DIRITTO DI REPLICA
In merito all’articolo ‘Tutto in regola’, così il colosso assolse l’uomo del complotto, ci preme precisare quanto segue. Laddove, riferendosi a Eni, parla di controlli “inefficienti quando si tratta di individuare corruzioni internazionali (…), conflitti di interesse (…), avvocati della compagnia petrolifera che poi finiscono in galera”, il giornalista richiama: a) le vicende legate all’acquisizione del blocco Opl245, rispetto alle quali vi è processo in corso e non vi è stata alcuna sentenza di condanna; b) quelle relative al Congo, sulle quali sono in corso indagini; c) l’arresto di Piero Amara, legato invece a vicende che niente hanno a che vedere con Eni. Teniamo poi a precisare quanto segue. 1-In relazione all’Opl245, al processo, è emerso che: a) Il consulente chiave del pm ha negato, confermando quanto già stabilito dal giudice della London Court, Gloster, che vi sia stata alcuna retrocessione di denaro a manager di Eni; b) Il pagamento di 1,1 miliardi di dollari ordinato e disposto dal governo nigeriano a Malabu per sanare i contenziosi sul blocco tra terze parti (rispetto a Eni) fu autorizzato dall’autorità inglese antiriciclaggio e anticorruzione; c) Diversi esperti citati da Eni nel processo hanno dimostrato che il prezzo corrisposto da Eni e Shell al governo nigeriano fu adeguato e i termini contrattuali conformi alle leggi vigenti in Nigeria; d) Sono cadute ad esito delle prove testimoniali le suggestioni instillate da Vincenzo Armanna che riportava presunte confidenze ricevute sulla percezione di retrocessioni da parte di manager di Eni.
In merito alle vicende congolesi, Eni ribadisce di avere operato in modo corretto. Per quanto riguarda le indagini in corso, Eni sta prestando collaborazione all’autorità giudiziaria e ha avviato verifiche interne affidate a soggetti terzi indipendenti. Queste verifiche non hanno rilevato evidenze di commissione di reati da parte di manager o dipendenti di Eni.
In relazione ai rapporti con le società del gruppo Eni in Congo, Eni conferma che gli acquisti di beni e servizi completati presso tali società (e le corrispondenti procedure di approvvigionamento) sono state oggetto delle verifiche di cui sopra, affidate a consulenti terzi indipendenti. In relazione a presunti conflitti di interessi, già a marzo 2019 l’avvocato della signora Ingoba ha fornito ogni risposta.
Eni ha appreso di essere indagata ex legge 231 in relazione e limitatamente ad alcune ipotesi ex art. 648ter del codice penale (identificate dalla autorità nel periodo temporale di maggio 2018) nel più ampio contesto dell’inchiesta sul presunto “depistaggio” che riguarda anche altre ipotesi di reato. La documentazione richiesta riguarda rapporti con un gruppo di società già oggetto di audit interno autonomamente avviato da tempo dalle funzioni aziendali competenti. Eni specifica poi che, dai documenti ricevuti oggi, non risultano indagati altri manager della società diversi da quello già precedentemente coinvolto. La società continuerà a fornire attivamente la massima collaborazione all’autorità giudiziaria affinché possa essere fatta tempestiva chiarezza sulla vicenda, confermando la solidità ex efficacia del proprio modello organizzativo e di controllo. Eni ribadisce la ferma convinzione di essere la parte lesa in ogni prospettiva e prospettazione legata o comunque connessa alle ipotesi inerenti presunti complotti o presunti depistaggi delle attività investigative.
Teniamo inoltre a precisare che Luigi Zingales e Karina Litvack non sono stati “fatti fuori” dalla società, come riportato nell’articolo. Luigi Zingales si è dimesso, come da lui stesso dichiarato nel comunicato stampa Eni del 3 luglio 2015, mentre Karina Litvack è tuttora membro del Consiglio di Amministrazione di Eni.
Infine, in relazione all’articolo Il mistero della Napag. Gli affari con Eni e il suo legale indagato a firma di Saul Caia, ci preme precisare che: a) Piero Amara non è stato “il legale dell’Eni”. Le collaborazioni del suo studio sono principalmente consistite nella difesa individuale e privata di manager di Eni in quanto persone fisiche, difese il cui costo ricade sull’azienda non per scelta, ma in virtù del contratto collettivo nazionale del lavoro. Amara non riceve più mandati Eni da tempo e non ha in essere alcuna collaborazione; b) Nell’ex sede romana di Eni in piazza Campitelli non sono mai avvenuti incontri top secret e tali uffici non sono mai stati “schermati”; al contrario, Piazza Campitelli era un ufficio che agevolava la logistica operativa per le attività aziendali in centro città rispetto alla sede decentrata dell’Eur.
Per il resto, Eni ha in corso delle attività di verifica su Napag e altre società del gruppo di appartenenza, all’esito delle quali si riserva di fornire ogni eventuale chiarimento.
Erika Mandraffino, Senior Vice President, Global Media Relations and Crisis Communication, Eni spa
Prendiamo atto che Eni dichiara di aver fatto, su tutte le vicende richiamate, tutti i controlli necessari, con i risultati raccontati nell’articolo del Fatto: tutto bene, sempre. Auguriamo alla compagnia di non essere smentita dai procedimenti giudiziari in corso.
GB
In qualità di difensore di Howtan Re, a seguito dell’articolo Dagli sprechi di Promuovitalia e Italia.it al ritorno al Dipartimento del Turismo, mi preme ricostruire la vicenda. Nel 2011 il signor Re partecipava a un bando pubblico per l’insegna del ministero del Turismo, che prevedeva la corresponsione al vincitore di 15.000 euro (e non 30.000). Importo mai corrisposto. L’assistito si aggiudicava il bando, riceveva in consegna le lettere in metallo da rielaborare artisticamente, e realizzava la propria opera. A tutt’oggi, il signor Re non ha ricevuto alcuna comunicazione su consegna, ritiro o collocazione dell’opera. Non solo non ha mai percepito alcuna somma ma ha anticipato rilevanti spese.
Avv. Bartolomeo Giordano
Ringrazio l’avvocato Giordano della lettera in cui ricostruisce puntualmente la vicenda delle lettere dorate “Ministro del turismo”, smontate e rielaborate in una nuova opera dall’artista Howtan Re. La lettera conferma quanto scritto dal Fatto Quotidiano e evidenzia che Howtan Re risulta parte lesa.
Daniele Martini