Omicidio Rega: l’America non si deve intromettere
Finnegan Lee Elder, l’assassino del vice brigadiere Mario Rega, dice che non sapeva che la sua vittima fosse un carabiniere e di aver reagito perché temeva di essere strangolato. L’avvocato di famiglia, Craig Peters, si augura che il suo assistito “possa tornare presto a casa”, aggiungendo che l’opinione pubblica pare abbia un resoconto incompleto degli eventi. Elder non ricorda la dinamica, aveva bevuto molto e aveva anche assunto droga. Un quadro che lo rende socialmente pericoloso. Spero che gli Usa non si intromettano, che i due rimangano in Italia: qui hanno ucciso, qui saranno giudicati e qui devono scontare la pena.
Cristian Carbognani
Napoletano doc: l’identità nascosta del leghista
E se Salvini non fosse milanese, ma napoletano verace, trasferito al Nord in tenera età? Lo si deduce dal fatto che ha conservato luoghi comuni e slogan assolutamente partenopei. Primo: “Accà nisciuno è fesso”. Chi potrebbe sostenere che Salvini sia fesso? I fessi siamo noi che lo manteniamo nell’opulenza fin dagli anni giovanili consentendogli di non lavorare. Secondo: “Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scordammece o passato”. Chi è più bravo di Salvini a far dimenticare che era un fervente sostenitore no Tav mentre ora è sostenitore pro Tav? E infine: “I figli so pezz’e core”. Come si fa a non perdonare papà Salvini se consente al pargolo di fare un giro sulla moto d’acqua della Polizia?
Vincenzo Bruno
Uefa, l’arbitro è una donna: “L’abilità non ha sesso”
La partita Liverpool-Chelsea, finale della Supercoppa europea che si giocherà ad Istanbul il 14 agosto, sarà arbitrata da una donna. Il suo nome è Stephanie Frappart. La società cambia. A volte in meglio, come in questo caso, abbattendo preconcetti e tabù. Nelle discussioni quotidiane sento molta avversità da parte di certi maschietti sull’ingresso delle donne nel mondo del calcio. A chi non vede di buon occhio questo cambiamento ricordo una frase della femminista britannica Christabel Harriette Pankhurst: “L’abilità non ha sesso”.
Cristian Carbognani
DIRITTO DI REPLICA
Egregio direttore, scrivo in merito all’articolo dal titolo “L’accordo sulla Asti-Cuneo regala a Gavio 1,2 miliardi di euro”, apparso sul suo quotidiano domenica 4 agosto. Mi permetta di correggere più di un’inesattezza in esso contenuta e fare qualche riflessione. Innanzitutto mi preme sottolineare che il miliardo e 200 milioni di euro, valore di subentro previsto alla scadenza delle concessioni della A33 e della A4, corrisponde all’Ebitda di appena 3 o 4 anni di gestione delle due autostrade. Quindi la gara sarà comunque profittevole per un eventuale subentrante e per niente scontato, come invece scrivete, che le due concessioni rimangano a Gavio. Con il nostro nuovo schema, approvato dal Cipe, si permette di completare finalmente quella grande incompiuta che è l’Asti Cuneo e di farlo non solo senza proroghe, come invece precedentemente previsto, e dunque con grandi risparmi, ma addirittura accorciando la durata di entrambe le concessioni in essere: la A4 che scadrà nel 2026 e la A33 che scadrà nel 2031 invece che nel 2046. Significa una riduzione della concessione di addirittura 15 anni, con un mancato introito di mezzo miliardo per il concessionario. Cifra assai più alta, come peraltro il giornalista nell’articolo dice, dei 300 milioni di euro del valore di subentro della stessa autostrada A33. Infine, la remunerazione riconosciuta al concessionario, in base alle disposizioni dell’Autorità di regolazione dei trasporti, è di 9,23% solo per gli investimenti già previsti e appaltati, mentre è del 7,05% per i nuovi investimenti. Ricapitolando: abbiamo proposto e approvato uno schema concessorio che sblocca finalmente un’opera ferma da anni. Lo abbiamo fatto senza proroga di concessione autostradale ma, anzi, riducendo e di molto le concessioni in essere. Questo significa assicurare ai cittadini un’autostrada completa, con minori esborsi e tariffe più contenute al casello. Grazie a uno schema che rispetta i parametri Ue, e per questo, non ha bisogno di alcuna autorizzazione da Bruxelles, sblocca i cantieri e fa risparmiare milioni di euro. Garantendo poi una gara unica nel 2026 che è tutt’altro che anticoncorrenziale. Alla luce di ciò, quale sarebbe il regalo?
Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Il ministro chiede dove sta il regalo ai Gavio per l’Asti-Cuneo. Lo accontento subito così informo per la seconda volta anche i lettori: i Gavio non mettono un euro di capitale proprio, si finanziano in banca al 4% e per lo stesso importo ricevono dallo Stato una remunerazione più che doppia (9,23 per cento), superiore di 2 punti a quella proposta dagli stessi Gavio alcuni mesi fa (7,30). Non è finita: come conferma lo stesso ministro il valore di subentro complessivo di 1,2 miliardi nel 2031 per l’Asti-Cuneo a cui viene affiancata la Torino-Milano è pari a 3 o 4 volte l’Ebitda (gli utili annuali prima degli interessi). Il ministro sa che la Commissione europea tollera al massimo l’1,5 dell’Ebitda e quindi lo schema proposto per l’Asti-Cuneo rischia molto seriamente la bocciatura dell’Europa. Infine la stessa Europa difficilmente tollererà remunerazioni degli azionisti al 10 per cento per la Torino-Milano e al 20 per la Asti-Cuneo ritenedole quasi di sicuro un aiuto di Stato.
Daniele Martini