Silvio Berlusconi è silente, mentre da Forza Italia si rincorrono dichiarazioni in ordine sparso tra chi vuole un governo pronto all’uso e chi, invece, le elezioni subito con Matteo Salvini. Allora il capo della Lega dai suoi comizi siciliani con la scusa delle regionali richiama il centrodestra all’ordine: “Conto di vedere sicuramente gli alleati del centrodestra per le elezioni in Umbria, Emilia Romagna, Calabria, Marche e Toscana. Penso che già la settimana prossima ci ritroveremo, ovviamente si parlerà anche di altro”.
Già, perché in piena crisi, mentre Fratelli d’Italia è compatta dietro al Carroccio, non lo è Forza Italia. Anzi. L’ex socialista Renato Brunetta è già orientato verso ipotesi che salvino la legislatura, piuttosto: “La crisi arriva nel momento peggiore. Quale governo approverà l’assestamento e scriverà i documenti di finanza pubblica, con il rischio di una manovra monstre da 50 miliardi? Difficile dirlo in questo momento. Le elezioni a ottobre possono significare il non rispetto delle scadenze e degli impegni presi con l’Europa. È proprio quello che i mercati temono. Se Salvini vuole essere leader di una maggioranza di governo di centrodestra, come quella che ha vinto le scorse elezioni, allora la reazione da parte dell’Europa e dei mercati sarà più benevola. Se, invece, volesse realizzare il governo dell’uomo solo al comando, anti-Euro, populista e sovranista, allora l’Italia corre seriamente il rischio di fare la fine che fece la Grecia. Caro Salvini, – conclude Brunetta – noi siamo d’accordo a fare un programma organico di centrodestra unito e plurale con Berlusconi garante nei confronti dei mercati internazionali. In caso contrario non lasceremo il Paese nelle mani degli estremisti, dei populisti, dei sovranisti”.
L’ex missino Maurizio Gasparri, invece, si fa decisamente meno problemi: “Al voto subito, ma con centrodestra unito, per avere così una maggioranza certa, ampia e stabile, per un governo di 5 anni, per affermare coerenza e lealtà”. Dalla stessa parte di Gasparri anche Maria Stella Gelmini: “Forza Italia vuole ridare la parola agli italiani e vuole farlo con la coalizione di centrodestra unita”. Come Berlusconi ieri resta silente anche Mara Carfagna.
Fa qualche distinguo, invece, l’onorevole Giorgio Mulè, ex direttore di Panorama: “Al voto con la Lega? Patti chiari e prima un programma condiviso. Come fatto nel 2018, anche in questo caso la Lega, da forza coerente di centrodestra e con una piattaforma comune già condivisa nelle singole regioni, dovrà trovare una mediazione sul programma per le elezioni politiche. Da quel programma discenderà un’alleanza e una coalizione che si presenterà unita agli italiani. Francamente non riesco ad immaginare scenari diversi rispetto a questo”. Anna Maria Bernini getta qualche miccia nella eventuale coalizione: “Giorgia Meloni continua a dispensare pagelle e a svolgere il ruolo improprio di buttafuori per decidere chi deve entrare o no nel centrodestra. Io ritengo che questo sia il momento della responsabilità”. Che cosa aveva detto Giorgia Meloni? La leader di Fratelli d’Italia così ieri su Qn: “Lega e Fdi sono autosufficienti ma a Forza Italia chiediamo elementi di chiarezza, poi valuteremo. Il problema è di posizionamento politico, con o senza Berlusconi, che è l’unico a funzionare sicuramente in termini di consenso ma che ha più volte preso le distanze da noi e non dalla sinistra. Moderatismo non va confuso con l’inciucismo”.