A Draghi dovevano fare una domanda banale
Da piccolo mi chiamavano “Il signor perché” dato che chiedevo il perché per ogni azione o fatto che osservavo. Da grande continuo a farlo, e se fossi stato alla conferenza stampa di Draghi avrei fatto una semplice, banale domanda: “Perché non risponde alle domande sul Quirinale?”.
Aurelio Scuppa
Anche bus e tram pieni sono colpa dei No vax?
Solo per condividere con voi la situazione che esiste in molte realtà. Ci sono problemi enormi che non hanno a che fare con i no-vax. Sono d’accordo con Travaglio. Il Governo dei Migliori è quello dei peggiori. E in Toscana, a Firenze, i bus sono strapieni: nessun controllo e nessuna misura di sicurezza. Sono un sanitario e sono senza parole: le immagini parlano da sole.
Valentina Settimelli
Leggere il “Conticidio” per capire il giornalismo
Ho finito di leggere da poco, dopo un lungo “travaglio”, I segreti del Conticidio. Ne ho dedotto che il giornalismo italiano è il cane da guardia, al guinzaglio, della politica e non solo.
Antonio De Amico
Per Sala e Appendino, due pesi e due misure
Non capisco perché al sindaco di Milano, o al questore, non si imputi la responsabilità delle aggressioni, visto che piazza Duomo doveva essere chiusa per motivi di Covid. Per i fatti di piazza San Carlo, a Torino, la sindaca e i responsabili dell’ordine pubblico sono stati chiamati in causa.
L. Q.
L’interminabile massacro mediatico della Raggi
Mentre a Roma continua a dilagare l’immondizia, continuano ad aprirsi buche e a pascolare i cinghiali, gli attenti cronisti dei nostri giorni, cosa vanno a scovare? Ovviamente la Raggi che, in fila insieme a un milione di persone al giorno, faceva un tampone. Ormai abbandonati i servizi sui mezzi di trasporto stracolmi e inefficienti, mi sembra doveroso occuparsi di un tema nuovo, ovvero l’origine di tutti i problemi di Roma e dintorni: Virginia Raggi colpevole delle file in farmacia, della carenza di tamponi e perché no, anche della diffusione della variante Omicron. Mi chiedo quando terminerà questo massacro mediatico. Nel frattempo, io attendo di vedere rinascere Roma, come promesso.
Valentina felici
DIRITTO DI REPLICA
Desidero rispondere a Paolo Cognetti quando afferma che in Italia non sembrerebbe esserci un partito ambientalista degno di questo nome. Europa Verde, di cui ho l’onore di essere co-portavoce insieme ad Angelo Bonelli, è nata a luglio 2021. Un nuovo partito ecologista, europeista, femminista, pacifista nato a partire dalle radici storiche dei Verdi italiani – Federazione dei Verdi – per allargarsi alla società civile e a nuove energie ecologiste del nostro paese. Da mesi chiediamo le dimissioni del ministro Cingolani, anche attraverso una petizione. Abbiamo denunciato la mancanza di visione del Pnrr, l’ottusità sullo smart working del ministro Brunetta, il ritorno dei sogni di berlusconiana memoria del ministro Giovannini che ripropone il ponte sullo Stretto. Dai banchi del Parlamento europeo ho votato contro la riforma in salsa greenwashing della Politica Agricola Comune e ci batteremo affinché gas e nucleare non vengano classificati come investimenti verdi nella tassonomia Ue. Ancora, abbiamo vinto la storica battaglia, di cui mi sono fatta portavoce, per dire basta all’allevamento in gabbia, impegnando la Commissione a presentare una proposta legislativa entro il 2023. Ci siamo dotati di un Comitato scientifico per costruire un ponte tra politica e scienza. Anche se siamo un piccolo partito, i nostri 10mila iscritti si danno da fare. E nelle scorse elezioni amministrative di ottobre, Europa Verde ha eletto numerosi consiglieri comunali in molti comuni italiani e due sindaci, raccogliendo a Milano il 5,11% di voti. È vero, siamo ancora lontani dai numeri delle forze ecologiste di alcuni paesi europei. Sebbene, in pochi lo sanno, alle scorse elezioni europee Europa Verde ottenne il 10% dei voti degli italiani all’estero. Segno che non si tratta di un deficit di credibilità dell’offerta politica, piuttosto il contesto economico, culturale e sociale in cui si vive influenza il voto verde. Condivido la preoccupazione di Cognetti sullo stato dell’emancipazione femminile in Italia. Per questo non posso che ribadire la necessità di forze politiche come Europa Verde che si battono per una società ecologista e femminista, così come dichiarato anche nel nostro manifesto. Nonostante lo spazio a noi dedicato dai media sia pressoché nullo, sono certa che Europa Verde, anche grazie al sostegno di menti libere come quella di Cognetti, possa rafforzarsi e diventare un argine democratico alla deriva di sfiducia politica nel Paese.
Eleonora Evi