È ufficialmente iniziata la rumba elettorale, almeno in tv. Anche se non è affatto detto che si vada al voto ad ottobre, l’Autorità Garante delle Comunicazioni ha scritto ai colossi televisivi invitando Rai, Mediaset, Sky, Rti e Discovery a darsi una regolata e applicare le regole della par condicio che valgono per il periodo prelettorale: pena “provvedimenti ripristinatori, nel rispetto dei principi di imparzialità”.
Per l’Agcom, infatti, l’attività di informazione radiotelevisiva costituisce un servizio di interesse generale che deve garantire “la presentazione veritiera” dei fatti e degli avvenimenti, in modo tale da favorire “la libera formazione delle opinioni”. E l’accesso di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e di propaganda elettorale” in condizioni di parità di trattamento. “Il quadro politico generale del Paese ha visto avviarsi, in modo assolutamente imprevisto ed imprevedibile, eventi che stanno determinando un contesto di notevole incertezza. Questo al momento impone di considerare tra le ipotesi immediatamente possibili anche quella dell’avvio di una eventuale campagna per le elezioni politiche”, ha scritto il segretario generale dell’Agcom Riccardo Capecchi in una missiva di cui non è nota la data. E su cui è mistero dal momento che l’ultimo consiglio dell’Agcom si è tenuto lo scorso 23 luglio mentre la lettera pare riferirsi al precipitare della crisi della scorsa settimana.
In ogni modo a seguito della stessa, l’amministratore delegato della Rai Pietro Salini ha scritto ai direttori di rete e di testate giornalistiche dell’azienda di servizio pubblico affinché si adeguino. Con una lettera, partita il 14 agosto, in cui fa appello alla loro “sensibilità” e soprattutto li “invita” a far in modo che a rispettare le disposizioni siano anche “tutti i giornalisti, dipendenti, autori e/o collaboratori che riportano alle vostre Direzioni” . Anche perchè – ha sottolineato – “non vi sfugge che in particolare la Commissione parlamentare di Vigilanza sarà rigorosissima sul punto del rispetto del pluralismo”. E dalla Vigilanza si fa sentire Michele Anzaldi del Pd che tuona contro lo stesso Salini (“le sue raccomandazioni lasciano sempre il tempo che trovano”) e l’ Agcom, rea di aver chiuso un occhio sulla salvinizzazione dei tg.
“A Mediaset va in onda il conflitto di interessi 2.0. Con uno spazio fuori da ogni equilibrio a Forza Italia e Berlusconi. A Salvini, alleato di Berlusconi, addirittura dieci volte lo spazio di Zingaretti”, scrive Anzaldi che si ricorda premurosamente pure che Giuseppe Conte, è doppiato nelle presenze video dal “Capitano”.
Ma non è tutto, perchè il deputato dem se la prende pure contro l’occupazione leghista della Rai “con i casi eclatanti del Tg2 e dell’informazione di Rai1 (a partire da ‘Uno Mattina’ appaltata a conduttori e autori di stretta osservanza salviniana)”. Un TeleSalvini a reti unificate.