Questa rubrica ha un debole per l’ineffabile Zinga. Ci affascina oltremodo quel suo carisma garbato da mietibatti spenta. Quel suo cipiglio fiero da scimitarra irrisolta. Quel suo portamento maschio da salumaio mesto. Quella sua idea di Pd nuovo e originale come un singolo qualsiasi di Ligabue. Brava persona mossa da nobili sentimenti nonché intenti, la sua capacità di sbagliare tutto nei primi mesi da segretario è parsa quasi commovente.
Breve lista concentrata. La santificazione del Tav. Zanda tesoriere. Lo strapotere concesso alla garrula De Micheli Paola. Debby Serracchiani vicepresidente. Il simpatico Marcucci confermato capogruppo. I disastri in Calabria. La totemica Marini Catiuscia, che in Umbria prima presenta dimissioni (irrevocabili) e poi vota contro la se stessa che aveva presentato le dimissioni (irrevocabili), per poi ieri ripresentare le dimissioni (irrevocabili?). E poi ancora: il combinato disposto Picierno&Calenda, giusto per disboscare ogni speranza di riconquistare qualche deluso. La misericordiosa riesumazione dei Cozzolino & Bresso. Il ritorno di “Mister Fritture” Alfieri alle Comunali. Il capolavoro a Gela e Mazara del Vallo, con Pd e Forza Italia uniti come un sol canchero elettorale sotto la regia dell’intonso bolscevico Micciché. I manifesti nei bus, in cui il nostro bel Zinga sorride come se avesse appena vinto un altro ovino Kinder alla Sagra della Sugna. Moscovici arruolato come portafortuna europeista (auguri). La nomina dell’ex magistrato berlusconiano Miller Arcibaldo a capo dell’Ipab del Lazio. L’altra nomina (“Direzione regionale per lo Sviluppo Economico, le Attività Produttive e Lazio Creativo Dirigente della Regione Lazio”) di Tiziana Petrucci, imputata nell’ambito di un processo per truffa nei confronti del suo stesso ente – che si è pure costituito parte civile – e su cui pende una richiesta di condanna di 10 anni di carcere. E poi ancora: candidare Beppe Sala come Premier del centrosinistra. Aver votato contro la riforma del voto di scambio politico-mafioso, proprio come gli amici di sempre di Forza Italia. L’assenza totale in luoghi feriti come Casal Bruciato. E il patto mitologico con Paolo Cirino Pomicino, in attesa di trovare un accordo soddisfacente anche con le buonanime di Rumor, Badoglio e possibilmente pure dell’assai sbarazzino Scelba.
È una progressione esaltante. O l’ineffabile Zinga sta giocando in gran segreto al concorso “Sbaglia tutto anche tu”, e in quel caso ha già vinto per distacco, oppure è il più renziano del mondo e opera affinché la Diversamente Lince di Rignano venga richiamata come Salvatore della baracca che lui stesso ha divelto come nessuno dalle fondamenta. Daje Zinga! Sia come sia, l’iconoclastia nichilista del cognato della moglie del Commissario Montalbano è così avvincente che, da suoi fan, desideriamo consegnargli alcune mosse definitive e finali. Per esempio: proporre Nardella come attaccante dell’Inter, sbloccando così l’impasse derivante dall’odioso caso Icardi. Proporre Luciano Nobili come attore protagonista nel remake di Scarface. Prendere come stratega Caressa, da usare come cervello suppletivo in aggiunta al già irresistibile aruspice Fassino. Quindi, per far sognare appieno il proletariato, cercare la sponda con ras locali e berlusconiani (ah no, questo l’ha già fatto da solo). E magari votare contro l’inasprimento delle pene per i voti di scambio politico-mafioso… no, pure a questo ci è già arrivato da solo. Niente da fare, ineffabile Zinga: sei il più bravo di tutti. Neanche Salvini e Di Maio riescono a farsi così bene la campagna elettorale da soli.