Vercelli, fuga da film: caccia a un rapinatore

Due detenuti sono evasi dal carcere di Vercelli la notte di Capodanno. Una fuga da film, con sbarre segate e lenzuola annodate per calarsi dal 4° piano: per uno dei due il sogno della libertà è rimasto tale, perché si è fratturato un braccio ed è stato catturato; l’altro è riuscito a scappare. Si tratta di Kristjan Mehilli, 27enne albanese in carcere per una serie di furti in villa messi a segno tra Piemonte e Lombardia. Faceva parte della banda “dagli occhi di ghiaccio” che, nel novembre 2018 a Cella Monte, nell’Alessandrino, fece irruzione nella villa di Riccardo Coppo, noto imprenditore vinicolo, portando via contanti e preziosi per 40 mila euro.

Morte Paolo Calissano, sentita l’ex compagna

In settimana verranno affidati i quesiti al perito nominato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’indagine per omicidio colposo sulla morte di Paolo Calissano. Obiettivo è ricostruite le ultime ore dell’attore, trovato morto venerdì nella sua casa nel quartiere Balduina. Al momento la pista più accreditata è quella di una morte causata da un mix di farmaci. I carabinieri hanno ascoltato l’ex compagna di Calissano, Fabiola Palese. È stata infatti proprio lei a chiamare il 112 perché non aveva più notizie dell’attore da ore. Tra le attività istruttorie previste, anche l’analisi del cellulare di Calissano per verificare i contatti avuti negli ultimi giorni.

Roma, cade da finestra durante perquisizione

Un uomoha perso la vita a Roma dopo essere precipitato da una finestra della propria casa mentre nell’abitazione era in corso una perquisizione della Polizia. Il fatto si è verificato venerdì mattina in zona Aurelia, nel quadrante nord della Capitale. Secondo quanto si apprende da fonti della Polizia, mentre nell’abitazione era in corso una perquisizione dovuta al fatto che l’uomo era ritenuto responsabile di una rapina, lui si sarebbe lanciato nel vuoto passando da una finestra. Sono in corso indagini per ricostruire l’esatta dinamica della vicenda.

Addio Francesco Forte, ex ministro socialista

È mortoFrancesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze socialista nel governo Fanfani del 1982. Nato a Busto Arsizio e laureato in giurisprudenza, Forte fino a quel momento era stato responsabile economia del Psi e da quell’anno ha occupato diversi dicasteri: ministro per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie nel governo Craxi I fino al 1985 e poi sottosegretario straordinario agli Affari Esteri per la lotta contro la fame nel mondo fino al 1987. Deputato e senatore per quattro legislature fino al 1994, Forte è stato anche professore universitario alla Sapienza di Roma ed editorialista economico di Panorama, L’Espresso, La Stampa, Il Sole 24 Ore e Il Giornale. Aveva novantadue anni.

Milano, risse e violenze la notte di Capodanno

È statauna notte di fine anno caratterizzata da liti, risse e accoltellamenti da prima di mezzanotte fino all’alba del primo gennaio. Due ragazzi, feriti in distinti episodi, a Milano e in provincia, sono gravi in ospedale, e una 19enne è stata accerchiata da un branco che l’ha brutalmente molestata. Nel capoluogo la lite più grave è avvenuta vicino a piazza del Duomo dove un 18enne è stato colpito con un fendente al collo, forse una bottigliata. Il 118 lo ha portato in codice rosso al Policlinico ma non sarebbe in pericolo di vita. Un altro ferito, probabilmente il contendente, un 16enne, è stato a sua volta soccorso e trasportato in codice verde all’ospedale San Paolo. Un’altra aggressione è avvenuta alle 3 a Desio (Milano) dove un 26enne è stato accoltellato all’addome. Altre risse e aggressioni sono state segnalate in via Torino e in via Pavia, sempre a Milano, e in piazza Gae Aulenti e con protagonisti sempre minorenni o appena maggiorenni, e nell’hinterland a Pogliano Milanese.

Un altro grave episodio ha avuto per vittima una 19enne che è stata prima circondata da circa una trentina di ragazzi stranieri che le hanno afferrato la borsa, e poi è stata molestata sessualmente. L’arrivo degli agenti ha fatto fuggire il branco.

