Sottosegretario con Letta, ministro dell’Ambiente con Renzi e Gentiloni. Ora Gian Luca Galletti, non candidato alle ultime elezioni politiche, è tornato a fare il commercialista, lui che è uno dei senior partner dello studio bolognese Galletti Leonelli Santini. Ma gli incarichi della nuova vita dell’ex ministro non finiscono qui. Galletti fa parte, tra l’altro, del collegio sindacale di Nomisma, società di ricerca e consulenza per cui da aprile dirige anche una nuova divisione dedicata all’ambiente. Galletti è presente poi nel collegio sindacale di Conserve Italia, uno dei maggiori gruppi alimentari italiani, e in quello di Officine Maccaferri, colosso delle lavorazioni meccaniche. A questo proposito, la sua nomina era stata oggetto di un ricorso all’Autorità garante per la concorrenza, che non ha però ravvisato motivi di incompatibilità tra il vecchio ruolo di ministro, mantenuto fino a maggio 2018, e il nuovo incarico in Maccaferri.
People, la casa editrice con cui ha pubblicato il libro della Segre
Ha troncato a metà la campagna elettorale per le Europee, sentendosi a disagio con alcuni candidati di destra presenti nelle liste dei Verdi di cui faceva parte. Oggi Pippo Civati è quindi fuori dalle istituzioni, dopo che già l’anno scorso non era stato eletto in Parlamento e aveva poi lasciato l’incarico di segretario di Possibile. La sua nuova vita? Una casa editrice, nata a novembre del 2018. Si chiama “People”, ha sede a Gallarate (in provincia di Varese, dove ha casa Civati) ed è stata aperta insieme a Stefano Catone e Francesco Foti. Tra i libri in catalogo c’è anche quello della senatrice a vita Liliana Segre, Il mare nero dell’indifferenza, oltre che diversi titoli di argomento sociale. Della sua scelta sembra non pentirsi: “Stare lontani dal Parlamento e dal sistema politico fa bene al cervello”, ha detto qualche mese fa. In attesa che, magari, a sinistra cambi qualcosa.
Da Matteo Renzi all’Unesco, sempre con delega all’istruzione
Era scesa in politica grazie a Mario Monti, con cui è stata eletta senatrice nel 2013. Poi il passaggio al Partito democratico sotto l’ala di Matteo Renzi, che nel suo governo la volle come ministra dell’Istruzione. Dalla sua parte, Stefania Giannini aveva una lunga carriera accademica, prima come docente di Linguistica e Glottologia all’Università di Perugia e poi come rettore della stessa Università. Ora Stefania Giannini è fuori dalla politica italiana, dopo aver rinunciato a ricandidarsi con il Pd alle elezioni del 2018. Ma l’ex ministra continua a occuparsi di Istruzione: nel marzo del 2018 è stata infatti nominata vicedirettrice dell’Unesco, l’ente guidato da Audrey Azoulay. Alla Giannini è affidata la delega specifica per il settore Education, quello peraltro più consistente in termini di risorse di bilancio (oltre un terzo del totale di tutto l’organismo).
Il salvataggio di B. è lontano: adesso fa il missionario in Africa
Nel 2010 la sua fuoriuscita dall’Italia dei Valori andò in soccorso a Silvio Berlusconi, già claudicante prima delle dimissioni da premier che sarebbero arrivate l’anno successivo. Oggi però Domenico Scilipoti ha cambiato vita, abbinando alla vocazione medica quella religiosa. Alle ultime elezioni è risultato il primo dei non eletti di Forza Italia in uno dei collegi pugliesi per il Senato, e allora da qualche tempo l’ex parlamentare è di casa in Africa, dove viaggia sia per dare sostegno sanitario alle missioni umanitarie sia per dare il suo contributo all’evangelizzazione, in fede al ruolo di presidente dell’Unione Cristiana. Lo scorso gennaio, per esempio, di ritorno dal Burkina Faso festeggiava la nomina ad Ambasciatore di buona volontà per la diffusione del Vangelo: “Ho pure aperto un dialogo con il governo locale, illustrando come possiamo essere utili nel settore legislativo”.
Al servizio di privati nei settori aerospazio, difesa e sicurezza
Di lui dicevano che si sarebbe potuto occupare di Difesa in un eventuale governo gialloverde allargato a Fratelli d’Italia. Invece Guido Crosetto, che alla fine è rimasto fuori dalla maggioranza, si sta occupando sì di sicurezza militare, ma per conto dei privati. Da qualche mese è infatti presidente a tempo pieno di Aiad, la Federazione, membra di Confindustria, in rappresentanza delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. Il ruolo, dato il compito di far da tramite tra industrie e istituzioni, sarebbe stato incompatibile – anche solo per ragioni di opportunità – con ogni impegno istituzionale e per questo Crosetto, che già lavorava in Aiad dal 2014, ha a lungo tentato di dimettersi dal Parlamento per poter lavorare soltanto per la Federazione. Obiettivo raggiunto lo scorso 13 marzo, quando l’ex deputato di FdI ha pronunciato l’ultimo discorso alla Camera e i colleghi ne hanno accolto la rinuncia al seggio.
