La disorganizzazione di questi quaquaraquà
Mi trovo presso un Asp di una cittadina della Sicilia, Adrano, per una visita medica: nessun controllo della temperatura, del pass, siamo mischiati con quelli che devono fare il tampone, il vaccino ecc. Vorrei chiedere al generale Figliuolo: non ha pensato di usare le caserme per convogliare i tamponi e i vaccini? Dopo che sarà finita la giornata, avremo centinaia di contagi. Siamo messi male, soprattutto perché ci siamo affidati a dei quaquaraquà. Povero Pnrr.
Giovanni La Mendola
Dare del “pregiudicato” solo a chi fa comodo
Quando viene ammazzato oppure arrestato qualcuno che ha subìto una condanna penale, i media sottolineano che è un pregiudicato. Con la “razza padrona” questo non accade. Con un potente si va leggeri. Ad esempio, negli articoli giornalistici che parlano di B., non ho visto né sentito un richiamo del tipo “il pregiudicato Berlusconi si è incontrato con Meloni e Salvini”. Evidentemente farebbe brutto, non vi pare? Però è semplicemente la realtà dei fatti. B. è un pregiudicato, essendo stato condannato per frode fiscale. È stato condannato perché ha rubato agli italiani, frodando l’erario per 368 milioni di dollari. Nella sentenza viene poi definito “delinquente”. E dunque se avessimo una informazione meno omertosa, questi fatti dovrebbero essere messi in bella evidenza affinché i cittadini si ricordino chi è il Caimano. Per cui, se non ci fosse questa disinformazione, Meloni e Salvini e tutto il cucuzzaro di destra non potrebbero nemmeno pensare di candidare un soggetto simile come possibile nuovo presidente della Repubblica. Sarebbe scandaloso in un qualsiasi Paese mediamente serio.
Anilo Castellarin
D’Alema disprezza Renzi e tanto mi basta
A me il ritorno di D’Alema all’interno del Pd non dispiace. Non che mi faccia impazzire, ma piuttosto che la figura sbiadita di Enrico Letta, preferisco quella di D’Alema. Fu lui tra i primi a perorare un accordo con i 5Stelle e, soprattutto, non le manda a dire a Renzi e a tutti i suoi, fuori e dentro al Pd.
Giovanni Frulloni
Il significato dell’obbligo vaccinale ai lavoratori
Quasi sicuramente, nel Consiglio dei ministri del 5 gennaio, il governo introdurrà l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori del pubblico e del privato. Ci spero, ma solo per vedere gli effetti nel mondo del lavoro. Sì, perché l’obbligo vaccinale esiste già per alcune categorie (sanitari, forze dell’ordine, personale scolastico) con il risultato che oltre ai contagi, sono aumentati anche i disagi. Immagino cosa succederà nelle piccole e medie imprese. E sono stati pure furbi: durante le festività hanno lasciato correre il virus con conseguente aumento esponenziale dei contagi (complici anche noi cittadini, che non vogliamo maturare): così si sono creati la scusa per introdurre l’obbligo per lavorare. Domanda: perché introdurre l’obbligo vaccinale se, nonostante il 90% di italiani “immunizzati”, i contagi risalgono a dismisura? Ormai sono sempre più convinto che ci sia un odio viscerale verso i cittadini da parte di questi mantenuti dello Stato. Più ci tolgono la dignità, più ingrassano le loro indegne vite. E complimenti anche al M5S, che in appena undici mesi è stato capace di buttare nel cesso tre anni di leggi che rimettevano al centro proprio la dignità delle persone. Quella stessa dignità che negheranno a tutti quei lavoratori non vaccinati (o che decidono di non completare il ciclo vaccinale), se anche loro appoggeranno questa porcheria. E meno male che siamo “una Repubblica fondata sul lavoro”.
Stefano Bevilacqua
Una digitalizzazione a dir poco fantozziana
Questa storia del Green pass che in pochi giorni è sceso di validità da dodici a nove mesi, poi a sei ma di fatto a quattro, per evitare la quarantena, mi ricorda tanto quel film di Fantozzi dove, dopo aver guadagnato tutti i gradi sino a dirigente d’azienda, di colpo il ragioniere Ugo perde tutto: dalla pianta di ficus fino alla poltrona sotto il sedere. A questo punto i vigili urbani ci consegnino direttamente la sanzione e noi, inchinati come il ragionier Fantozzi, rispondere disciplinati: “Come siete umani, voi”. Torno serio un attimo per evidenziare come il Green pass segni la morte della digitalizzazione. Doveva essere tutta una cosa di app e invece ha quadruplicato a dismisura la necessità di forza lavoro: code nelle farmacie per i tamponi, tempo perso per scaricare più volte il certificato verde, tempo per prenotare i richiami e presentarsi più volte agli hub di vaccinazione, forze dell’ordine schierate ed esercenti occupati nei controlli alle porte di bar e ristoranti. Alla faccia della moderna digitalizzazione, dove fai tutto senza muoverti di casa.
Stefano Masino