Il presidente del Consiglio lo aveva accennato ieri nell’intervista al Fatto Quotidiano: “Stiamo valutando con la Ragioneria dello Stato risparmi da voci sovrastimate”. Il riferimento era a possibili fondi non previsti finora per poter risolvere l’ultima grana interna alla maggioranza relativa alla “plastic tax” e alla tassa sulle auto aziendali.
Quei risparmi, almeno 2 miliardi per il 2020, sono stati già trascritti su un foglio Excel, che il Fatto ha potuto consultare, dell’Inps e riguardano, ancora una volta, “quota 100”, la riforma pensionistica che consente l’uscita anticipata dal lavoro.
In quel file vengono stimati anche ulteriori risparmi per il 2019: 1,487 miliardi contro 1,81 stimati a luglio, quindi 400 milioni supplementari. Che probabilmente non potranno essere utilizzati nei saldi 2019 ormai già definiti.
Ma sono i risparmi per gli anni a venire che potrebbero offrire una novità non di poco conto per i destini della manovra di Bilancio. Nel 2020, infatti, a fronte di costi originari pari a 7,860 miliardi, il consuntivo segna la cifra di 5,641 con un risparmio di oltre 2,2 miliardi. Anche nel 2021 si dovrebbero risparmiare 1,75 miliardi.
La spiegazione sta nel rapporto che l’Inps ha redatto per la Commissione europea e illustrato il 4 e 5 novembre scorsi. Una radiografia dei beneficiari di quota 100, di coloro che sono andati in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi e di Opzione donna. Nel caso di quota 100, il documento mostra un andamento delle domande presentate all’Inps nettamente discendente rispetto ai picchi iniziali.
Se infatti negli ultimi tre giorni di gennaio 2019, quando la norma è stata applicata, si è avuta una media di 4.060 domande accettate al giorno, e a febbraio si è viaggiato su una media di 3.144, a giugno la media era scesa a 588 che, dopo il picco negativo di 288 domande accettate ad agosto, si è mantenuta a settembre e ottobre con 591 e 562 domande in media.
Il totale fino al 20 ottobre è di 193.058 rimanendo quindi al di sotto dei 205.000 che pure erano stimati a luglio con il “salva-conti”. All’Inps si dicono certissimi di questi risparmi e addirittura ci si spinge a ritenere che nel 2020 si potrebbero risparmiare anche 3 miliardi.
Ce n’è abbastanza per offrire a Giuseppe Conte uno strumento di mediazione nei confronti di chi, vedi Italia Viva, ma anche il M5S, non sopporta le nuove forme di tassazione che pure vanno sotto la voce “Promuovere una maggiore sostenibilità dell’ambiente”.
Matteo Renzi ha già attaccato duramente il governo per la tassa sui prodotti inquinanti, l’aumento della base imponibile ai fini Irpef “del reddito ritraibile per le auto aziendali più inquinanti” fino all’imposta sugli imballaggi di plastica. L’insieme di queste misure è stimato dal Documento programmatico di Bilancio 2020 in 1,7 miliardi per il 2020 (1,08 solo per la plastic tax) e in 2,4 miliardi nel 2021 (1,78 per la plastic tax). Se si procederà a questo scambio, ovviamente, dipende da scelte politiche e parlamentari.
La legge di Bilancio ha appena avviato il proprio iter al Senato e sarà quella la sede in cui saranno definite queste misure. Tra l’altro l’ufficio Studi del Senato ha già definito “sorvastimate” le cifre degli introiti previsti dalla “plastic tax”. Come potrà intervenire però il governo, visto che ha già stimato i risparmi Inps nella Nota aggiuntiva al documento finanziario? La soluzione potrebbe essere la stessa già attuata a luglio in occasione del decreto “salva-conti”. Allora furono individuati i risparmi e poi collocati nella “missione” di bilancio n. 33, cioè i “Fondi da ripartire”. Un congelamento in attesa di “provvedimenti successivi adottati in corso di gestione”.
Ma questi sono aspetti tecnici, quello che sarà decisivo è il quadro politico. Ieri Dario Stefano, vicepresidente del gruppo Pd al Senato e relatore di maggioranza della legge di Bilancio ha auspicato la modifica anche della “sugar tax” e sullo stesso tasto ha battuto il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, in audizione al Senato: “Tre misure a nostro giudizio sbagliate e, dunque, da cancellare”.
A sostenere il governo, soprattutto per le misure contro l’evasione fiscale, è stata la Cgil mentre un supporto importante è venuto ieri dalla Corte dei Conti secondo cui “la limitazione dell’uso del contante, lungi dal costituire la soluzione dei fenomeni di illegalità e di evasione fiscale, può tuttavia contribuire alla riduzione di tali fenomeni”, quali l’evasione fiscale.