché a Carletti sia sfuggita un’ombra grossa come una montagna. No, solo la scusa del garantismo per evitare di parlare di quella gente che il Pd per vocazione politica dovrebbe saper ascoltare.
La gente che a che fare con i servizi sociali, con situazioni di disagio o degrado o che, indifesa, magari senza problematiche reali, inciampa in quel mostro a tante teste che è il sistema degli affidi, in quella giustizia che si appoggia a psicologi discutibili, impreparati, pericolosi. Il Pd torni ad ascoltare, anzichè festeggiare. Perché Bibbiano non è solo una storia di bambini strappati. É, soprattutto, una storia di adulti non ascoltati.