Morto Fulvio Damiani, storico volto del Tg1

È statoper anni uno dei volti più noti del giornalismo tv. Fulvio Damiani, storica firma della Rai, considerato uno dei maestri della “nota politica” del Tg1, è morto a 87 anni. Nato a Firenze il 4 ottobre 1934, Damiani si era laureato nel 1962 in Scienze Sociali e Politiche a Firenze. Allievo di Giovanni Spadolini e Giovanni Sartori, Damiani si è sempre interessato di politica già dal Giornale del Mattino dove nel 1962 aveva iniziato la professione. Arrivato a Roma nel 1967, Damiani ha lavorato ai notiziari del Giornale Radio della Rai fino al 1969 e nello stesso anno fu chiamato da Willy De Luca al telegiornale, dove è stato giornalista politico fino al 1996 seguendo tutti i maggiori avvenimenti sia in studio che come inviato. Dal 1997 al ‘99 è stato notista a Telemontecarlo.

Strage di Ravanusa Indagati anche i vertici dell’Italgas

Ci sono quelli di alcuni dirigenti dell’Italgas tra i 10 nomi iscritti sul registro degli indagati dalla Procura di Agrigento, che tenta di far luce sull’esplosione che l’11 dicembre a Ravanusa ha raso al suolo 4 palazzine e danneggiato altri 40 stabili uccidendo 9 persone, tra cui una donna al 9° mese di gravidanza. Il fascicolo, che ipotizza i reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, è stato aperto come atto dovuto per eseguire la prossima settimana un incidente probatorio in via Trilussa, luogo della tragedia.

“Gli avvisi di garanzia si rendevano necessari al fine di poter effettuare nel contraddittorio delle parti accertamenti tecnici non ripetibili, che si svolgeranno nei prossimi giorni per ricostruire la dinamica degli eventi”, ha affermato in una nota Italgas Reti. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, “nel confermare l’invio di dieci avvisi di garanzia nei confronti di dirigenti e tecnici della società Italgas”, ha precisato a sua volta che “sono stati notificati unicamente a garanzia dei possibili indagati dovendosi svolgere accertamenti tecnici irripetibili sui luoghi, sulle reti e sui materiali degli impianti di distribuzione del metano”. “Il collegio peritale coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella – ha aggiunto Patronaggio – effettuerà operazioni di scavo, di campionamento di terre di scavo, analisi visive e strumentali, a partire dal 4 gennaio”.

Si dovrà chiarire come e perché si sia creata la “bolla” di metano che ha innescato la deflagrazione. Per la Procura sarebbe stata prodotta da una “camera” di metano e da una casuale scintilla. “Si sta cercando di ricostruire la dinamica dell’esplosione e del successivo propagarsi della ‘palla di fuoco’ e dell’onda d’urto – ha spiegato il capo dei pm –. Su come e perché si sia creata la ‘bolla’, al momento localizzata al di sotto dell’abitazione al civico 65, restano i dubbi che verranno sciolti dalle investigazioni tecniche e di polizia giudiziaria”.

All’estero Berlino vede la luce, Londra un po’ meno

“C’è luce in fondo al tunnel” della pandemia da Covid-19. A dirlo è stato il nuovo ministro tedesco della salute, Karl Lauterbach, al tradizionale programma di Capodanno della rete pubblica Zdf. Intervenuto in diretta dalla porta di Brandeburgo a Berlino, Lauterbach ha sottolineato che la nuova variante Omicron del Covid-19 è particolarmente contagiosa, ma appare al momento meno grave della variante Delta. “Questo è già un raggio di speranza”, ha detto il ministro, sottolineando però che ciò vale per chi è immunizzato. Mentre per i non vaccinati la situazione è più pericolosa. Nelle ultime 24 ore la Germania ha registrato 23.392 nuovi contagi e 184 morti per il Covid-19. L’incidenza, seppur in risalita, è a 214,9, un dato ben inferiore ai 442,9 di un mese fa.

