Ci sono quattro ettari di verde a Roma, il parco Andrea Campagna (intitolato all’agente della Digos ucciso nel 1979 a Milano dai Proletari armati per il comunismo), che dal 1981 sono gestiti da un’associazione, poi divenuta cooperativa, di giovani compagni poi divenuti signori di 60 anni. Un vecchio autobus regalato all’epoca dall’Atac, trasformato in bar, punto ristoro, è il simbolo di questo spazio “legalizzato” nel 2006 dal sindaco Walter Veltroni. I vecchi occupanti divennero legittimi responsabili, addirittura il fondatore del Pd fece costruire una struttura di legno ad arco sopra l’autobus fermo, con locali di servizio. La cooperativa si chiama On the road e in 38 anni è diventata un punto di riferimento per il quartiere, passando indenne anche all’assalto di Salvatore Buzzi perché Mafia Capitale aveva messo gli occhi pure su questo fazzoletto incastonato nel quartiere Monti Tiburtini, periferia est della metropoli, non lontana da quella Casal Bruciato salita agli onori delle cronache per la vicenda dell’abitazione assegnata alla famiglia rom con annesse proteste organizzate da CasaPound.
Anche qui si sente l’aria dell’abbandono, con i cassonetti stracolmi di rifiuti che ammorbano l’estate di Roma. E anche qui l’estrema destra è protagonista, infatti alcuni degli ultrà romanisti dei Boys, che da almeno un anno cercano di prendere possesso del parco a scapito della coop On the road, sono legati a doppio filo con i cosiddetti fascisti del terzo millennio.
Botte da orbi, ultimamente, non sono mancate. Il 9 giugno il primo episodio. È una tranquilla domenica romana e la coop concede lo spazio alla comunità filippina della zona, una quarantina di persone che festeggiano un compleanno. I “neri” si avvicinano, chiedono da bere, fanno i prepotenti. L’atmosfera si scalda, “i filippini ci hanno rubato un telefonino”, accusano i camerati, volano schiaffi, pugni, viene ferito al volto un ragazzo romano, disabile, tifoso della Roma, come gli ultrà che lo picchiano. La festa finisce, le persone scappano. Gli ultrà nei giorni seguenti rompono le serrature dell’autobus e della struttura di legno. Ci mettono i lucchetti, conquistano il territorio. Alcuni di loro sono pregiudicati. Qui lo spaccio di droga non manca. I responsabili di On the road hanno paura. E fanno bene. Giorgio Di Fazio, 51 anni, pregiudicato “recuperato” dalla coop, non commette reati da dieci anni, la mattina del 10 giugno viene malmenato e allontanato di peso dall’autobus. Maurizio Zaia e lo stesso Giorgio vengono avvicinati e picchiati la sera del 15 giugno. Maurizio, storico animatore della cooperativa insieme al fratello Claudio, attuale presidente, rimane per terra ferito. I carabinieri, accorsi, impediscono che finisca peggio.
Il capo degli ultrà, Massimo er Pelato, si aggira minaccioso insieme ai suoi sgherri, anche ieri, mentre famigliole con bambini passeggiano e gruppi di anziani discutono a voce alta di politica e di calcio. Fanno base in un baretto della vicina via Meda. “Sta di nuovo là quello, andiamo a tirarlo via”, dice uno di loro riferito a Giorgio, che ha passato la notte dentro l’autobus a cui è stata nuovamente cambiata la serratura dalla coop. “Ma così abbiamo paura – si sfoga Maurizio –, abbiamo restituito questo posto al quartiere con anni di duro lavoro. Questi alberi li abbiamo piantati noi. Prima Mafia Capitale, oggi questi criminali: ci vogliono cacciare. Ma resisteremo”.