Il fascismo 2.0, una deriva da fermare al più presto
Abbiamo di fronte un nuovo fascismo. I segnali ci sono tutti: la Digos che entra nelle case dei cittadini; la punizione per la professoressa che ha accostato il decreto Sicurezza alle leggi razziali; la minacciata revoca della scorta ai giornalisti scomodi (Saviano, Ruotolo); la lotta alle mafie solo in favore di telecamera.
Un fascismo 2.0, che usa i social per propaganda, per attaccare i giornalisti (Fazio, Gruber, Saviano, Mentana), per idolatrare il capo come uomo del popolo. La paura dei migranti per legittimare l’uso della forza e la restrizione delle libertà, così come cento anni fa si spaventarono gli italiani col pericolo delle sollevazioni operaie e contadine contro latifondisti e imprenditori.
Si aizzano gli estremisti violenti per creare disordini e aggredire i “nemici del popolo”: rom, immigrati, omosessuali. Stessa identica strategia usata con le squadracce negli anni 20 contro i dissidenti operai, contadini, sindacalisti, giornalisti.
La situazione parlamentare poi è incredibilmente simile: il Pd si dimette dalla lotta politica e si “ritira sull’Aventino”; il M5S continua a sostenere un’alleanza pericolosa; il premier Conte, che, senza peso elettorale, se da un lato resta l’ultimo argine alla brama di potere di Salvini, dall’altro lato risulta ogni giorno più debole.
L’unica opzione è che, in caso di crisi di governo, Pd e M5S inizino a parlarsi, a trovare temi comuni, a governare con metodi democratici. Il mio è un appello: non c’è più molto tempo prima che la corrente fascista diventi troppo forte.
Dario Comegna
Conte si fa sentire, ora comincerà a pungere
Salvini e Di Maio dormono adesso fra soffici guanciali? O, piuttosto, l’ago della bilancia rappresentato dal premier Conte potrà diventare un pungiglione? Forse, per scongiurarlo, basta fornirsi di qualche rosario e, gesto caro a boss e padrini, baciarlo con passione devota.
Gianni Basi
Ora anche i magistrati finiscono per essere giudicati
Inquietudine e avvilimento: anche i magistrati si sporcano. Ho sempre ammirato la categoria, baluardo di indipendenza e correttezza istituzionale. Ora siamo caduti nel più bieco mercimonio: magistrati che si sarebbero venduti per delle poltrone, per traffici di basso livello, come ometti qualunque!
Dove siamo arrivati?
Nessuna morale, pochissimo senso di appartenenza ad una categoria privilegiata, sogno di tanti laureati in legge, per conto di una probità giusta e sacrosanta, che sfugge a chi ora si fregia di un titolo che forse gli andrebbe tolto!
Quello che emerge in questi giorni a carico dell’organo più rappresentativo dei magistrati atterrisce.
Ma voglio credere che sia solo un abbaglio, e soprattutto sperare che i necessari chiarimenti giungano prestissimo!
Magari con tante doverose scuse.
Susanna di Ronzo
Scandalo al Csm: qual è la vera macchina del fango?
Il 4 giugno leggo su Il Fatto, che acquisto quotidianamente dal giorno della sua fondazione:
“Onore al merito, va detto, che sull’inchiesta che vede al centro Palamara, e che sta destabilizzando la nomina di Marcello Viola alla Procura di Roma, Repubblica è dal primo giorno il quotidiano con le informazioni più dettagliate”.
Sollecitata e incuriosita da questo elogio, il giorno successivo acquisto anche Repubblica, su cui, in un articolo a firma di Carlo Bonini, però mi ritrovo a leggere:
“…Luca Palamara, il kingmaker di Unicost che brigava per diventare procuratore aggiunto, annichilire l’indagine per corruzione in cui era indagato a Perugia e spezzare le ossa a Giuseppe Pignatone e Paolo Ielo, usando i quotidiani La Verità e Il Fatto come macchina del fango”.
Ora, chi è la macchina del fango?
Nicolai Florida
Facile additare Donald, se dimentichiamo Rouhani
Se la stretta di mano alla Regina da parte di Trump è un gesto poco rituale, agli smemorati vorrei ricordare che è pur sempre meno maschilista del Presidente iraniano Rouhani, che, nel 2016, in visita di stato in Italia, ha evitato di stringere la mano alle donne, considerate esseri impuri.
E noi ci siamo pure resi ridicoli grazie a Renzi e Franceschini che hanno coperto delle opere d’arte considerate oscene, perchè contenenti alcune scene di nudo.
Quindi prima di giudicare Trump faremmo bene a guardarci nello specchio!
Enzo Bernasconi Vatrese
Il bonus della Ferragni: generosità o pubblicità?
Di Chiara Ferragni che elargisce un bonus di 3.400 euro al suo team ne parlano tutti, ma c’è un ragazzo, Massimo Guareschi, che il primo anno di attività della sua società, redBit Games, ne ha dati 10.000 a dipendente, senza trarne vanto alcuno.
L’ha fatto semplicemente “perché il team aveva ampiamente superato gli obiettivi”.
Leggendo del gesto di Ferragni mi è venuto spontaneo il paragone, considerato che il suo fatturato non è neppure paragonabile.
E a differenza della influencer, questo dettaglio Guareschi non l’ha mai reso noto.
Ma essendo la sua una piccola start up non è più degno di fare notizia?
Monika Brzezinska