Continua invece la corsa dei contagi nel Regno Unito: 162.572 nuovi casi e 154 morti nelle ultime 24 ore: “I britannici dovranno imparare a vivere insieme al Covid nel 2022 – ha scritto il ministro della Salute, Sajid Javid, in un editoriale sul Daily Mail –. È inevitabile che vedremo ancora un grande aumento di casi di coronavirus il mese prossimo” – ha scritto ancora – sottolineando che, pur se è entrata nel suo terzo anno, la pandemia è “ancora lungi dall’essere finita”. Il capo del Nhs Matthew Taylor da parte sua ha avvertito che l’ondata record di casi di Omicron “metterà alla prova i limiti del sistema ospedaliero”.

La giornata di un “autosorvegliato” nella giungla milanese di Omicorn

Buon Capodanno da una Milano finalmente soleggiata, per quanto avvolta nell’invisibilità di Omicron. Chi vi scrive, essendo trivaccinato, sta provando l’ebbrezza inedita dell’“autosorveglianza”; parola che il mio correttore automatico non riconosce, coniata – suppongo– per compiacere il nostro senso di responsabilità personale in assenza di regole comprensibili e tanto meno di controlli.

Con questo spirito mi sono avventurato a far scorrazzare il cane nel verde tra il Castello Sforzesco, l’Arena e l’Arco della Pace, indossando disciplinatamente la mascherina Ffp2 reperita dal farmacista che se ne dichiara sprovvisto, ma ne tiene una scorta per clienti abituali al prezzo di 2,5 euro cadauna.

Per la verità martedì scorso il tampone molecolare, ottenuto privatamente al modico costo di 130 euro, certificava che sono negativo. Ma l’indomani un figlio era risultato positivo, il che per scrupolo ci ha indotto ad annullare la visita agli amici con cui dovevamo trascorrere la festa in campagna. Se può interessare, il figlio in questione ci ha messo quindici ore prima di riuscire a parlare per telefono col medico di base. Il quale ha constatato che la sua positività non era registrata nel cervellone della Asl e l’ha sconsigliato dal preoccuparsene: meglio lasciar passare qualche giorno e farsi un tampone in proprio, visto che prenotarlo è una chimera.

Lo sappiamo: se pure dall’inizio della pandemia in Lombardia (10 milioni di abitanti) si contano ufficialmente 1,3 milioni di positivi, in realtà la circolazione del virus è di molto superiore. Avanza al ritmo dichiarato di 40 mila nuovi contagi quotidiani, più di un terzo dei quali nella sola Milano.

Quando il governo ha alzato le braccia, revocando l’obbligo di quarantena per chi ha in corpo tre dosi di vaccino (ma anche per chi ha fatto di recente la seconda), io l’ho interpretato come un messaggio che suona più o meno così: “Arrangiatevi, la variante Omicron ci ha travolti ma non sembra poi così grave”. Me ne rallegro, e circolo col mio braccialetto elettronico immaginario, detto “autosorveglianza”. Pur restandomi il dubbio: quanti saranno i cittadini ligi disposti a modificare i programmi di vacanza scegliendo di autosorvegliarsi? E quanti saranno i milanesi che possono permettersi un tampone molecolare dal costo esorbitante?

Per raggiungere il Parco Sempione da casa mia percorro via Lodovico Settala, intitolata – non a caso nei pressi dell’antico Lazzaretto – al medico valoroso che nel 1630 per primo denunciò l’epidemia di peste; e per questo rischiò di venire linciato dai cittadini che non volevano saperne, essendo ancora vivo il ricordo di quella sofferta nel 1576. Posteggio la macchina nei pressi di via Agostino Bertani, l’altro grande medico patriota risorgimentale milanese che nel 1848 organizzò la cura dei feriti durante l’insurrezione delle Cinque giornate. E poi, da deputato del Regno d’Italia, promosse la prima indagine nazionale sulla condizione sanitaria dei contadini.

Lo storico Adriano Prosperi, nel libro dedicato alla miseria nera delle nostre campagne (Un volgo disperso, Einaudi) sottolinea quanto fu eroico lo sforzo dei medici condotti che la fronteggiarono: loro sì, anonimi propugnatori di misure igieniche e di profilassi civilizzatrici.

