Chiamarli furbetti della pensione d’invalidità sarebbe una sintesi riduttiva. A Potenza (ma il fenomeno delle truffe all’Inps è diffuso in tutta Italia) quella messa in piedi era diventata una vera “fabbrica” che sfornava certificati fasulli, visite di comodo, periti compiacenti e medici complici secondo le regole della “catena di montaggio”, scrive il Gip convalidando gli arresti della Procura. Lo si capisce dalle parole del “capo officina’ della filiera, il broker che procura i falsi invalidi agli avvocati, intercettato in una conversazione con un sodale che andrebbe consegnata a uno sceneggiatore: “E pigli soldi, tutti i giorni, cinquanta da uno, cinquanta dall’altro e tu la giornata la pigli… Ma ne devo fare tante, come le tengo io, per esempio ne tengo quattro, cinquecento qua sopra. Allora tieni il giro, uno finisce l’altro… Una la fai (la pratica ndr) e l’altra finisce”. Si guadagna, calcola, circa 3.000 euro al mese. In nero. “Il mestiere è buono, ma lo devi sapere fare, ci vuole pazienza. I figli miei non sono capaci”. Figli di cui vergognarsi, forse. Peggio, forse costretti a vivere onestamente. Viene in mente il colloquio tra Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman ne I soliti ignoti: “Rubare è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria, mica come voi! Voi al massimo potete andare a lavorare!”.
Il cieco che gioca a carte
E non erano in braille. Erano carte napoletane. L’anziano che percepiva un sussidio di circa 515 euro mensili perché affetto da cecità grave è stato pedinato e fotografato mentre giocava a carte in un circolo. Camminava, attraversava la strada, apriva e chiudeva le porte.
Il cieco che guida
L’indagine non può produrre un video del miracolo ma solo da un’intercettazione tra il capobanda e uno dei clienti. In un’altra si spiega come il camionista aspirante non vedente viene istruito per superare la visita medica: “Dici ‘uno non vedo niente proprio e un altro vedo solo… che si muove… Quante dita sono? Che manco vedo”. Una pantomima ripetuta nei minimi dettagli. Ci sarebbe da ridere, se non fosse per il pensiero a chi non vede davvero.
Il cieco col terrore del bancomat
“Che tieni due soldi appresso”? “Ma perché non vai in banca a prelevare”? “Sempre per la cazzo di paura, piglia e ti vede qualcuno”. Già, come farebbe un non vedente a pigiare i tasti giusti del pin del bancomat? Furbo, anzi furbetto. E così aveva pure la scusa buona per farseli prestare.
“Non ci vede e fa la spesa da solo”?
Uno degli avvocati specializzati nelle truffe è consapevole che il gioco si sta facendo pericoloso. Invita a non esagerare. Cura il ricorso in Tribunale e vuole notizie precise sul ricorrente. Come se fiutasse l’odore del pericolo. “Questo ci vede o non ci vede? Non è che dobbiamo passare i guai per i fessi”. L’amico la tranquillizza. “Non ci vede, tiene una malattia, fra poco resta cecato… vede solo l’ombra”. “Vede l’ombra e va facendo la spesa da solo? E se gli fanno due fotografie”?
Il famoso cantante folk
Vertigini, cefalea cronica, sindrome ansiosa, artrosi, ernia, cardiopatia e altro. Patologie gravi, tutte contenute nel certificato medico di un uomo che percepisce un assegno di invalidità di circa 975 euro. Gli inquirenti si chiedono come abbia fatto a tenere 17 concerti folk tra l’aprile e il settembre del 2017. Le tappe del tour sono state diffuse da un comunicato stampa postato sulla pagina del Comune di Potenza. Lui è bravo. Ha il suo pubblico. La Mobile lo ha filmato durante i concerti..
La mamma della famosa cantante
Non ne precisiamo il nome per coerenza. Avendo scelto di non darne in pasto nessuno, applichiamo anche su di lei lo stesso metro. Però la notizia che tra gli indagati ci sia anche la mamma di Arisa è diventata di dominio pubblico e quindi la riportiamo. Aggiungendo che la signora si sarebbe presentata alla visita medica in sedia a rotelle e poi è stata vista dai poliziotti mentre si dedicava “ai lavori nei campi adiacenti alla sua abitazione”. Come un altro signore 77enne, ufficialmente invalido al 100% perché in preda a una grave artrosi invalidante: hanno scoperto che andava a zappare anche lui.
La mamma degli aspiranti invalidi
Una signora falsa invalida si era trovata così bene che avrebbe provato a fare lo stesso anche coi figli e con le rispettive mogli o mariti. Una faceva la cassiera in un supermercato.
Tariffe e provvigioni
La catena di montaggio era ben oliata. Il certificato fasullo aveva un costo di 100 euro, in qualche caso 92. Si ipotizzano corruzioni, ma secondo il Gip le prove sono deboli. Al falso invalido restava il 70% dei cosiddetti “arretrati”, ovvero le invalidità di cui si ha diritto dal momento della domanda al momento dell’approvazione. Spesso si tratta di migliaia e migliaia di euro. Il restante 30% veniva spartito tra intermediari e avvocati. Tra le carte fa capolino qualche avvocato ingordo che avrebbe preteso il 100%.