Cosimo Ferri è un deputato che incarna le porte girevoli tra politica e magistratura. Già leader di Magistratura Indipendente, poi consigliere del Csm, sottosegretario nei Governi Letta, Renzi e Gentiloni, infine deputato renziano del Pd. A lui riportiamo lo sferzante giudizio del procuratore generale Riccardo Fuzio nel suo atto di incolpazione contro i cinque consiglieri del Csm partecipanti al celebre dopocena del 9 maggio con lo stesso Ferri, Luca Palamara e Luca Lotti.
In pratica Lotti si voleva scegliere il procuratore del suo processo. A un dopocena. Lei c’era. Cosa ne dice?
Lotti non si è scelto nessuno, non ne ha il potere e non spetta certamente a lui. Il Procuratore di Roma deve essere ancora votato e come sanno tutti lo eleggono 26 membri del Csm, autorevoli, capaci e indipendenti. Confrontarsi e dare giudizi è legittimo, poi chi deve decidere, sceglie. Lotti è un parlamentare e ha dichiarato di avere incontrato, da indagato e da imputato, diversi magistrati, non solo i consiglieri di quella sera, di tutte le correnti. E nessuno si è mai scandalizzato.
Lotti non dovrebbe stare alla larga dalla nomina del Capo della Procura che lo vuole far condannare?
Ha espresso le sue opinioni, ma “è stato alla larga” dalla scelta semplicemente perché non può decidere lui, tanto che Viola in quinta commissione è stato votato da Basile (quota Lega), Gigliotti (quota M5s) e Pier Camillo Davigo (AI), oltre che dal rappresentante di MI. Forse non è piaciuto quel voto e oggi si usa un incontro privo di rilevanza decisionale e legittimo per alzare un polverone.
Lo spettacolo dei consiglieri del Csm che si incontrano nella notte con i deputati per nominare i vertici delle Procure è sconsolante…
Siamo tutti pieni di impegni e l’orario dimostra solo che non era priorità e che era una chiacchierata a ruota libera. C’era chi addirittura dormiva, poi è evidente che gli argomenti fossero quelli, ma mi consenta di dire, anche alla luce della mia esperienza al Csm e all’Anm, che il ruolo delle correnti ha sempre avuto un peso. La musica l’ha diretta chi aveva la maggioranza e nel futuro non cambierà niente. Chi si indigna oggi spesso è stato beneficiato da queste interlocuzioni, considerandole da sempre fisiologiche.
Vero. Ma non si era mai arrivati a intercettare una conversazione come quella del 9 maggio: Lotti, politico imputato, interferisce sulle nomine e i consiglieri ci stanno.
Ha detto bene, non era mai stata intercettata. Ritrovarsi per discutere non significa affatto interferire, significa confrontarsi ed esprimere valutazioni, come è normale. Quello che conta è puntare sempre sul merito ma è ipocrita criminalizzare il confronto inevitabile, per la stessa conformazione del Csm, tra magistratura e politica.
I consiglieri coinvolti si devono dimettere o si deve arrivare allo scioglimento?
Le dimissioni sono scelte personali, anche se mi appaiono eccessive. Lo scioglimento è una prerogativa del Presidente della Repubblica. Spetterà a lui valutare se le sostituzioni dei dimissionari alterino o meno il quadro rappresentativo. Fa comunque sorridere, ripensando al passato, che molti esponenti dell’Anm e del Csm oggi evochino dimissioni di massa, senza ricordare alcuni precedenti con atteggiamenti opposti. Ad esempio, il consigliere Vigorito (Area) alcuni anni fa via e-mail candidamente spiegava ai suoi di “pressioni interne” condizionanti la nomina a presidente del tribunale di sorveglianza di Salerno. Nessuno chiese passi indietro.
Nelle intercettazioni si sentirebbe Lotti che – a proposito del vicepresidente del Csm David Ermini – dice: “Qualche messaggio gli va dato forte” e Fuzio parla di una “strategia di danneggiamento” del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, che ha arrestato ai domiciliari i coniugi Tiziano e Laura Renzi. Inoltre si parla di “enfatizzazione” del profilo professionale di Marcello Viola.
Viola, Creazzo, Lo Voi sono tre ottimi magistrati. Nessuno di loro ha bisogno di essere enfatizzato. Viola, poi, come detto, è stato votato in commissione da consiglieri di quasi tutte le componenti togate e non. Un consenso che mi sembra parli da solo, al di là di ogni polemica e di ogni trojan…
Si sapeva che Lotti era imputato e che Palamara era nel mirino dei pm di Perugia. Almeno sulle nomine potevano fare un passo indietro, o no?
Meno ipocrisia e più serietà. Ermini è stato eletto anche con i voti di Unicost (corrente di Palamara) quando voi del Fatto avevate già detto che c’era un fascicolo su di lui a Perugia. Il Fatto sulla nomina di Ermini è stato sempre critico. Agli altri che si svegliano oggi dico: perché Palamara e Lotti possono appoggiare Ermini e non possono invece chiacchierare, senza esito peraltro, sul resto? Seguendo questo schema allora il primo che si dovrebbe dimettere sarebbe proprio Ermini visti i contatti ed i rapporti con Lotti!
Il procuratore generale Fuzio nel suo atto di incolpazione scrive che i consiglieri del Csm presenti il 9 erano tutti consapevoli dell’arrivo di Lotti. “Preventiva e sicura consapevolezza”. Altro che sorpresa…
La ricostruzione dell’organizzazione dell’incontro del 9 maggio è per me difficile a distanza di settimane. Da quello che si legge sui giornali, e che lei mi sta ripetendo, si parla di “preventiva organizzazione” e di una telefonata di Palamara a me. Io non la ricordo ma, da come la riportano i giornali, sarebbe chiaro che quell’incontro tra il sottoscritto, oggi parlamentare, e gli altri era stato organizzato il giorno prima al telefono. C’è da chiedersi molto seriamente allora come mai non si sia proceduto, a quel momento, allo spegnimento del microfono.
Lei sostiene che la registrazione della riunione del 9 maggio tra i consiglieri del Csm e Palamara non sarebbe un’intercettazione valida perché era chiaro da prima che, intercettando la riunione, si sarebbe ascoltato almeno un parlamentare?
Su questo occorrerà fare chiarezza anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 390 del 2007, che sottolinea le prerogative dei membri della Camera e del Senato, ai sensi dell’art. 68 della Costituzione. Ci vuole la necessaria preventiva autorizzazione all’intercettazione tutte le volte in cui il parlamentare sia individuato in anticipo quale destinatario dell’attività di captazione.
E in questo caso lei dice che la Guardia di Finanza avrebbe dovuto spengere il registratore perché era chiaro che almeno lei avrebbe partecipato alla riunione, giusto?
Può sembrare un tecnicismo ma visto che in questi giorni, con troppa leggerezza rispetto ai fatti, si evocano violazioni delle regole e dei principi costituzionali, credo che su questo punto tali violazioni siano palesi e che per molto meno ho visto in passato intervenire la magistratura e gli organi preposti. Anche su tale questione, come sul resto, attendo di leggere le carte e di valutare iniziative.
Lei hai presentato Viola a Lotti?
No.
Perché discutevate degli esposti contro Ielo e Pignatone e contro Creazzo?
Non capisco a quale circostanza si riferisca. Degli esposti comunque ne parlavano tutti negli ambienti giudiziari e non.