Si è sempre detto che Giancarlo Giorgetti è “il Gianni Letta della Lega”. L’inchiesta su Siri conferma questo assunto. Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia poi diventato imprenditore di area leghista, intercettato il 17 maggio 2018 spiega al figlio Francesco: “Pensa un po’ che Armando (n.d.r. Siri), l’ho fatto chiamare io da Berlusconi… cazzo non c’era riuscito… devo dire che Letta è sempre un amico. Sono andato lì e gliel’ho detto: chiama Armando perché Armando… dice: ‘sai se non mi sostiene Berlusconi, Salvini non so…. si poi mi garba… poi capace che… allora devo dire che subito dopo l’ha chiamato. Ha detto che interviene anche su Giorgetti per Federico (il figlio, Federico Arata, ndr) così Giorgetti è stato mezzora con Federico: proprio ‘ah ma tu sei una persona brillante, un ragazzo bravo’…. mi conosce da quindici anni Giorgetti”.
Il sistema di potere che fa riferimento a Giorgetti si rivela simile a quello di Letta anche per le sponde in Vaticano e negli Usa. Scrive la Dia: “Già dal mese di aprile, Paolo Arata ‘spingeva’ la candidatura di Siri per un importante incarico governativo”. Siri era strumentale ai disegni di Arata e l’ex politico di FI passato all’impresa si spendeva Oltretevere e Oltreoceano.
“A tal fine oltre ad interessare ripetutamente il suddetto Gianni Letta – prosegue la Dia – Arata ricorreva all’aiuto del cardinale Raymond Leo Burke, un importante esponente della Chiesa Cattolica con addentellati nell’Amministrazione statunitense; di Steve Bannon giornalista, politico e produttore cinematografico statunitense, ex banchiere d’investimento, già capo stratega del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dal 20 gennaio al 18 agosto 2017”.
Il 6 aprile 2018 Arata chiama il cardinale neo-conservatore, legato alla destra americana e riferimento dell’ala Vaticana ostile a Papa Francesco, e gli dice: “Chiamo per ricordarle se può fare quel famoso intervento su Giorgetti dagli Stati Uniti”. La Dia ipotizza che Arata stia invocando l’intervento di un politico americano, Paul Ryan, che è stato addirittura la terza carica degli Usa, come presidente dell’Assemblea statunitense fino al 2019.
Al cardinal Burke Arata chiede anche una raccomandazione per il figlio Federico. Lo vorrebbe addirittura “viceministro agli esteri”. Poi Giorgetti affiderà a Federico Arata una consulenza. Il 9 giugno 2018, quando Giorgetti fissa il primo incontro al figlio, Arata ringrazia così Burke: “Sua eminenza (…) grazie di tutto per quello che ha fatto per Federico, grazie”. Poi aggiunge “un passo alla volta”. In realtà il passo che per lui conta è la nomina di Siri. Il 15 maggio Arata incontra Gianni Letta. Il giorno dopo arriva la telefonata di Berlusconi a Armando Siri, non registrata dalla Dia ma commentata da Arata.
Il 28 maggio 2018 poi Arata chiama la segretaria particolare di Giorgetti, Rita Trinci, per chiedere di fissare un incontro con Steve Bannon, in quel periodo in tour in Italia. Arata passa il telefono al figlio Federico, che tiene i rapporti della Lega con i teocon americani. Il rampollo spiega: “Non è per incontrare me è perché più che altro poi l’americano venerdì riparte e per questo che ha incontrato Salvini, ha incontrato Siri non ha incontrato a Giancarlo che è lui il responsabile degli esteri quindi per questo ci tenevo”. Arata coinvolge Burke e Giorgetti nelle manovre per la nomina di Siri a sottosegretario. Poi coinvolge Siri nel suo tentativo di ottenere un emendamento su misura per incassare incentivi maggiori per i suoi impianti. Il 18 settembre 2018, nel pieno delle manovre per ottenere l’emendamento in suo favore, dice al presidente delle imprese del minieolico, Carlo Buonfrate, che ha incontrato anche Giorgetti ma non gli riferisce particolari al telefono.
Il 28 maggio 2018 Arata, poco prima della formazione del governo, fa anche il nome del ministro dell’Interno. “Salvini non sa dove mettere Armando (Siri, Ndr), poi io gli ho detto che deve fare il viceministro con la delega dell’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra”. Al massimo ci sarà stata una chiamata di Salvini a Siri (non intercettata) intervenuta mentre Siri era a casa di Arata. La Dia precisa: “Questa Dia non ha registrato interlocuzioni telefoniche tra Arata e Salvini”.