Lo strano caso del segretario scomparso. Parliamo del Pd romano, creatura polimorfa, unica forza politica sul territorio nazionale ad aver cacciato, tramite notaio, un suo sindaco in carica, Ignazio Marino. Le ultime vicende lo vedono avvolto nella nebbia più fitta. A cominciare dal suo segretario, Andrea Casu. Eletto segretario cittadino nel 2017 con il 57% dei voti, Casu è un fedelissimo di Matteo Renzi, anzi di Luciano Nobili, il turborenziano capitolino passato armi e bagagli a Italia Viva insieme a Roberto Giachetti (con loro hanno lasciato il Pd anche il candidato sconfitto a Ostia Athos De Luca e la consigliera regionale Marietta Tidei).
Casu però non è stato lesto come loro nella decisione, si è preso il suo tempo. Tanto che dalla metà di settembre, quando Renzi ha annunciato l’addio al Pd, Casu è totalmente scomparso. In realtà i suoi compagni di partito ne avevano perso le tracce già all’inizio di settembre. Telefonate, nessuna risposta. Sms, stesso risultato. Messaggi su whatsapp, peggio che andar di notte. Magari qualcuno si è spinto fino a citofonargli sotto casa. Un vero giallo, degno del miglior Simenon. Nessun comunicato e nessuna dichiarazione politica. E nemmeno la convocazione degli organi di partito, che non si riuniscono da giugno.
Una direzione era stata convocata per il 16 ottobre, ma sconvocata il giorno stesso. Andrea Casu ha pure un sito, dove l’ultimo suo intervento risale al 26 aprile scorso. Twitter non lo usa, mentre su Facebook è sempre stato attivo. Uno degli ultimi suoi post è sulla fiaccolata a Centocelle dopo l’attentato alla libreria Pecora Elettrica. Ieri il Fatto ha provato a contattarlo, senza successo.
A colpire, però, è la totale assenza di azione politica. E dire che di cose dall’estate in poi ne sono successe: un cambio di governo con l’ingresso del Pd in maggioranza con possibili ricadute a livello locale (vedi il nuovo clima che si respira in Regione); la scissione di Renzi; le polemiche sui rifiuti; le débâcle di Roma Metropolitane e della Multiservizi. Cose di cui un partito come il Pd (che alle Europee è risultato primo in città col 30,6%) a livello cittadino dovrebbe discutere. E invece niente. Per non parlare del fatto che tra un anno e mezzo si vota per il Campidoglio. “Gli altri già iniziano a parlarne, si sentono nomi come Meloni e Bongiorno. Noi siamo ancora all’anno zero…”, racconta un esponente del Pd romano. “Segretario desaparecido e partito in coma”, afferma Livio Ricciardelli, membro della direzione, sul Foglio.
Nei quasi due mesi senza segretario il partito se l’è caricato sulle spalle il gruppo del Comune con iniziative e banchetti. Nicola Zingaretti, da par suo, ha riaperto i circoli Pd della Magliana e di Casal Bruciato. Dopo due mesi di silenzio, però, ora Casu si è rifatto vivo. Finalmente ha deciso: resta nel Pd, nell’area degli ex renziani (Lotti-Guerini), ma giocando di sponda con Area Dem. Secondo alcune fonti, infatti, avrebbe stretto un patto con Michela De Biase, moglie di Dario Franceschini. Mercoledì prossimo è stata convocata la direzione, dove probabilmente Casu annuncerà l’avvio di una fase congressuale, che porterà all’elezione di un nuovo segretario.