Annunciando lo sciopero generale del 16 dicembre, i segretari di Cgil e Uil ci hanno spiegato che la protesta non era contro Mario Draghi ma contro i partiti “lontani dalla società” e che scioperavano “pur apprezzando lo sforzo del premier”. Per questo c’era grande curiosità di sapere cosa Draghi pensasse del taglio delle tasse da 7 miliardi messo in manovra, la misura che più ha fatto infuriare i sindacati.
Rispondendo a una domanda del Fatto alla conferenza di fine anno, mercoledì il premier ha negato infastidito che favorisca i redditi medio alti, anzi: “I principali beneficiari della riforma fiscale sono i lavoratori e pensionati a reddito medio-basso – ha spiegato – In termini percentuali i maggiori benefici uniti al taglio contributi per il 2022 si concentrano sui lavoratori con 15 mila euro di reddito”.
Per rispondere, Draghi ha letto le stesse tabelle fatte circolare dal Tesoro ai grandi giornali il giorno prima dello sciopero che hanno mandato su tutte le furie Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. La cosa incredibile è che, a ben vedere, quelle tabelle sostengono il contrario di quello che ha detto il premier. Il taglio Irpef premia in valore assoluto le classi di reddito medio-alte, in particolare tra i 42 mila e 54 mila euro (con un beneficio medio di 765 euro), il 3,3% del totale, a cui va il 14,1% delle risorse. Fascia che – ha spiegato l’Ufficio parlamentare di bilancio – ha il beneficio maggiore anche in termini relativi. Addirittura 270 euro in media vanno ai redditi sopra i 75 mila euro (l’1,1% più ricco), beneficio che pure Draghi ha provato invano a rinviare di un anno per ridurre il caro-bollette (cosa che curiosamente non ha voluto ricordare in conferenza stampa). Sempre secondo l’Upb, se si considerano i nuclei familiari, il 20% più povero è escluso per motivi di incapienza fiscale, il 50% di quelli in condizione economica meno favorevole prende un quarto delle risorse mentre il 10% più ricco più di un quinto delle risorse.
Insomma, oggi i sindacati sanno che Draghi la pensa come i tanto odiati partiti, cosa che non era difficile prevedere visto che guida il governo che quelle scelte le ha prese. Eppure nessuno lo ha accusato di essere lontano dalla società.