“Adesso posso dire la mia”. Stefania Proietti, 44 anni, dal 2016 è sindaca di Assisi e nell’ultima settimana è passata da candidata in pectore del M5S (ma non del Pd) alla Regione Umbria a incontrare Papa Francesco per organizzare “Economy of Francesco”, l’evento che tra un anno riunirà ad Assisi premi Nobel dell’Economia, ricercatori e cattolici da tutto il mondo. “Ho parlato con il Santo Padre e mi ha fatto capire che ho fatto la scelta giusta a rimanere sindaca – si emoziona Proietti di ritorno da Roma – mi ha detto: ‘Hai ancora tanto da fare’”.
Proietti, senza il veto del Pd adesso lei sarebbe in corsa per la Regione.
Sì, ma col senno di poi devo dire che mi hanno fatto un favore: avrei dovuto scegliere tra la città più bella del mondo e la Regione Umbria. Sarebbe stato bello essere la Giovanna d’Arco contro Salvini ma la mia città è più importante.
Il paradosso è che i dem la appoggiano in Comune ma poi non la vogliono alla Regione. È rimasta delusa?
No, perché sono rimasta a fare il lavoro che amo. Però il Pd con me non si è comportato bene: Zingaretti non si è mai fatto né vedere né sentire mentre il veto su di me l’ho appreso dalle dichiarazioni del commissario Walter Verini ai giornali. Non proprio un grande stile. I motivi per cui non mi sostenevano, poi, erano abbastanza assurdi.
Dicevano che era “inferiore” al candidato Andrea Fora e che non ha buoni rapporti con gli altri sindaci umbri.
La prima è un’affermazione pericolosa, soprattutto per un partito di sinistra: non candidare una donna perché “inferiore” a un uomo è una motivazione sessista che si commenta da sola. La seconda, invece, è completamente falsa: molti sindaci di centrosinistra mi hanno sostenuta fino a ieri, mentre ho buonissimi rapporti anche con quelli di centrodestra, come il sindaco di Perugia Andrea Romizi.
Allora perché il Pd non la voleva?
Sono sempre stata troppo libera per loro. Troppo poco legata a giochi di partito. Al Pd lo dissi già tre anni fa, quando decisero di sostenermi a sindaca: ‘Sono una candidata civica e sono libera da qualunque giochetto politico. Posso andare a casa anche domani mattina, ho un lavoro da docente universitaria che mi aspetta’. Probabilmente queste mie posizioni non sono piaciute.
Il M5S e Di Maio invece hanno insistito sul suo nome.
Sono stata onorata che abbiano pensato a me anche se non ero una di loro. Se un movimento che ti fa opposizione, poi ti chiede di candidarti vuol dire che in questi anni ho lavorato bene.
Si dice che lei, per sbloccare la trattativa, abbia proposto Francesca Di Maolo, che però poi ha rifiutato. Vi siete sentite?
Siamo amiche da una vita e abbiamo vissuto insieme questa vicenda. Con lo stesso esito: lei vuole continuare a occuparsi di ragazzi in difficoltà, io a fare la sindaca. La sua però sarebbe stata una candidatura eccezionale.
Sosterrà Vincenzo Bianconi, il candidato di M5S e Pd?
Certo, convintamente, perché è un grande imprenditore che ha un vantaggio rispetto alla candidata leghista: dentro di lui ha il fuoco della sua terra martoriata dal terremoto e da una ricostruzione che non è mai partita. Scriverò con lui il programma e gli darò dei suggerimenti.
Cosa gli chiederà se venisse eletto?
Lavoro, ambiente e ricostruzione delle zone terremotate. E poi un impegno per la mia città: l’Umbria non può prescindere da Assisi.