“La mia non era una promessa, ma un impegno. La città è più pulita di prima, sebbene vi siano ancora molte criticità. È un punto di inizio”. Roberto Gualtieri si è presentato ieri mattina in conferenza stampa nel tentativo di brandire un bicchiere mezzo pieno. Ma le foto con i cumuli di rifiuti ancora presenti a macchia di leopardo in città e i mini-allagamenti seguiti alle piogge intense degli ultimi giorni hanno comunque fatto il giro del web. Di fatto, la pulizia straordinaria “entro Natale” annunciata sull’onda euforica dell’elezione in Campidoglio, è stata un mezzo flop. “Mezzo” perché l’impegno massiccio di risorse – 40 milioni di euro – e lo sforzo di due mesi intensi, con il personale Ama a pieno servizio (ferie rinviate, malattie sospese, ecc.) qualche frutto doveva pur darlo: negli ultimi 7 giorni la società Ama Spa ha raccolto 18.800 tonnellate, contro la media di 16.700 di due mesi fa. Circa 300 tonnellate in più ogni 24 ore, contro le 1.000 lasciate ogni giorno in strada. “Per il 2022 aumenteremo le risorse per far diventare ordinario lo straordinario, non molliamo di un centimetro”, ha promesso ancora il sindaco. Senza dare cifre, in realtà, e con il bilancio di previsione già approvato. Resta il fatto che lo stesso Gualtieri abbia dovuto ammettere “l’insufficienza degli sbocchi”, fattore che non gli ha permesso di mantenere “l’impegno”.
Che il problema riguardasse (solo) la raccolta, fa parte di una certa narrazione anti-raggiana di cui probabilmente è stato vittima anche il neo sindaco. Il quale però prende di nuovo tempo sugli impianti. E prova (ancora) a non rispondere alla domanda che gli viene posta dall’inizio della consiliatura: il Comune indicherà un sito all’interno del perimetro cittadino dove realizzare la discarica, come chiede(va) da 5 anni la Regione Lazio e come previsto dal Piano regionale dei rifiuti di Zingaretti? “La precedente amministrazione aveva individuato delle aree bianche, poi l’iter è stato sospeso. Va ripreso quel lavoro e poi sulla base della procedura di legge la discarica va individuata all’interno di quelle aree bianche”. Per i non tecnici: le aree bianche sono quelle zone, già stabilite dalla Città Metropolitana, in cui in teoria è possibile realizzare impianti di smaltimento rifiuti. Ma il 15 luglio scorso, durante un tavolo tecnico al ministero della Transizione ecologica, è emerso dalle cartografie che non vi sono aree bianche senza vincoli all’interno del Comune di Roma. L’unica soluzione, insomma, è uscire dal Grande Raccordo Anulare. Per questo in Campidoglio attendono con fiducia la conclusione dell’iter per l’approvazione della discarica di Magliano Romano, gestita dalla Berg Spa, società partecipata a maggioranza da Acea Spa.
Lo stesso giro di parole Gualtieri lo ha utilizzato anche sugli impianti di trattamento da utilizzare in attesa di quelli finanziati dal Pnrr. “Abbiamo aumentato gli sbocchi, abbiamo cercato di aumentare le disponibilità esistenti, sia dentro sia fuori la Regione. L’obiettivo è accorciare la filiera”. Prova così ad aumentare la suspense l’assessora Sabrina Alfonsi: “Non vogliamo essere evasivi, ma non tardi ci ritroveremo qui per presentare il nuovo Piano industriale di Roma relativo ai rifiuti. L’obiettivo di consiliatura è chiudere il ciclo dei rifiuti”, assicura.
L’altro nodo non sciolto resta quello su eventuali partnership private. “Faremo lavorare le nostre società o quelle dove siamo soci di maggioranza”, ha detto Alfonsi, alludendo ad Acea Spa. Nei giorni scorsi la giunta capitolina ha dato mandato ai proprio rappresentanti nel cda della multiutility – che vede come socio di minoranza anche il Gruppo Caltagirone – di trasferire in Acea Ambiente la maggioranza delle quote di Aquaser srl, società del gruppo che si occupa di “raccolta e trasporto rifiuti urbani e speciali” e “impianti di generazione da fonti rinnovabili”. Chissà se è indizio o una coincidenza.