Qualche giorno fa ci siamo occupati dei primi nomi: Angelino Alfano, Roberto Maroni, Nunzia De Girolamo, Gian Luca Galletti e molti altri ex ministri e parlamentari che per vari motivi si sono ritirati dalla politica con l’inizio della nuova legislatura. Adesso ecco altri cinque profili, tutti usciti di scena in cerca di fortuna altrove. Enrico Letta, dopo le delusioni italiane, si è rifugiato in Francia senza disdegnare incarichi spagnoli, l’ex ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza si dà da fare nel privato mettendo a frutto anche i rapporti con gli ex colleghi politici. D’altra parte impegnarsi in Parlamento o al governo per anni aiuta a costruirsi un network di conoscenze niente male. La storia di Denis Verdini, decano di mille larghe intese, insegna. Ma per chi è stufo di consigli d’amministrazione, riunioni e responsabilità resta sempre la strada indicata dall’ex senatore Antonio Razzi, che nell’ultimo anno si è buttato sulla televisione dando seguito in prima persona al personaggio caricaturale già reso celebre da Maurizio Crozza. E così ognuno, a suo modo, ha trovato come re-inventarsi.
Enrico Letta
Dopo #enricostaisereno è ripartito da Abertis, Macron e Università
Matteo Renzi, suo successore a Palazzo Chigi, lo aveva infilzato col celebre hashtag #enricostaisereno. Forse è anche per quella scottatura che Enrico Letta è fuori da ogni incarico istituzionale italiano da quattro anni, da quando cioè si era dimesso anche da deputato. Da allora però il lavoro non gli è mancato. Il ruolo più controverso è quello da consigliere di amministrazione di Abertis, il gigante spagnolo delle autostrade che controlla anche il tratto della A4 in Italia. Letta è rimasto in carica per oltre un anno, dimettendosi poi con l’ingresso di Atlantia (famiglia Benetton) nel gruppo. Più o meno nello stesso periodo Letta ha anche lavorato per un organo pubblico francese, il Comitè Action Publique 2022 voluto da Emmanuel Macron per preparare la riforma della pubblica amministrazione. Poi ci sono gli incarichi accademici. Il 13 giugno scorso Letta è entrato nel cda di Stoà, un istituto di formazione, ricerca e consulenza alle imprese. Nel frattempo, mantiene la direzione della Scuola di affari internazionali all’Istituto di Studi Politici di Parigi.
Antonio Razzi
Tutto cominciò con Crozza, adesso balla con le stelle (ma la De Girolamo lo batte)
Per un certo periodo la sua imitazione creata da Maurizio Crozza era forse ancor più celebre di lui, complice la parlata goffa e i riferimenti grotteschi ai privilegi della politica. Poi Antonio Razzi, già senatore di Forza Italia non ricandidato alle ultime elezioni, ha sfruttato quell’ironia per diventare un personaggio che potesse resistere anche fuori dai Palazzi. E così oggi Razzi, 71 anni, è fuori dalla politica e si gode la nuova vita in televisione. Lo scorso anno ha debuttato sulla Rai come inviato di Quelli che dopo il Tg, il programma di Luca e Paolo, prima di avere uno show tutto suo sul canale Nove dal titolo Razzi vostri. Il vero successo è arrivato però in questa stagione grazie all’approdo a Ballando con le stelle: qui il baffuto ex senatore ha tra l’altro ritrovato l’ex ministra (e collega di partito) Nunzia De Girolamo, concorrente della stessa gara. Nella gioia generale, una beffa: la De Girolamo è arrivata in finale, lui no.
Maria Chiara Carrozza
L’ex ministra al Don Gnocchi e in Piaggio col dem Colaninno
Ministra dell’Istruzione durante il governo Letta, deputata con il Pd per cinque anni fino al 2018, quando non si è ricandidata per la Camera. Da allora Maria Chiara Carrozza è fuori dalla politica e si dedica soprattutto agli incarichi scientifici: è infatti docente di Bioingegneria Industriale all’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa e presiede l’Associazione Gruppo Nazionale di Bioingegneria. Dal 2018 la Carrozza è anche Direttore Scientifico della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, gigante della riabilitazione con diverse strutture sparse in tutt’Italia. Ma l’esperienza nel gruppo del Partito democratico ha rinforzato legami che resistono fuori dal Parlamento. Da quattro anni la Carrozza è infatti consigliera di amministrazione del gruppo Piaggio, controllato dalla famiglia Colaninno: Roberto ne è il presidente, Matteo – tutt’ora deputato dem al terzo mandato e dunque ex collega della Carrozza – ne è vicepresidente.
Giuliano Poletti
Pensionato e attivo nel sociale (con la benedizione di Gentiloni)
Per ricordare il suo periodo al ministero del Lavoro, dal 2014 al 2018, bastano due parole: Jobs Act. Giuliano Poletti, 67 anni, emiliano, ha occupato la casella che ora è di Luigi Di Maio mentre Matteo Renzi compiva una delle sue riforme più controverse. Confermato durante il governo Gentiloni, Giuliano Poletti ha poi deciso di non candidarsi nelle liste del Partito democratico: “Ci sono tante cose belle da fare fuori dalle Camere, – aveva detto – ho una grande passione per tutte le vicende che riguardano la dimensione sociale, come il volontariato, l’associazionismo, la cooperazione”. E in effetti la nuova vita di Giuliano Poletti segue quella strada: da pensionato l’ex ministro si occupa di iniziative sociali nella zona di Imola, dove risiede, e nelle scorse settimane ha lanciato una nuova piattaforma: si chiama Social e sarà un’associazione che studia l’innovazione del mondo del lavoro. Una specie di intermediario tra persone, imprese e società, la cui presentazione è avvenuta a Roma alla presenza di Paolo Gentiloni.
Denis Verdini
Un anno in Tosinvest: gli affari del collega-editore Angelucci
Dei suoi incarichi pubblici e privati si perde memoria, indietro nei decenni. Tre volte deputato, una senatore, fautore delle intese politiche più larghe, fino al Patto del Nazareno che doveva cambiare la Costituzione. Lo scorso anno sembrava che Denis Verdini fosse destinato a una candidatura blindata all’estero, poi però il leader di Ala ha deciso di non presentarsi alle elezioni. Da allora tanti processi relativi agli anni in cui era presidente del Credito cooperativo fiorentino (l’ultima condanna è a 4 anni e 4 mesi per bancarotta preferenziale) e nuovi incarichi nei media: da febbraio 2018 a aprile 2019 è stato presidente del ramo editoria del Gruppo Tosinvest di proprietà dell’ex collega di Forza Italia Antonio Angelucci. Un colosso che comprende Libero, Il Tempo e diversi “Corrieri” locali tra Umbria e Toscana. Il motivo dell’addio? Più che dissidi con i direttori dei quotidiani, i rapporti con Giampaolo Angelucci, figlio del forzista e presidente del cda del gruppo.