Questi richiami alla gloriosa medicina sociale su cui si è fondata la sanità lombarda meritano di essere ricordati, ora che la pandemia del Covid-19 rivela gli sfaceli provocati dall’ideologia della privatizzazione.

La medicina di territorio manifesta tutta la sua impotenza. Dopo i 35 mila morti lombardi delle prime ondate, resta diffusa la percezione che sia una perdita di tempo rivolgersi al dottore presso cui siamo iscritti. Che per proteggersi (mascherine) e per verificare l’infezione (tamponi) bisogna fare la fila e pagare di tasca propria, arricchendo i soliti noti.

Non resta che confidare nella supposta minor pericolosità di Omicron. L’impegno generoso di tanti malpagati operatori sanitari, sempre in carenza di organici, e del volontariato attivo nei quartieri, non basta a compensare l’inadeguatezza delle Usca, unità per l’assistenza domiciliare, e la carenza di Covid hotel.

È ancora presto per misurare lo sgretolarsi della società civile in questa affannosa corsa a far da sé che coinvolge l’intera cittadinanza, ora che ogni famiglia deve fare i conti con uno o più congiunti positivi. Nella metropoli dei single, ciascuno di noi è a conoscenza di persone rannicchiate su se stesse, impaurite, che esitano a uscire di casa per paura del virus.

Altro che “autosorveglianza”, Milano è piena di individui che si sono condannati per eccesso di zelo agli arresti domiciliari volontari. Un disagio psichico invisibile che, alla lunga, produrrà un danno non inferiore a quello rappresentato dai No vax.

Temo che il governo si sia crogiolato troppo a lungo nell’illusione che l’Italia fosse al riparo dall’ondata di contagi che dilagava alle nostre frontiere, per poi correre ai ripari quando era troppo tardi. Noi ci autosorvegliamo, ma Milano è di nuovo impestata.

Il Petruzzelli discoteca aperta: Mediaset torna Casa delle libertà

Per il Capodanno 2022 il celebre verso di Giuseppe Gioacchino Belli “Io so’ io e voi non siete un cazzo” (reso immortale da Alberto Sordi ne Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli) potrebbe tradursi con “Io so’ Mediaset e voi non siete un cazzo”. Mentre il mondo dello spettacolo, della musica e delle discoteche è stato costretto causa Covid ad annullare tutte le serata, al Teatro Petruzzelli di Bari andava in onda il Capodanno in musica di Canale 5. Durante lo show, mentre la conduttrice Federica Panicucci annunciava candidamente che “gli artisti in consolle sono pronti a trasformare il Petruzzelli in una grande discoteca“, partiva il “trenino” del pubblico, con tanti saluti al divieto di assembramento e simili.

“Quello che è avvenuto ieri sera – denuncia del Sisl, il Sindacato dei Lavoratori dello Spettacolo – è uno scempio, uno schiaffo ai 90.000 lavoratori delle 3.500 aziende fermate dal decreto Covid del 24 dicembre che, di fatto, chiudeva (nuovamente) le discoteche e gli eventi (e solo quelli) per contenere il nuovo aumento dei contagi. Eravamo preparati al fatto che ci sarebbe stato chi si sarebbe approfittato della situazione, che ci sarebbe stato chi avrebbe lucrato biecamente sulla condizione di minorità di un intero comparto ferito alimentando quell’abusivismo che da sempre rappresenta il vero cancro che ha distrutto un settore che ha saputo dettare, in termini di qualità, le regole del night-entertainment al mondo intero – si legge ancora nel comunicato del Sisl – ma non potevamo immaginare che questo avvenisse in diretta nazionale”.

Il Sisl ha deciso di presentare un esposto contro Mediaset, contro la Fondazione Teatro Petruzzelli, Radio Norba e contro gli organizzatori dell’evento, “per la palese violazione delle norme contenute nel Decreto 211 del 24/12/2021 valutando tutti i possibili reati che possano emergere”. Ma non solo. Il sindacato dei lavoratori dello spettacolo, nel comunicato, contesta anche “l’etica dei colleghi che si sono prestati e hanno prestato la propria immagine e la propria professionalità a questa pagliacciata”.