Alla ricerca del quid negli studi legali e nel gruppo San Donato
Ministro della Giustizia, dell’Interno, degli Esteri. Vicepremier. Più giovane ministro della storia della Repubblica. Primo e ultimo segretario del Pdl, in uno dei tanti tentativi di leadership diversa da Berlusconi falliti all’interno del centrodestra, prima delle ruspe salviniane. Eppure mancava il quid, come diceva Berlusconi. Nel 2018 Alfano non si è ricandidato e, ben lontano dalle simpatie gialloverdi, ha così potuto dar lustro ai propri titoli: laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca, avvocato. Da qui il ruolo di Of Counsel – tradotto: una specie di consulente – per lo studio legale Bonelli Erede, uno dei più grandi in Italia da poco unitosi con il Lombardi. L’ultima nomina per Alfano, però, è nel settore ospedaliero: presidente della Holding San Donato della famiglia Rotelli, un gruppo da oltre un miliardo e mezzo di ricavi nel 2018 che comprende tra gli altri il Policlinico San Donato, l’Istituto Ortopedico Galeazzi e il San Raffaele.
L’uomo della spending review lavora coi governi e le start-up
Ha girato banche, aziende e governi. Niente però di tanto arduo quanto il compito che gli aveva affidato Matteo Renzi nel 2014: ridurre la spesa pubblica italiana. Un paio d’anni da commissario alla spending review, cinque come deputato per il Partito democratico. Poi, nel 2018, la fine di ogni incarico e l’esclusione dalle liste per le elezioni politiche. Poco male per Yoram Gutgeld, 59 anni, israeliano con una lunga esperienza in Italia, dove però adesso non ha più incarichi. Le consulenze però non sono finite: Gutgeld è consigliere – più o meno ufficiale – di diversi governi in giro per il mondo, in Sudamerica, in Medio-Oriente e in Europa. Agli incarichi politici si aggiungono poi quelli relativi alle aziende private. In particolare, Yoram Gutgeld oggi è impegnato con alcune start-up in Israele, territorio florido di incubatori per nuove aziende hi-tech.
Il ritorno nell’azienda di famiglia e l’impegno in Confindustria
La famiglia, in certi casi, aiuta. Per esempio a ritrovare un ottimo incarico anche una volta finita la parentesi politica. Federica Guidi, ministra dello Sviluppo economico durante il governo Renzi, è infatti tornata in Ducati Energie, colosso di famiglia con 9 stabilimenti sparsi per il mondo in cui aveva lavorato già dal 1996. Oggi è vicepresidente esecutivo, ruolo che ricopre dopo che per un paio d’anni aveva lasciato ogni incarico proprio per evitare conflitti di interessi con l’attività di governo. Da pochi giorni Federica Guidi può però vantare un nuovo impegno, essendo appena stata nominata presidente di Anie Energia, un’associazione interna a Federazione Anie. Si tratta di una delle più grandi organizzazioni di categoria che fanno parte di Confindustria e rappresenta le imprese del settore elettrotecnico ed elettronico. Un lavoro per il quale, di certo, verrà buona l’esperienza maturata al Mise.
Un anno fa rinunciò alla Regione. Oggi colleziona incarichi e cda
L’anno scorso ha sorpreso tutti decidendo di non ricandidarsi alla guida della Regione Lombardia. La rinuncia a una vittoria che sembrava scontata poteva in realtà presagire a un ruolo di governo in caso di intesa tra Pd e centrodestra, come il Rosatellum lasciava immaginare prima del voto. L’exploit del M5S ha però costretto Roberto Maroni a rivedere i piani, senza per questo correre il rischio di rimanere a mani vuote: rispolverando la laurea in Giurisprudenza e tenendo buono il network costruito in anni di politica è entrato nel board dello studio Gatti Pavesi Bianchi, in compagnia di altri ex ministri e leader politici. Poi un ruolo nell’advisory board di Banca Prossima, da poco confluita in Intesa San Paolo, e l’incarico di senior advisor in Mediobanca. L’ultima poltrona risale a tre mesi fa: presidente del cda di SGB Humangest Holding, gruppo specializzato nei servizi di consulenza alle imprese.
Prima i giornali, poi la tv: balla su Rai1 e sogna una conduzione
Dopo dieci anni alla Camera e una parentesi da ministra – alle Politiche agricole durante il governo Letta – lo scorso marzo ha dovuto salutare il Parlamento. Colpa della batosta alle ultime elezioni, che però – per paradosso – sembrano aver avuto un effetto benefico sulla popolarità di Nunzia De Girolamo. Nel luglio del 2018 Il Tempo le affida una rubrica sul quotidiano, esperimento a cui segue la collaborazione col giornale Libero e poi, in tv, con Non è l’Arena di Massimo Giletti, su La7. La svolta è però nel 2019, con la partecipazione a Ballando con le stelle in coppia col ballerino Raimondo Totaro, prima serata su Rai1. La De Girolamo, forte anche del seguito sui social, diventa un nome buono persino per la conduzione di Linea Verde Estate, nonostante le resistenze – anche pubbliche – del Movimento 5 Stelle. Poi la cosa sfuma, ma la strada televisiva è ormai spianata.