Tra meno di un mese Alexis Tsipras non sarà più il presidente del Consiglio greco, se i sondaggi dovessero tradursi in voti. A prendere il suo posto, dopo quattro anni di tribolato governo, sarà Kyriakos Mitsotakis, membro di una delle famiglie più note del panorama politico greco dal secolo scorso.
Dopo la pesante sconfitta di Syriza – il partito di sinistra un tempo radicale di cui il premier è il leader – alle recenti elezioni europee, Tsipras aveva annunciato elezioni legislative anticipate “per evitare mesi di campagna elettorale che potrebbe avere conseguenze negative sull’economia del Paese”. Due giorni fa il presidente della Repubblica Pavlopoulos ha accettato di sciogliere le Camere e fissato le consultazioni legislative per il 7 luglio anziché a fine ottobre come stabilito prima del trionfo di Nea Demokratia. Dalle intenzioni di voto, il partito di centrodestra è in vantaggio di 7 punti sul rivale di sinistra che si fermerebbe al 25%.
Il merito della resurrezione di Nea Demokratia sembrerebbe dovuto al ‘nuovo’ segretario Kyriakos Mitsotakis, eletto nel 2016. In realtà, a spingere nuovamente i greci nelle braccia di Nea Demokratia alle scorse Europee e quindi alle Amministrative di due settimane fa, è stata la paura di nuovi tagli alle pensioni e un ulteriore aumento delle tasse. Che sono le ultime misure di austerity richieste a Tsipras dalla ex troika quando nell’agosto dell’anno scorso acconsentì all’uscita della Grecia dal memorandum.
Il secondo fattore che potrebbe far tornare i conservatori alla guida del Paese è il vento di destra che spira in Europa, anche se la tempesta sovranista non si è verificata.
Se il cinquantenne Mitsotakis vincerà, avrà come stretto alleato Kostas Bakoyannis, 40 anni, neo sindaco di Atene (eletto lo scorso 2 giugno al ballottaggio con una vittoria schiacciante di 25 punti), non solo perché collega di partito ma per ragioni familiari. Bakoyannis è infatti figlio della sorella di Kyriakos, Dora, vedova del deputato conservatore Pavlos Bakoyannis, assassinato nel 1989 dall’organizzazione terroristica di estrema sinistra ‘17 Novembre’. La donna, già sindaco della capitale greca nei primi anni del Duemila quando Atene stava per prepararsi a ospitare le Olimpiadi (2004) ricoprì anche il ruolo di ministro della cultura e, più tardi degli Esteri.
Kyriakos e Dora sono figli dell’ex primo ministro Constantine Mitsotakis, il patriarca della famiglia originaria dell’isola di Creta morto nel 2017 all’età di 98 anni. Il ‘gigante cretese’, come veniva chiamato per la sua imponente statura fisica, più che per l’abilità politica, ebbe incarichi ministeriali dagli anni 50 in poi fino ad arrivare a sedersi sulla poltrona di presidente del Consiglio (dal 1990 al 1993) in una amministrazione di Nea Demokratia di cui fu presidente dal 1984 al 1993. Kyriakos Mistotakis, economista formatosi ad Harvard, così come il nipote Kostas, ha già promesso “tagli fiscali, un sacco di buoni posti di lavoro, sicurezza per tutti e uno stile diverso di governo”. Entrambi durante le rispettive campagne elettorali hanno sottolineato di voler migliorare la sicurezza pubblica, cercando così di capitalizzare la falsa percezione di molti greci, ampliata dalla propaganda dei giornali e tv vicini al partito conservatore, circa l’inazione del governo Tsipras nei confronti del vandalismo anarchico. Il risultato delle elezioni amministrative ha reso ancora più euforici zio e nipote, visto che ben 13 regioni della Grecia sono andate al loro partito.
In uno dei suoi primi commenti dopo l’elezione, Bakoyannis ha detto di provare “choc e timore” per un risultato elettorale “che supera ogni aspettativa” e ha quindi aggiunto: “Vogliamo che tutti gli ateniesi si sentano parte del cambiamento che vogliamo portare in città”.
Il sindaco aveva solo undici anni quando il padre venne freddato, e con un linguaggio non proprio da statista ha detto che “lo ha fatto andare fuori di testa” la decisione dell’amministrazione Tsipras di concedere ripetutamente al principale sicario di ‘17 novembre’, Dimitris Koufodinas, condannato all’ergastolo, permessi premio per buona condotta. Un’accusa del tutto strumentale visto che tra le facoltà del primo ministro non vi è quella di intervenire sulle decisioni dei dipartimenti amministrativi carcerari. Il primo cittadino di Atene si definisce un maniaco del lavoro e nel 2010, all’età di 33 anni aveva ricoperto il ruolo di sindaco di una piccola città montuosa, Karpenissi, per poi diventare governatore regionale per la Grecia centrale. Il 7 luglio il clan politico Mitsotakis da Creta potrebbe soffiare il primato alla dynasty Papandreu che diede alla Grecia tre primi ministri, tra il 1944 e il 2009.