Il faro del “Fatto” su Taranto e l’Ilva resterà sempre acceso
Salve, ho appena guardato la trasmissione Omnibus su La7. Sono di Taranto e vorrei dire al Direttore Marco Travaglio che non ho mai ascoltato un giornalista che dice, finalmente, le cose precisamente come stanno qui a Taranto.
Questo vuol dire essere informato. Questo vuol dire fare informazione. I lobbisti e i cloni di Calenda sono dei falsificatori. Ringrazio il direttore di cuore e spero che venga al più presto qui a Taranto per far accendere i riflettori sul nostro dramma. Ci teniamo.
Cosimo Fittaiolo, ex operaio Ilva operato di carcinoma alla gola
Caro Cosimo, grazie di cuore.
Spero di tornare presto a Taranto, anche prima del concerto del Primo Maggio a cui ho partecipato (parlando) varie volte. Intanto il faro del Fatto sulla vostra città e la vostra fabbrica resterà sempre acceso.
M.trav.
Le auto aziendali vanno soltanto ai dirigenti
Sento spesso le dichiarazioni di politici (in primis Matteo Salvini) secondo cui la tassazione delle auto aziendali, concesse ai dipendenti come fringe benefit e non per necessità di lavoro, sarebbe una nuova tassa sulle spalle di impiegati di medio livello, gente con stipendi che vanno dai 30.000 ai 50.000 euro. Io sono un ingegnere in pensione, ho lavorato per quasi quarant’anni nell’industria privata, e in base alla mia esperienza posso dire che tali auto, spesso di grossa cilindrata, vanno a dirigenti e direttori con stipendi ben al di sopra delle cifre sopra riportate. Questo per oggettività di informazione.
Guido Bertolino
Adesso Milano si unisca alla senatrice a vita
Ho appreso ieri mattina, con stupore e sdegno infinito, che il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di Milano ha deliberato l’assegnazione di un servizio di tutela alla Senatrice a vita Liliana Segre. Ma dove siamo arrivati!? Credo che Milano debba dare una risposta forte, di piazza, di fronte a una situazione che ha passato il segno da tempo! Mi metto umilmente a disposizione per qualsiasi cosa possa servire, nel mio infinitesimo piccolo. Facciamo sentire alla senatrice Liliana Segre che questa volta la sua città non si gira dall’altra parte, non è indifferente! Usiamo tutti i canali a disposizione e facciamolo subito.
Laura Incantalupo
Lo diceva don Farinella: no a complicità con i corrotti
Sono passati 10 anni, ma sembra ieri. Invito voi e i vostri lettori a rileggere la lettera di Don Paolo Farinella al Cardinale Ruini, pubblicata su Micromega online nel 2010: basta complicità con i corrotti.
Lino Chiandetti
DIRITTO DI REPLICA
In relazione all’articolo pubblicato il 7 novembre dal Fatto Quotidiano con il titolo “Scandalo Eni: dalla Nigeria la prova della maxitangente”, a firma di Gianni Barbacetto, precisiamo quanto segue:
1. Il versamento da parte di Eni e Shell al Governo della Nigeria sul conto dello stesso governo presso la JPMorgan a Londra del corrispettivo stabilito negli accordi per la concessione della licenza è stato eseguito in esecuzione degli obblighi contrattualmente assunti con tale governo e a esso esclusivamente destinato.
2. Risulta agli atti del processo in corso presso il Tribunale di Milano, ed è oggi incontrovertibilmente e definitivamente provato, che i successivi pagamenti da parte del Governo a Malabu Oil & Gas Ltd. in esecuzione dei diversi e separati accordi tra gli stessi (che includono anche NNPC e Shell, ma di cui Eni non è parte) sono stati espressamente autorizzati dall’autorità britannica competente in materia di antiriciclaggio e lotta al crimine organizzato (SOCA) in diverse e multiple occasioni.
3. Che tali autorizzazioni della SOCA hanno coperto un arco temporale di oltre due anni e si sono fondate su una completa rappresentazione dei fatti fornita da JPMorgan sia in merito alla tipologia di transazione tra il Governo e Malabu, sia ai possibili beneficiari economici di Malabu stessa.
4. Eni è totalmente terza ed estranea ai contratti, destinazione e flussi dei pagamenti del Governo Nigeriano e ad ogni successiva (effettivo o presunto) modalità di utilizzo degli stessi da parte del beneficiario Malabu.
Facciamo inoltre presente, per completezza di informazione, che le vicende relative al tentato acquisto da parte dell’ex Attorney General Nigeriano, Adoke Bello, di una proprietà immobiliare in Nigeria sono già note al pubblico (e per questa via anche ad Eni) da anni, e anche ampiamente narrate in prima persona nella sua autobiografia “The Burden of Service” (Clink Street Publishing, 2019). In particolare, leggendo pagina 97 della citata autobiografia, è possibile apprendere che il Sig. Adoke Bello, non riuscendo a sostenere l’interesse del mutuo contratto per l’acquisto di tale immobile, ne ha dovuto restituire la proprietà al promesso venditore. Eni era e rimane totalmente estranea a tali vicende di cui non ha diversa contezza o diretta conoscenza alcuna. Le stesse informazioni, peraltro, sono altresì riscontrabili da molteplici fonti aperte ormai da anni.
Erika Mandraffino, Senior Vice President, Global Media Relations and Crisis Communication Eni