Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, sarà con ogni probabilità il nuovo procuratore di Roma. Prenderà il posto di Giuseppe Pignatone, in pensione dal 9 maggio. Grande sconfitto di questa corsa alla procura più importante d’Italia è Franco Lo Voi, il procuratore di Palermo che sembrava fino a un paio di mesi fa il predestinato, legato com’è a Pignatone.
Non c’è stato ancora il voto definitivo del plenum, ma ieri quello della Quinta commissione ha messo nero su bianco quali siano, nel Consiglio, gli equilibri r i numeri, che Il Fatto aveva anticipato.
A votare per Viola, di Magistratura Indipendente, la corrente conservatrice, sono stati i togati Lepre (Mi) e Davigo (AeI), i laici Gigliotti, (M5s) e Basile (Lega). Per Lo Voi, di Mi come Viola, ma scaricato dalla sua corrente, ha votato Suriano, il togato di Area (sinistra). Il presidente della Quinta, Morlini di Unicost (corrente centrista) ha espresso un voto di bandiera per Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze. Una scelta a doppia lettura: può rappresentare la rottura del patto di ferro con Mi, che contraddistingue questa consiliatura. Oppure può essere stato un “voto non voto”, cioè un sì, di fatto, a Viola, magari per ottenere altre nomine: il via libera, si dice, a procuratore aggiunto di Roma per Luca Palamara, ex capogruppo di Unicost al Csm, ma che Mi (e non solo) non vuole e quella, più possibile, di presidente del tribunale di Salerno per Massimo Forciniti, anche lui ex Csm. Si vedrà che cosa accadrà dopo il voto in plenum per il procuratore di Roma, forse a metà giugno, che sta bloccando le altre nomine.
Il voto in Commissione di Area per Lo Voi si spiega con la convinzione del capogruppo in Consiglio Giuseppe Cascini che dovesse essere lui il successore di Pignatone, per assicurare alla procura la stessa linea del pensionato, che ha avuto sì tanti fan, ma anche diversi critici fra le toghe che l’hanno ritenuto troppo attento agli equilibri politici. Altri non dimenticano le dure critiche che mosse Falcone a Pignatone nei suoi diari, pubblicati postumi da Liana Milella sul Sole 24 Ore. Cascini è tra i grandi estimatori di Pignatone che, non è un mistero, ha tifato per Lo Voi (come il Quirinale). Uomo di punta, fino a settembre, della procura di Roma, prima come pm e poi come aggiunto, Cascini non è riuscito, però, ad avere un peso al Csm per determinare la partita più importante della consiliatura e che riguarda proprio il suo ufficio. L’ultimo, vano tentativo è stato ieri: Suriano (Area) ha chiesto alla Commissione di rinviare il voto per programmare le audizioni dei 13 candidati. Hanno votato a favore Gigliotti e Morlini. Contro Davigo, Lepre e Basile. A parità, per regolamento, proposta respinta.
I maligni, dicono che anche dall’ufficio affari giuridici del Quirinale in questi ultimi, frenetici, giorni di trattative, ci sia stato qualche segnale per Lo Voi. La maggioranza per Viola in Consiglio c’è con e senza Unicost: sei di Mi (i 5 consiglieri più il presidente della Cassazione Mammone); i due, di gran peso in questa partita, di AeI; cinque dei laici di M5s e Lega; forse, uno dei due laici di FI. Per complessivi, sulla carta, 13-14 voti su 25, se il vicepresidente, come da prassi si astiene. A maggior ragione passa Viola se il voto del plenum ricalcherà quello della Commissione: Creazzo avrebbe solo 6 preferenze di Unicost (5 consiglieri più il Pg Fuzio), ammesso che il procuratore non ritiri la domanda. Lo Voi quattro preferenze, di Area.
Classe 1957, procuratore generale a Firenze dal 2016, Viola è stato prima un giudice e poi un pm antimafia tra Palermo e Trapani. Il tirocinio lo ha fatto all’ufficio istruzione di Palermo con un grande magistrato, Rocco Chinnici, nel periodo di Falcone e Borsellino, suo vero amico. È nel 2011 che da Palermo va a Trapani come procuratore. Persona schiva, distante dalla politica, nell’ambiente della magistratura gode di una stima trasversale.