Per capire il clima che si respira nel M5S umbro basta sentire la deputata di Perugia, Tiziana Ciprini: “Per digerire i candidati del Pd ci vorrà il Maalox”. Un’uscita del tutto normale, se non fosse che dopo la formazione del governo Conte II, adesso Pd e M5S sono alleati anche in Umbria e corrono insieme in vista delle prossime Regionali del 27 ottobre. L’accordo ormai è stato raggiunto sul nome dell’imprenditore di Norcia Vincenzo Bianconi, la macchina della formazione delle liste è stata messa in moto, ma i mal di pancia nel M5S restano. E del Maalox consigliato da Beppe Grillo dopo le Europee del 2014, i 5 Stelle umbri ne dovranno ingerire molto. Raggiunto l’accordo sul nome di Bianconi, le chat di iscritti e dirigenti sono diventate roventi. I messaggi più ricorrenti: “Così prendiamo lo zero virgola” o “lasciamo praterie alla Lega che vincerà” racconta un dirigente umbro che quelle conversazioni le ha lette.
Poi c’è stata la riunione di lunedì sera che doveva avere solo uno scopo organizzativo, ma si è trasformata subito nello sfogatoio di molti iscritti ed eletti che hanno espresso tutta la loro contrarietà all’accordo con il Pd sul nome di Bianconi. Oltre a Ciprini, il volto più noto dei mal di pancia interni è la consigliera regionale uscente Maria Grazia Carbonari, la più votata (308 preferenze) alle Regionarie del M5S che con le sue lettere anonime ha fatto partire l’inchiesta della Procura di Perugia che ha travolto la giunta Marini. “Sono sempre stata contraria all’accordo con il Pd – dice Carbonari al Fatto – per anni abbiamo fatto opposizione a quel sistema di potere al confine con la legalità e adesso che siamo riusciti a farlo cadere, ci siamo alleati con loro. Per questo molti nostri elettori sono passati al centrodestra e altri si asterranno”. Poi Carbonari, considerata vicina ad Alessandro Di Battista, mette subito dei paletti al candidato governatore Bianconi (“deve cambiare approccio rispetto al passato e rispettare il programma elettorale”) ma soprattutto minaccia quella che chiama “un’opposizione interna” alla maggioranza: “Stare all’opposizione è facile – conclude Carbonari – basta votare sempre contro. Se si sta al governo invece ci si prende una responsabilità grossa di fronte agli elettori e non possiamo permettere di lasciare tutto in mano alla giunta senza controllarla, perché a quel punto, se non dovessero cambiare le cose, saremmo corresponsabili del sistema”.
Cosa vuol dire, concretamente? “Davanti agli atti di giunta non farò la marionetta votando sempre sì con una semplice alzata di mano: appoggeremo la giunta, ma sui provvedimenti valuteremo caso per caso. La mia è un’apertura di credito con occhio vigile, un atteggiamento dubitativo”. Nonostante questo, alla riunione di ieri a cui hanno partecipato anche Walter Verini per il Pd e lo stesso Bianconi, Carbonari ha rilevato un atteggiamento “positivo” sui temi da parte di dem e del candidato governatore. Il clima di tensione nel M5S lo conferma anche il fedelissimo di Luigi Di Maio in Umbria, Filippo Gallinella: “La strada è molto in salita e la situazione politica è cambiata in troppo poco tempo per farla digerire ai nostri – spiega – però, nonostante le divisioni interne, non ci separeremo mai”.
La contrarietà di molti 5 Stelle viene motivata anche con i candidati del Pd nella lista presentata ieri, in cui sono stati confermati quattro uscenti seppur non coinvolti dagli scandali: c’è l’ex vicepresidente della giunta Pd, Fabio Paparelli, l’ex presidente e vicepresidente del consiglio regionale (che votò per il ritiro delle dimissioni di Marini), Donatella Porzi e Marco Guasticchi, e l’ex segretario Pd Giacomo Leonelli. “Nessuno di loro ha mai ricevuto nemmeno un avviso di garanzia – dice il commissario dem Walter Verini – sono persone conosciute e senza ombre”.