Fico e l’inclusione: bisogna conoscere la Costituzione
Gentile Direttore,
finalmente il presidente della Camera Fico mi ha fatto aprire gli occhi su chi votare alle prossime elezioni: il M5S sicuramente perderà il mio voto finché nel Movimento ci sarà lui. In tanti abbiamo votato per i pentastellati con la speranza del cambiamento che, oltre alle buone leggi fatte, dovrebbe comprendere pure la lotta ai finti “migranti”, che stanno invadendo il Paese. Caro Direttore, la gente è stufa di vedere questi signori passeggiare muniti di cuffie e tablet all’ultima moda, ornati di bracciali che anch’io dopo 50 anni di lavoro non mi posso permettere. Per non parlare della delinquenza che abbiamo accolto! La goccia che ha fatto traboccare il vaso però è stata la frase detta da Fico in occasione della Festa della Repubblica: “È anche la festa dei rom e dei migranti”. Secondo me è da ricoverare!
Che hanno fatto rom e falsi naufraghi per festeggiare la Repubblica?
Antonio Perrone
Caro Antonio,
è sicuro che Fico abbia detto proprio quella cosa? Si legga bene la sua frase: era, né più, né meno, l’articolo 3 della Costituzione.
M. Trav.
Attacchi all’informazione la derivasocial della società
È una sofferenza intellettuale subire, seppur in terza persona, il ciarpame rasente e trasudante odio, riservato a chi come il Fatto Quotidiano, voglia esercitare della corretta informazione. Un esercizio di civiltà, teoricamente scontato, che, se non altro, dovrebbe essere un patrimonio per tutti coloro che non hanno niente a che vedere con varie caste, gruppi di potere, lobby, politica finalizzata ad arricchimento personale, ecc.
Se fino a prima, la frustrante sensazione di ritrovarsi perennemente e ingiustamente avvolti da italiche storture non trovava risposta, ora, con l’avvento della piazza mediatica è tutto più chiaro: il buon sentire comune, così comune non è. C’è invece una deriva, che passando dai social, da un tipo di informazione autoreferenziale e dalle urne, si riversa infine sul Paese.
Un Paese che, ha superato la soglia del dolore della coscienza. E consente di far accomodare in parlamento decine di indagati, pregiudicati e mandarne altrettanti a rappresentare l’Italia in Europa. Di sacrificare milioni di voti sull’altare di paure cavalcate subdolamente. Di subire supinamente ogni genere di prevaricazioni, sia tangibili che intellettuali.
Ecco, ora che il cablaggio della massa, cioè di noi popolo italiano, è compiuto e si traduce sui social nelle individuali motivazioni di sentenze emesse nel chiuso delle urne… tutto torna.
Giovanni Marini
Contratto di governo, come sempre la virtù sta nel mezzo
Penso che esista una via di mezzo tra i due estremi “crisi di governo subito” e “completiamo la legislatura a tutti i costi”.
Se il governo vuole andare avanti in modo costruttivo, facendo cose utili per il Paese, come le politiche di sostegno sociale avviate con il decreto dignità e il reddito di cittadinanza, deve darsi un orizzonte temporale di medio termine.
Un riferimento, in questo senso, potrebbero essere le riforme istituzionali in fase di approvazione. Se si considera il referendum confermativo, questo percorso richiederà ancora almeno un annetto. Dopo il referendum, i contraenti del patto di governo potranno tirare le somme e prendere le loro decisioni a ragion veduta.
Antonio Maldera
Striscioni anti-Salvini, difendiamo la libertà di parola
Dopo la rimozione a Milano dell’innocuo striscione “Restiamo umani” durante il comizio di Salvini, la Digos fa togliere anche quello della Uil a Roma, altrettanto lecito e privo di insulti.
Salvini – tra l’altro Ministro dell’Interno – prende pilatescamente le distanze: “Mi occupo di lotta alla mafia non di cartelloni”. Tutto risolto? Tutt’altro! Questi attacchi scalfiscono la libertà di pensiero, il primo baluardo a cadere nella fase di dissoluzione delle democrazie.
I sindacati dovrebbero reagire a quest’oltraggio, chiamando in causa tutta la catena di comando: la Questura di Roma, il capo della Polizia e il ministero dell’Interno da cui dipende, con la specifica richiesta della diffida a non ripetere altri simili atti di censura. “Per primi scoprire le insidie” (Primi insidias icere) è il motto della Digos, facciamolo nostro.
La libertà muore quando non ci si accorge delle insidie che la minacciano.
Massimo Marnetto
Incontrada insultata online Non sarebbe ora di finirla?
“Altro che Vanessa Incontrada, ormai sei Vanessa Ingrassada! Mettiti a dieta!” Durante i Music Awards, la conduttrice catalana è stata presa di mira dai cosiddetti haters, gli odiatori seriali del web, che le contestano qualche chilo di troppo. Critiche simili le piovvero addosso anche quando Vanessa pubblicò sui social una sua foto senza trucco. Colpevole di esibire non ritocchini e silicone, ma semplicità e simpatia.
Non sarebbe ora di regolamentare i comportamenti negativi sul web, punendo chi insulta e umilia?
Cristian Carbognani