SHERLOCK torna sempre sul luogo del “delitto”. E così, da domenica (il giorno in cui è stata pubblicata la prima inchiesta, “Le 10 bombe su Pompei”, con cui si è inaugurata la nuova iniziativa editoriale del Fatto), Sherlock torna quotidianamente a Pompei per il nostro viaggio nel “patrimonio minato”. Non esistono solo gli ordigni inesplosi della Seconda guerra mondiale a minare Pompei. C’è anche (al di là della bellezza estrema del sito, e dei passi – tanti e importanti – che certo si sono fatti per la valorizzazione di uno dei parchi archeologici tra i più visitati al mondo) il degrado che la galleria degli “orrori” pubblicata due giorni fa ha documentato. C’è la difficoltà, denunciata da Tomaso Montanari, che abbiamo come Paese: non siamo in grado di svegliare un patrimonio culturale dormiente. E ci sono pure i disservizi nei trasporti che, ahinoi, imponiamo non solo ai turisti… Continua
Qual è il mezzo migliore per condurre i clienti degli alberghi di Napoli e della costiera sorrentina a visitare gli Scavi di Pompei? Annamaria, guida turistica, risponde subito: “Sarebbe la Circumvesuviana. La fermata di Pompei si trova ad appena 70 metri dall’ingresso di Porta Marina. Però…”. Però? “È una scommessa col destino. Non sai se parti. Non sai a che ora parti. Non sai se torni”.
Domanda all’apparenza semplice: qual è il mezzo migliore per condurre i clienti degli alberghi di Napoli e della costiera sorrentina a visitare gli Scavi di Pompei? Annamaria, guida turistica, risponde subito: “Sarebbe la Circumvesuviana (il trenino che collega Napoli alla provincia, ndr). La fermata di Pompei si trova ad appena 70 metri dall’ingresso di Porta Marina. Però…”. Però? “È una scommessa col destino. Non sai se parti. Non sai a che ora parti. Non sai se arrivi. Non sai quando torni. Non sei sicuro di tornare”.
“Sulla Circumvesuviana avvengono almeno dalle 20 alle 30 soppressioni al giorno, 5 o 6 proprio su quella tratta”, calcola Enzo Ciniglio, portavoce di un comitato di pendolari nato su Facebook. Anche il giornalista Ciro Oliviero ogni giorno pubblica sul suo profilo social la mappa dei treni cancellati. È del 6 luglio uno degli ultimi bollettini di guerra: “Soppressi oggi i treni: 60651 delle ore 06:51 da Napoli per Poggiomarino – 40756 delle ore 07:57 da Poggiomarino per Napoli – 40655 delle ore 06:55 da Napoli per Poggiomarino – 6080 delle ore 08:19 da Sarno per Napoli…” (l’elenco era molto più lungo, con tanto di imprecazioni). Da segnalare anche i ritardi, nelle partenze e negli arrivi (in media, da 20 a 90 minuti). E i turisti, che si affacciano in stazione per la prima volta, si disorientano.
“Accade ogni giorno”, lamenta Teresa, receptionist di un hotel tre stelle di Sorrento. “Metà del mio lavoro consiste nel calmare le proteste dei clienti stranieri che vanno a Pompei, per lo più inglesi e statunitensi… rientrano minacciando di non tornare mai più in Italia”. C’è chi prende il trenino (specie chi ama viaggiare in piedi), e c’è anche chi, più facoltoso, opta per il servizio Ncc, un minivan con conducente a disposizione fino al tramonto: costo 350 euro, comprensivi della “stecca” per l’albergo. Se ti accontenti di un taxi te la puoi cavare con 100 euro.
Le pagine nere della Circumvesuviana, il “trenino degli incubi”, sono molte. Domenica 16 giugno, la peggiore. La stazione di Pompei invasa da 2 mila turisti – tutto documentato in un video virale – che non possono entrare nei vagoni fermi e strapieni (i vandali ne avevano distrutto le portiere) e si sbracciano disperati.
Il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, fedelissimo del governatore Pd Vincenzo De Luca, è il capo di questa percolante baracca, nella quale governo e Regione hanno iniettato quasi un miliardo di euro negli ultimi anni. Si è autonominato direttore generale a 143.000 euro annui. Tre giorni dopo la domenica di terrore a Pompei, De Gregorio ha promesso ai sindaci migliorie e guardie giurate. Tre giorni dopo ancora, il 22 giugno, il Metrostar 206 si ferma in avaria in una galleria tra Castellammare di Stabia e Vico Equense: i passeggeri hanno percorso due chilometri al buio a piedi, per rivedere la luce, e la linea è stata paralizzata per ore (per la cronaca, il Metrostar 206 si fermerà di nuovo venerdì 5 luglio, più o meno nello stesso punto).
“Ci vorrebbe una commissione d’inchiesta: questo treno andrebbe ritirato”, si sfoga il macchinista Gennaro Conte. “I Metrostar hanno da subito evidenziato problemi strutturali e progettuali – sostiene il sindacalista – ma sinceramente non pensavamo di precipitare così in basso: si riparano i pezzi rotti invece di ordinare i ricambi, si sopprimono linee…”.
“Noi, come albergatori, incoraggiamo l’uso della Circumvesuviana per non appesantire la statale sorrentina, che regge a fatica gli arrivi e le partenze delle comitive da e per l’aeroporto di Capodichino”, spiegano in un hotel a Sorrento. “Ma temo ormai che dovremo riorganizzarci in proprio, con bus turistici”. In piazza Esedra, il secondo punto di ingresso degli scavi di Pompei, già ora decine di pullman quotidianamente ronzano intorno allo spiazzo, tra chioschi e bancarelle, stressando il traffico cittadino. “In questa piazza c’è un caos intollerabile”, ha scritto il soprintendente degli Scavi, Massimo Osanna, al sindaco di Pompei chiedendo di spostare la casbah altrove.
P.S. Non è una soluzione migliore pensare di arrivare a Pompei con la propria auto. Il forestiero può cadere nella trappola dei “chiamanti”, che ti invitano a lasciarla nei campeggi di fronte: tariffa fissa 10 euro. Mentre il trenino, per il biglietto Napoli-Pompei costa 2 euro e 60 centesimi. Poi incroci le dita, e speri di arrivare.