L’hanno chiamata la “cassaforte dell’Apocalisse”, ma anche l’ “Arca di Noé della diversità”: è una strutture suggestiva in calcestruzzo armato e porte di acciaio che può resistere a (quasi) tutto, attacchi nucleari, incidenti aerei, guerre, catastrofi naturali. Dentro, in sole tre sale, è stoccato tutto il patrimonio genetico delle sementi che usiamo per nutrirci e che l’uomo ha utilizzato in agricoltura negli ultimi 130mila anni. È la Svalbard Global Seed Vault, una vera e propria banca delle sementi. Inaugurata nel 2008, si trova alle Svalbard norvegesi, in un luogo esente da attività tettonica, a 1.200 chilometri dal Polo Nord e a 130 metri sul livello del mare. L’impianto ha una capacità di stoccaggio di 4,5 milioni di semi, attualmente ne ospita 1.078.673, di 6.007 specie diverse (ci sono più di 150 mila campioni di grano e riso e 80 mila di orzo), a una temperatura di -18 gradi.
A gestire la struttura è il governo svedese insieme al Nordic Genetic Resource Centre e al Global Crop Diversity Trust (il Fondo mondiale per la diversità delle colture), e tra i finanziatori figurano alcune multinazionali, ma soprattutto la Bill&Melinda Gates Foundation, che oltre ad aver donato 25 milioni di dollari ha previsto un maxi investimento per assistere le nazioni in via di sviluppo nell’inviare i propri semi al deposito. Sono 76, infatti, i paesi e le organizzazioni, tra cui l’Italia, ad aver effettuato depositi di semi e in realtà chiunque, seguendo le procedure, può farlo, per poi eventualmente chiedere un prelievo in caso di necessità. La prima richiesta in questo senso è arrivata nel 2015 dal Centro internazionale per la ricerca agricola in aree asciutte (Icarda) di Aleppo, in Siria, che ha richiesto alcuni dei campioni depositati (per circa 100 mila semi), persi dopo lo spostamento a Beirut.
Pur essendo stata costruita a prova di catastrofe, anche quella che dovrebbe rappresentare un’assicurazione del nostro patrimonio genetico vegetale rischia di essere messa in pericolo proprio dal cambiamento climatico, visto che il permafrost non è più costantemente ghiacciato, tanto che nel 2017 si è avuta una perdita di acqua nella struttura. Così, si sta lavorando per renderla ancora più inviolabile: oltre a nuove impermeabilizzazioni delle stanze, già realizzate, si allestiranno centrali elettriche di emergenza per garantire il mantenimento del freddo e la costruzione di un nuovo tunnel di ingresso da cui far uscire il calore in eccesso.
La Svalbard Global Seed Vault è la più grande, ma non l’unica banca genetica nata con l’obiettivo di salvaguardare i semi per l’agricoltura (ce ne sono 1.700 nel mondo). Ma esistono anche banche che proteggono materiale genetico animale: dna, sperma, uova, embrioni e tessuto vivo, crioconservati in azoto liquido. Li chiamano “zoo congelati” o “virtuali”, di cui il più famoso si trova a San Diego, negli Usa (il Frozen Zoo, con 10 mila campioni biologici). Gli scopi sono diversi e al momento non sono legati al riscaldamento globale. Ma in un modo che sta progressivamente perdendo la sua biodiversità a causa del clima, banche come queste saranno in futuro sempre più strategiche.