Carola Rackete è ai domiciliari in un’abitazione di Lampedusa, piantonata dai finanzieri che l’hanno arrestata. Attende, domani ad Agrigento, l’udienza di convalida dell’arresto. Il salvataggio di 52 migranti, recuperati il 12 giugno dopo un naufragio a 47 miglia nautiche dalla Libia, in una zona teoricamente assegnata alla Guardia costiera di Tripoli per le attività di soccorso in mare, può costarle caro. Rischia grosso anche senza il decreto Sicurezza bis del ministro Matteo Salvini: l’ipotesi di reato, al momento, è “rifiuto di obbedienza a nave da guerra” e “resistenza o violenza contro nave da guerra”, articoli 1099 e 1100 del codice della navigazione. Solo il secondo, in teoria, può valere dieci anni di galera. “Vedremo se la motovedetta della Guardia di finanza può essere qualificata come nave da guerra, lei certamente non lo sapeva”, osserva l’avvocato Alessandro Gamberini, che assiste Rackete con i colleghi Leonardo Marino e Salvo Tesoriero
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che l’anno scorso incriminò Salvini per sequestro di persona nel caso Diciotti ed è da mesi il bersaglio di estremisti di destra che gli inviano proiettili e minacce anche per i figli, ieri si è espresso in maniera durissima contro la comandante della Sea Watch 3 per la manovra nel porto di Lampedusa: “Le ragioni umanitarie – ha detto – non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”. Salvini è pronto a fare da solo: “È già pronto un decreto di espulsione con destinazione Berlino”. L’espulsione di cittadini comunitari è possibile, con divieto di rientro in Italia per cinque anni, quando il loro comportamento “compromette la dignità umana, i diritti fondamentali della persona” o “l’incolumità pubblica, rendendo permanenza sul territorio nazionale incompatibile con l’ordinaria convivenza”.
La comandante 31enne, tedesca dello Schleswig-Holstein, è indagata da giorni anche per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e inosservanza dell’ordine dell’autorità. E poi c’è il decreto Sicurezza bis che prevede il sequestro della nave al fine della confisca se sarà qualificata come reiterazione la ripetuta inosservanza dell’ordine di non entrare nelle acque italiane e di non avvicinarsi al porto di Lampedusa. In ogni caso ci sono le multe, fino a 50 mila euro, del decreto Salvini bis: secondo le informazioni che circolano saranno 16 mila euro per lei, 16 mila per la Ong tedesca Sea Watch e 16 mila per il proprietario della nave. Naturalmente ci saranno ricorsi e, in quella sede, potrebbero essere sollevare le questioni di legittimità costituzionale già avanzate da autorevoli giuristi sul decreto Sicurezza bis, anche per violazione delle norme di diritto internazionale sui salvataggi in mare. La nave nel frattempo è già stata sequestrata ma dalla Finanza a scopo probatorio e trasferita a Licata (Agrigento).
Ieri mattina, se la situazione non fosse precipitata nella notte tra venerdì e sabato, la comandante era attesa a Lampedusa per l’interrogatorio fissato dal procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, titolare del fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. La Procura sta valutando eventuali ipotesi di reato a carico di membri dell’equipaggio della Sea Watch 3.