Nella sabbia dell’isola di Bali, ancora oggi, ricchi turisti distratti continuano a trovare ossa umane. Sono quelle delle vittime di uno degli stermini più dimenticati della storia: nel 1965 l’esercito indonesiano, supportato dalla Cia, uccide un milione di persone. All’epoca, a Giacarta, testa d’ariete dei Paesi anti-colonialisti, fioriva il più grande partito comunista del mondo fuori dai confini sovietici e cinesi. Poi Washington decise di “alterare il corso della storia” per fermare la diffusione del comunismo in chiave anti-Urss e favorire un regime allineato ai suoi interessi. Quando i fiumi indonesiani diventano rosso sangue per i cadaveri delle vittime, l’Indonesia si trasforma in un’ispirazione per i caudilli di tutto il mondo e per l’intelligence Usa stessa, dice Vincent Bevins, ex corrispondente del Washington Post in Asia e Sud America.
Cosa ha cominciato a voler dire la parola “Giacarta” dopo l’esperimento indonesiano?
Il “metodo Giacarta” è l’omicidio di massa, intenzionale, di persone di sinistra, o accusate di esserlo, per consolidare regimi capitalistici autoritari, allineati con l’Occidente durante la Guerra Fredda. L’Indonesia rappresenta l’apice di questo esperimento, dove gli Usa favoriscono lo sterminio di un milione di persone aiutando l’esercito e l’ascesa della dittatura di Suharto. Una vittoria ottenuta da Washington senza perdita di vite americane: proprio perché l’operazione ha avuto successo, è rimasta segreta per così tanto tempo. La parola “Giacarta” è stata usata come metonimia per indicare stermini di persone di sinistra sia in Brasile che in Cile, negli anni in cui il socialista Salvador Allende era al potere. Era sia un piano che una minaccia. Dietro le quinte, la dittatura militare brasiliana avrebbe parlato di “Operação Jacarta”, per spazzare via i comunisti brasiliani. In Cile la frase “Giacarta sta arrivando” veniva scritta sulle case dei comunisti. Poi, tragicamente, con Pinochet è arrivata. Secondo le mie ricerche questo metodo è stato utilizzato dagli Usa in almeno 23 paesi.
Frank Wisner, Howard Jones, Edward Lansdale. Quando gli agenti di Washington non trovavano segreti vergognosi sulle loro vittime, li creavano. Hanno diffuso la leggenda di un vampiro di sinistra alle Filippine, girato un porno con un sosia del presidente indonesiano Sukarno per screditarlo.
Erano tutti uomini dell’alta borghesia liberale, il “sangue blu” del Nord America. Formati dalle migliori università del Paese, erano degli ingenui convinti della loro superiorità morale, ossessionati dal successo, senza alcuna comprensione del mondo al di fuori del Nord Atlantico. Amavano alcol e romanzi di James Bond, e hanno ricevuto risorse enormi e totale impunità per mettere a punto i loro folli schemi. Hanno distrutto interi Paesi lungo la loro strada.
Dopo l’Indonesia, gli Usa inviano i loro funzionari in Sud America per formare squadre della morte. Hanno creato quello che lei definisce “una mostruosa rete di sterminio”, l’inferno dei rossi, morti o desaparecidos.
La tattica di far sparire i morti fu usata per la prima volta nel 1965 in Indonesia e in America Latina nel 1966. È molto probabile che i funzionari Usa abbiano portato l’innovazione delle “sparizioni” dall’Indonesia al Guatemala e al Venezuela. Sono eventi che contraddicono violentemente la storia che ci raccontiamo sulla Guerra Fredda e sul ruolo dell’Occidente.
Se la minaccia comunista è stata spenta, chi è il nemico adesso?
Il “terrore”, poi probabilmente la Cina. Gli Usa, in ogni momento della loro storia, sono sempre stati una potenza aggressiva ed espansionista, la Guerra Fredda è stata solo colonialismo con altri mezzi. Ma quando è finita e le entità sovietiche sono crollate, nessuna agenzia occidentale è stata messa fuori uso. Hanno compiuto le atrocità che ho descritto nel libro, ma esistono ancora, più o meno, nella stessa forma e con gli stessi obiettivi: promuovere gli interessi americani in tutto il mondo. L’egemonia Usa è diventata molto più pronunciata dopo il 1989, agiscono in modi più sottili e più efficaci di allora, dalle sanzioni economiche alle pressioni dietro le quinte.
La storia cambia, ma solo a volte: in Cile ha appena vinto alle urne presidenziali il candidato di sinistra Gabriel Boric. In Brasile invece è al potere Jair Bolsonaro.
Io vivo in Brasile, è devastante vedere cosa compie questo presidente: impersona la piena resurrezione dell’ideologia violenta che ha alimentato la dittatura brasiliana del ventesimo secolo, pensa che il regime militare non abbia ucciso abbastanza persone e, una volta, ha detto che ne avrebbe ammazzate altre 30 mila. Alimentare timori su una rivoluzione di sinistra è una tattica efficace per emarginare un gruppo politico o respingere ogni richiesta di giustizia sociale.
Nel suo libro spunta anche la parola “Italia”.
Il vostro Paese è stato uno dei primi test per la Cia durante la Guerra Fredda. Nel 1948 l’agenzia è riuscita a incidere sull’esito delle elezioni utilizzando denaro e disinformazione, un approccio sperimentato in Indonesia anni dopo. Non funzionò e fecero ricorso alla violenza. La crociata anticomunista guidata dagli Usa è stata un affare globale e la vera differenza sta nel come le battaglie sono state condotte nel Primo Mondo e nel Terzo, dove sono state dispiegate tattiche disumane difficili da immaginare per gli occidentali.