Fino a qualche giorno fa, a turbare il sonno di Donatella Tesei, candidata leghista alle Regionali umbre di domenica prossima, era il buco di bilancio del Comune di Montefalco di cui è stata sindaco fino a un anno fa e certificato prima dalla Corte dei Conti umbra (2017) e ora anche dal revisore dei conti: il disavanzo messo nero su bianco dal dottor Carlo Alberto Zualdi è pari a 2.019.090,80 euro (un quinto del bilancio totale). Un Comune preso con i conti in ordine – nel 2009 l’avanzo di amministrazione era di 4,2 milioni – e lasciato con una voragine che ha costretto la responsabile dell’area finanziaria della nuova giunta di centrodestra, Maria Vittoria Paglialunga, a tagliare servizi, ad aumentare retroattivamente l’addizionale Irpef e a mantenere ai valori massimi Imu e Tari.
Contro Tesei c’è anche un esposto presentato all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) dai consiglieri comunali del gruppo “SìAmo Montefalco” che denunciano una violazione della legge anticorruzione del 2012 (Severino) e del decreto 33/2013 che obbliga i Comuni alla “pubblicità” e alla “trasparenza” sul proprio sito internet. È obbligatorio pubblicare l’atto di nomina, il curriculum, i compensi legati alla carica, ma soprattutto “i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, e i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti” e gli incarichi di collaborazione e consulenza fino a tre anni dalla cessazione dell’incarico. A oggi, alla sezione “Amministrazione Trasparente” del Comune di Montefalco, non v’è traccia della certificazione delle cariche della Tesei (con i relativi compensi) e nel curriculum ci sono tutte le informazioni biografiche sull’ex sindaca tranne una: la carica di consigliere di amministrazione nella Banca Popolare di Spoleto ricoperta dal 16 gennaio al 12 febbraio, quando il cda viene sciolto da Banca d’Italia perché ritenuto troppo in continuità con la gestione di Giovannino Antonini. Non solo: per quanto riguarda le “consulenze e le collaborazioni” il sito del comune rimanda al portale della PA, ma indicando solo gli incarichi affidati negli anni 2016 e 2017; non c’è traccia di quelli del 2018 e del 2019 che, secondo la legge, dovrebbero essere pubblicati immediatamente. “Al momento del nostro esposto all’Anac di venerdì scorso – spiega Daniele Morici, consigliere comunale di Montefalco – i dati sulle consulenze erano aggiornati al 2014: stanno provando a mettersi in regola grazie alla nostra denuncia ma ancora i dati sono incompleti”. E chissà che non dicano qualcosa del passivo di oltre due milioni.
Donatella Tesei, raggiunta dal Fatto Quotidiano, non è molto loquace: “Non ne so niente”. E butta giù. L’Anac sta valutando ma per i Comuni sotto i 15 mila abitanti, in ogni caso, non ci sarebbe alcuna multa. Infine i funzionari Anac dovranno capire se le eventuali omissioni siano dovute all’inerzia del responsabile anti-corruzione locale. Da una prima valutazione sembra che non tutti gli adempimenti siano stati fatti”.
Luca Tocchio, responsabile Trasparenza dal 2 aprile 2013 al 30 giugno 2019 (in piena èra Tesei), si giustifica così: “L’iniziativa sugli incarichi doveva partire dalla sindaca Tesei – dice – non è che tutti i giorni posso sapere gli incarichi del sindaco. I moduli li deve conoscere lei perché lo prevede la legge e poi noi li pubblichiamo”. Anche l’ex segretario comunale Antonio Carella a cui i consiglieri di Montefalco avevano scritto a luglio, spiega che ancora a giugno “c’erano dei problemi evidenti” legati alla trasparenza: “Ho fatto la segnalazione agli uffici di pubblicare gli atti ma non so se è stato fatto, io non lavoro più a Montefalco”.
Nel frattempo si discute del buco di bilancio: “La responsabilità del risultato economico del bilancio consolidato 2018 è della vecchia giunta – spiega il revisore dei conti Carlo Aberto Zualdi – e le criticità sono state confermate anche da quella nuova. Per questo nei prossimi mesi analizzerò una ad una tutte le voci di bilancio per fare maggiore chiarezza”.