Il centro d’attrazione di questa nuova proposta di legge per la promozione della lettura (che muoverà 3,5 milioni di euro a sostegno del sistema culturale e della diffusione dei libri in Italia) è certamente il suo articolo 9, che fissa un nuovo tetto per gli sconti al 5 per cento del prezzo di copertina del libro. Inoltre, si legge proseguendo nel testo che giusto ieri è approdato alla Camera per la discussione, soltanto per un mese l’anno le singole case editrici e i distributori potranno effettuare sconti pari al 20 per cento su tutti i propri titoli, tranne per quelli pubblicati nei sei mesi precedenti al mese stesso della promozione. Un’altra deroga prevista concerne i libri di testo adottati dalle istituzioni scolastiche, scontabili fino al 15 per cento, e i testi venduti alle biblioteche, su cui non vi sono limiti. Il cambiamento proposto dalla nuova soglia è stringente e netto rispetto alla precedente legislazione, la Legge Levi del 2011, che invece prevede “solo” un massimo del 15 sia per le vendite in libreria sia su Internet.
La reazione, c’è da dirlo, ha della farsa: se da un lato la classe politica è concorde, se dunque da destra a sinistra – dalla Lega al Pd, passando per Forza Italia, i 5Stelle e Fratelli d’Italia – si registra unanimità d’intenti, sul fronte degli addetti ai lavori è bagarre.
I dati di lettura nazionali sono sconfortanti: secondo l’Istat, sono passati dal 45,3 per cento del 2011 con 26 milioni di italiani lettori al 41 del 2017 con 23,5 milioni, e per Ali (Associazione Librai Italiani) la direzione della legge è quella “giusta” perché si tratta di un progetto “che cerca di rimettere al centro nelle scelte politiche il libro e la lettura”. Il tentativo è anche quello di difendere le librerie indipendenti, fortemente sacrificate dallo strapotere delle vendite online. Tra i tredici articoli del ddl Lettura, spicca inoltre l’art. 7 che vieterà il cross-advertising di Amazon (un buono spesa in regalo, con l’acquisto di due libri). Infatti, anche per l’Adei (Associazione degli editori indipendenti) è “un primo prezioso traguardo” perché “difende le librerie dal rischio di estinzione” e “introduce regole ineludibili che permettono concorrenza più equa”. Scontenti, ça va sans dire, i grandi gruppi editoriali, la cui quota di mercato sia nella produzione che nella vendita – sempre secondo dati Istat – è passata dal 77,5 % del 2010 all’80% del 2017. Insieme a loro, il presidente dell’Aie (Associazione Italiana Editori) Ricardo Franco Levi, secondo cui si tratta di “una legge contro la lettura”, manchevole di “un significativo sostegno alla domanda” e “contrario agli interessi degli italiani e delle famiglie”.
Alessandra Carbonaro (deputata 5Stelle e relatrice della legge) commenta così: “Mi dispiace si riduca tutto al tema dello sconto. Si tratta di una legge organica, che affronta la questione della diffusione della lettura nella sua totalità”. E in effetti, regola anche le cessioni gratuite, aumenta il tax-credit per le librerie, prevede un piano d’azione nazionale e assunzioni per il Cepell (Centro per il libro e la lettura).
Pro
Gessner: “Nel giro di qualche anno scenderà pure il prezzo di copertina”
Andrea Gessner, da editore di un marchio indipendente come nottetempo edizioni, cosa pensa di questa proposta di legge?
Sono favorevolissimo. Perché porterà, nel giro di quattro o cinque anni, a un abbassamento del prezzo di copertina dei libri. È dimostrato dalle esperienze all’estero che nei Paesi in cui non si applica sconto ai libri – per esempio in Nord Europa – gli editori fissano un prezzo più basso perché non viene calcolato in base allo sconto applicabile.
Lei parla anche come proprietario di una libreria indipendente.
Se le librerie indipendenti scomparissero, assisteremmo a una concentrazione economica marxiana, rimarrebbero solo pochissimi player nella commercializzazione del libro: le grandi catene e l’ecommerce.
Quindi il nemico è Amazon…
Non è assolutamente un nemico. Ma oggi sono molti i lettori che si recano in libreria per vedere, toccare, scegliere un libro. Poi lo fotografano o segnano il titolo e lo acquistano on-line. Le librerie indipendenti si sono ridotte a essere le vetrine dei colossi dell’ecommerce, senza però guadagnarci niente.
Ma a perderci, forse, non saranno i lettori che dovranno spendere di più?
Il prezzo, come dicevo, diminuirà in pochi anni. Ma è solo una parte del problema. Sostenere la lettura passa anche attraverso altri fattori, per esempio la proposta della card di 100 euro per i lettori in difficoltà e soprattutto la defiscalizzazione.
Come per i farmaci.
La necessità è la stessa. Appoggiare la diffusione del libro non è una preoccupazione da radical-chic, ma di tutti, proprio come curarsi. Significa sanare la coscienza civile, la crescita culturale dell’uomo, quindi farlo stare meglio.
AMF
Contro
Mauri: “Altro che incentivi: così si deprimono soltanto i lettori”
Stefano Mauri, cosa ne pensa lei che è presidente e ad del gruppo Gems?
Secondo noi e secondo l’Aie, di cui facciamo parte, questa proposta di legge che riduce ulteriormente gli sconti (rispetto alla legge Levi) non può affatto considerarsi un incentivo alla lettura. Oltretutto, delle altre iniziative a corollario sono rimaste poche briciole: il rischio è che si deprimano sia la lettura sia i lettori.
Quali sono le altre iniziative bocciate?
Ad esempio, una forma di defiscalizzazione dei libri, un po’ come le detrazioni per i farmaci, con un tetto più basso. Altro provvedimento fondamentale sarebbe regolarizzare il Bonus Cultura, la cosiddetta 18 App: quest’anno le risorse sono state trovate. Ma in futuro? Il problema dei fondi non può ripresentarsi ogni anno.
Limitare il cross-advertising è però importante…
Purtroppo spunteranno sempre nuove promozioni in grado di aggirare i paletti della legge. Servono controlli seri: non si può pensare che sia la polizia municipale a contrastare il fenomeno.
Le librerie indipendenti per ora esultano.
Non hanno capito che molti hanno chiuso per colpa di un colosso chiamato “ecommerce”, non per gli sconti, che, ripeto, erano già stati regolamentati e abbassati dalla legge Levi. È grazie a essa che abbiamo scongiurato gli sconti selvaggi fino al 50 per cento, allineandoci con altri Paesi europei.
Eccezionalmente i partiti politici sono tutti d’accordo.
Beh, in Parlamento c’è anche chi sostiene l’inutilità dei vaccini… Di questo passo non saremo più sicuri nemmeno che la terra è rotonda…
Avete protestato?
Più volte, ma l’Aie, l’associazione che rappresenta il 95 per cento degli editori, non è stata ascoltata.
Cam. Ta.